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Mestieri e artigianato tipico


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Oggetti tipici della cultura materiale
Esempi di oggetti tipici della Corea, ancora in uso oggi: la scopa, le giare, le nappe, i ventagli.

L'artigianato artistico coreano
Una bella presentazione di alcuni degli oggetti esposti in una mostra tenutasi a Roma.

Oggetti di lacca
Gli oggetti laccati dell'artigianato tradizionale hanno uno splendore sottile che matura col tempo.

L'arte del ricamo
Alcuni esempi degli splendidi oggetti che l'arte del ricamo permette di creare in Corea.

Un'artista del ricamo
Il ricamo è la vita della signora Han Sang-soo, artista di quest'arte raffinata.

Insegne tradizionali ricamate sui vestiti
Le insegne da applicare ai vestiti per indicare il rango dei funzionari e dei membri della famiglia reale.

Lavori in giada
Storia delle sculture in giada ed esempi di lavori degli artigiani di oggi.

Ametiste
La lavorazione delle ametiste coreane, che costituiscono un terzo della produzione mondiale.

Un artigiano della terracotta
Giare e vasi di terracotta sono ancora molto usati in Corea. Storia di un artigiano che si è dedicato a questo mestiere.

Un maestro nella produzione dei gong coreani
Ottenere dai gong la giusta sonorità richiede un duro lavoro: ce lo racconta un maestro di quest'arte che va scomparendo.

Calamai di pietra
L'inchiostro usato per scrivere col pennello è una barretta solida che si deve sciogliere con l'acqua man mano in speciali basi di pietra, chiamate calamai.

I pojagi, foulard per fagotti
Fino a non molto tempo fa, le cose che si dovevano trasportare venivano avvolte in foulard annodati.

L'arte dell'incisione
Quello dell'incisore è un mestiere difficile che richiede completa dedizione: ce ne parla un artista del ramo.

Jung Kwan-chae, mastro tintore
Un mestiere praticamente scomparso in Corea, l'arte di tingere le stoffe in color indaco, viene fatto rivivere.

Ro In-ah, un'artista del metallo
Anche con i metalli si possono creare piccole opere d'arte: questa artigiana lo dimostra con le sue creazioni.

Lee Ga-rak, scultore di changsŭng
I changsŭng, o pali degli spiriti, sono un'espressione culturale unica della Corea. Lee Ga-rak scolpisce nel legno questi totem.

La lavorazione a mano della tipica carta coreana
Con l'avvento della modernizzazione, la lavorazione a mano della carta coreana hanji va gradualmente scomparendo.

Shin Eung-su, un restauratore di palazzi reali
Un mestiere sconosciuto alla maggior parte dei coreani è quello del restauratore degli antichi palazzi reali e dei templi.

Oggetti in ottone forgiato
La Corea ha un suo metodo particolare di creare oggetti in ottone, con una lega di rame e stagno che viene forgiata alla maniera tradizionale.

Oggetti laccati con intarsi in madreperla
I segreti di un mestiere antico e tipicamente coreano vengono ancora tramandati grazie alla dedizione di alcuni artigiani.

Giare tradizionali: vasi che respirano
Una breve panoramica sui pregi e sulle tecniche di produzione delle giare tradizionali di tipo onggi.

Ventagli tradizionali: un'armonia di saggezza, stile e bellezza
Storia e uso, nel tempo, dei ventagli tradizionali coreani, pieghevoli e rigidi.

Hong Jung-sil, un'artista dell'intarsio in argento
L'arte e i segreti di una grande maestra di questa tecnica tradizionale coreana.

Lee Hyung-man, un maestro artigiano della madreperla
In Corea gli oggetti laccati e con intagli in madreperla sono molto apprezzati. Qui si presenta uno dei grandi maestri di quest'arte.

La fabbricazione dei pennelli tradizionali
Lee In-hoon continua, nella città di Taegu, l'arte della fabbricazione dei pennelli tradizionali coreani, usati per la scrittura e la pittura con inchiostro di china.

