Un'interessante visita a Miryang

L'autore dell'articolo che viene presentato in questa pagina è Choi Gap-su, uno scrittore e poeta coreano che ha profuso nella descrizione di questo luogo tutte le sue conoscenze non solo geografiche, ma culturali, nel descrivere i luoghi, le storie e le leggende che ancor oggi vi aleggiano.
Nota: I nomi di luogo sono riportati nella più nota trascrizione McCune-Reischauer, seguiti tra parentesi dalla romanizzazione imposta di recente dal governo sudcoreano e ormai adottata nei segnali stradali in Corea.


Canti d'autunno nei campi di eulalia

L’

autunno in Corea è caratterizzato da due colori distinti: il rosso variegato delle foglie e il grigio gentile delle canne. A Miryang i primi segni dell'autunno compaiono a 800 metri sul livello del mare nei campi di eulalia (Eulalia japonica, o Miscanthus sinensis) di Sajap'yŏng.

D'autunno a Miryang la natura è splendida

Esistono diverse versioni del noto canto popolare coreano “Arirang”. Nella maggior parte dei casi il ritmo è piuttosto moderato e il testo un po' triste (perché parla di una ragazza abbandonata dal suo innamorato), ma l'Arirang di Miryang, la cittadina della regione Kyŏngsang-namdo, fluisce in un ritmo a tre quarti molto vivace. Per quanto riguarda il testo del canto, nella versione di Miryang (“Guardami / guardami / guardami / è come vedere un fiore nel cuor dell'inverno / guardami!”) non v'è ombra di tristezza.

La ragione di ciò è semplice: con i suoi campi estesi e le sue connessioni stradali ben sviluppate in ogni direzione, Miryang è da tempo nota per la sua opulenza. Benedetta da montagne maestose e da vasti campi fertili, Miryang è il luogo in cui si può ammirare l'autentica bellezza della Corea.

La strada panoramica numero 24

Miryang è anche nota per le sue strade pittoresche. Non vi può essere un modo migliore di ammirare le bellezze dell'autunno che quello di percorrere in auto la strada panoramica numero 24, da Ŏnyang (Eonyang), lungo la periferia di Ulsan, passando per il tempio Sŏngnamsa (Seongnamsa) e il passo Yŏngnamjae (Yeongnamjae), fino al padiglione Yŏngnamnu (Yeongnamnu) e al tempio P'yoch'ungsa (Pyochungsa). Questo percorso montano di 46 chilometri mette in mostra la bellezza delicata, tipica del panorama coreano.

L'autunno arriva con una fioritura di cosmee (Cosmos)

Il percorso comincia allo svincolo per Ŏnyang (Eonyang) sull'autostrada Kyŏngbu (Gyeongbu). Ad appena 10 minuti lungo la strada statale numero 24 si trova Ŏnyang (Eonyang), famosa per il suo pulgogi (carne alla brace). Non importa quale ristorante scegliate, le morbide fettine di carne del bestiame allevato a Ŏnyang si sciolgono in bocca.

Dopo altri 10 chilometri, lungo la strada si trova il tempio buddista di Sŏngnamsa (Seongnamsa). L'atmosfera pittoresca di questo piccolo tempio, impossibile da provare in templi