La valle dei carbonai
La valle di Koraegol è il luogo in cui si produce il miglior carbone di legna della Corea. Per questo viene usato esclusivamente legno di quercia.

Un mastro artigiano dei ventagli piatti coreani
D'estate per trovare un po' di refrigerio si usano i ventagli. Viene qui presentato un mastro artigiano dei ventagli più tipici della Corea, quelli piatti.

Un mastro vasaio specializzato nelle ciotole da tè
Un tempo i ceramisti coreani erano famosi. Oggi un vasaio coreano fa rivivere la tradizione delle ciotole da tè tradizionali, con molto successo anche all'estero.

Won Kwang-sik, un artigiano che crea campane di bronzo per i templi
Won Kwang-sik, artefice di molte campane di bronzo dei templi buddisti, sogna di ricreare una campana come la "divina campana del re Sŏngdŏk".

Changdo: pugnali ornamentali e da difesa
Un artigiano continua la tradizione dei piccoli pugnali ornamentali indossati specialmente dalle donne con l'abito tradizionale nel periodo Chosŏn.

Kim Hwan-kyung, creatore di oggetti dipinti con lacca colorata
Un'arte antica, ma dimenticata da tempo in Corea, è stata fatta rivivere da un artigiano mosso da un grande spirito di sperimentazione.

Un altro maestro artigiano della lacca
Le opere di questo artigiano della lacca si dice che siano benefiche per la salute e hanno molto successo in Corea e in Giappone.

Uno specialista in oggetti artigianali di bambù
Cresciuto in un villaggio circondato da boschetti di bambù, questo artigiano è diventato uno specialista in un tipo particolare di oggetti.

Un artigiano che tiene in vita la tradizione dei sigilli reali
Anche se ora la Corea non è più governata da un re, Min Hong-gyu mantiene viva l'arte della fabbricazione dei sigilli reali basata sui metodi tradizionali.

Lucchetti tradizionali, molta ingegnosità per ostacolare i ladri
Una panoramica dei lucchetti tradizionali coreani, per aprire i quali non basta avere a disposizione la chiave e girarla nella toppa.

Chung Choon-mo e i tradizionali cappelli di crine di cavallo
I tradizionali cappelli rigidi di crine di cavallo, oggi quasi scomparsi, vengono ancora prodotti da un artigiano che vi si dedica da una vita.

Lee Jae-man e le sue pitture su corno di bue
Questo artigiano, ultimo depositario della decorazione di oggetti con pannelli in corno di bue, parla del modo in cui egli crea le sue opere.

L'artigiano Oh Ok-jin, mastro incisore di caratteri coreani e cinesi
L'incisione su tavole di legno di scritte in caratteri cinesi permette a questo artigiano di esprimere pienamente tutta la sua fantasia artistica.

Abiti freschi per un'estate calda
Per combattere il caldo estivo in Corea si usano abiti leggeri e aerati fatti con un tessuto ramiè che lascia passare l'aria.

Cho Dae-yong, un maestro di tende di bambù tradizionali
Designato mastro artigiano delle tende di bambù, Cho produce tende tradizionali basandosi sui metodi seguiti da suo bisnonno.

Lee In-se, mastro artigiano dei tavolini soban
All'età di 80 anni, Lee In-se crea ancora dei tavolini-vassoi (soban) tradizionali che sono dei veri capolavori d'arte.

Yi Sang-jae, mastro artigiano dei contenitori di "cìpero"
Il cìpero, una pianta quasi sconosciuta in Italia, è il prodotto usato da questo artigiano per creare a mano i suoi capolavori.

Kim Hae-ha, “ogni punto deve essere perfetto”
La detentrice del titolo di “importante bene culturale intangibile” per gli abiti trapuntati da lei confezionati ci parla del suo lavoro.

Il nuovo sigillo di stato
La creazione del quarto sigillo di stato della Repubblica di Corea dà l’occasione per spiegare come si sia ottenuto questo capolavoro.

Kim Kyu-jang e i suoi lavori in madreperla
Questo artigiano è il creatore del paravento che il presidente sudcoreano Roh ha portato in dono al leader nordcoreano Kim Jong-il nell'autunno del 2007.

Park Sung Kyu e l’arte del cuoio laccato
Il segreto della laccatura degli oggetti di cuoio si era perso verso la metà del periodo Joseon. Ora un artigiano l'ha riscoperto e fatto rivivere.

Yoo Young-ki, costruttore di archi e frecce
La famiglia Yoo si dedica da cinque generazioni alla costruzione di archi e frecce. In un’intervista, l’artigiano ci parla delle difficoltà del suo mestiere.

Kim Jong-dae e le sue bussole geomantiche
Anche se la geomanzia è in declino in Corea, c’è un artigiano che ha dedicato la propria vita alla costruzione delle complicatissime bussole geomantiche.

Il ventaglio di bambù (hapjukseon)
A quanto pare, sembra che il ventaglio divenuto comune anche da noi sia stato inventato in Corea all’epoca del regno di Goryeo.

Hwang Hae-bong e le sue “scarpe del vento”
Ultimo artigiano in grado di creare il tipo di scarpe usate un tempo, tramanda ai figli i segreti di un mestiere che altrimenti sarebbe scomparso.

Arte nei lavori femminili tradizionali
Andando in Corea si ha anche la possibilità di imparare i principi dei lavori più tradizionali in laboratori distribuiti in tutto il paese.

Sohn Hye-won vuole modernizzare i mestieri tradizionali
L’esperta di marketing Sohn sta convincendo gli artigiani dei mestieri tradizionali coreani a modernizzarsi per poter vendere meglio all’estero.

Un negozio di oggetti di carta tradizionale
Un negozietto di oggetti di carta tradizionale hanji presenta da trent’anni le proprie creazioni.

Kim Pyo-yeong: un ottuagenario maestro restauratore
Il maestro Kim, 87 anni, è il miglior restauratore di opere d’arte antiche su carta. Ha restaurato oltre 200 tesori nazionali.


Introduzione

In una cultura fondamentalmente diversa dalla nostra è lecito aspettarsi di trovare mestieri e forme di artigianato locale che differiscono molto da quanto si riscontra in Italia.

Alcuni di questi artigiani hanno raggiunto nel tempo un altissimo grado di perfezione nella costruzione di particolari oggetti tipici, tanto da meritarsi il titolo di “tesoro nazionale vivente”.

Fra i mestieri che non si riscontrano qui da noi ricordiamo la costruzione di flauti di bambù per l'orchestra di musica di corte, non solo costruiti a mano, ma fatti su misura per il singolo musicista, la costruzione e decorazione dei tamburi da cerimonia, la fabbricazione di cappelli di crine di cavallo, la preparazione della carta di riso che nelle case tradizionali sostituisce le tende e spesso anche i vetri alle finestre, la manifattura delle scarpe tradizionali di paglia o di stoffa, l'ebanisteria specializzata, la decorazione in madreperla dei vasi, l'incisione di timbri in pietra e avorio, e tante altre arti che da noi non sono mai comparse.

Come si nota dalle figure, i coreani a casa e nei loro laboratori artigianali lavorano quasi sempre seduti a gambe incrociate sul pavimento, che nella stagione invernale è riscaldato. Naturalmente il pavimento, che è foderato di vari strati di carta gialla resistente e impermeabilizzata, o che è di legno nei laboratori e nelle verande, è mantenuto scrupolosamente pulito e si entra in casa togliendosi le scarpe e lasciandole nell'ingresso.

L'ebanisteria

Le case coreane tradizionali hanno in genere poche stanze e le camere sono piccole e con il soffitto basso (normalmente meno di 2 metri) perché gli inverni sono molto freddi e si fa prima a scaldare un ambiente con un volume d'aria limitato. I soffitti bassi non danno fastidio perché nelle stanze ci si siede sul pavimento, riscaldato quando fa freddo. Il pavimento naturalmente è sempre tenuto pulitissimo ed è morbido al tatto perché è foderato di carta gialla impermeabilizzata. Anche per dormire si usa il pavimento su cui si stende un materassino che durante il giorno viene poi tolto e messo in un armadio a muro. Per questo motivo, i mobili coreani tradizionali non sono grandi come i nostri.

Sono di solito mobili piccoli, ma raffinati: il mobile più comune è un tavolino basso, normalmente con intagli in madreperla (detto soban), che viene portato nella stanza quando ce n'è bisogno, per esempio per i pasti, già imbandito a mo' di vassoio.

La lanterna illustrata qui a sinistra risale a circa 200
anni fa ed è costruita in bambù. Misura 12,7 x 12,7
cm di base e 28 cm in altezza ed è esposta a Seul
nel museo del Folclore e dell’Arte nel palazzo
Kyŏngbok.

Talvolta nelle camere si trova uno stipo in legno per riporre i vestiti, costruito con una lavorazione accurata, ma si tratta di tutte cose piccole e leggere, che si possono spostare con facilità. Gli artigiani del legno del passato profondevano tutta la loro arte, quindi, in oggetti piccoli e di uso comune.
I mobili grandi e pesanti come i nostri armadi, ad esempio, non sono comparsi che di recente, quando si sono costruite case all'occidentale.

Il tavolino per i pasti, illustrato a destra,
risale al 19º secolo e misura 48 cm
in diametro e 33 cm in altezza.

È un tavolino “con le zampe di tigre” perché le gambe assomigliano a quelle della tigre.
La parte superiore, in legno di olmo, ha la parola “longevità” intarsiata in centro, circondata da figure di pesci, onde, nuvole, con il sole, il tutto in madreperla.

I due segmenti che uniscono a due a due le gambe del tavolino servivano a due scopi: a far sì che le punte delle gambe non rovinassero il pavimento delle camere, che è abbastanza delicato, e in secondo luogo ad appenderlo a un chiodo su una parete in cucina, quando non era in uso, come d'altronde si fa ancora oggi.

Mobiletto a quattro piani, decorato con corno di bue.
È del 19º secolo e misura 53 cm in larghezza, 31 cm
in profondità e 96 cm in altezza (museo dell'Università
femminile Ewha, Seul).

Ognuno dei piani di questo mobiletto usato per riporvi la biancheria è decorato con differenti simboli della longevità. Il semplice disegno dei cardini in ottone dei quattro gruppi di sportelli è in armonia con l'elaborato disegno delle superfici in corno di bue dipinte.

È chiamato mobiletto “a capoletto” perché di notte veniva posto, sul pavimento di fronte a questo mobile, un materassino morbido per dormire. Ricordiamo che, in Corea, una camera aveva più funzioni: di giorno era il nostro “soggiorno”, all'ora dei pasti diventava la “sala da pranzo” (dove, di solito, consumava i pasti il marito mentre la moglie mangiava in cucina) e di sera si trasformava in “camera da letto”. Ci si sedeva e ci si coricava direttamente sul pavimento, sempre pulitissimo e riscaldato.

Il Kujŏlp'an in tavola

Scatola per contorni (kujŏlp'an) del 19º secolo.
Diametro 24 cm, altezza 8 cm
(museo Università Koryo).

Cliccare sulla figura per vedere un ingrandimento
di una scatola di questo tipo preparata per la tavola

In ogni sezione di questa scatola, che veniva usata da una famiglia altolocata, si poneva un diverso cibo: pesciolini, verdure, alghe, germogli di soia, e così via. La scatola esterna è ottagonale e ognuna delle parti è unita alle altre con legami in metallo. La lacca nera all'esterno e la lacca rossa all'interno doveva rendere più appetitoso il cibo.

A sinistra piccola scatola portavivande
del 19º secolo dalle dimensioni molto
contenute: 20 x 12,5 x 12 cm.

È costituita da due parti unite fra loro con cardini posti sul retro. Ognuna delle parti contiene due cassetti, con due fori di ventilazione su ciascun lato: i fori servivano anche per spingere fuori i cassetti. I cardini e gli elementi di fissaggio sui bordi sono sia funzionali che ornamentali.


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© Valerio Anselmo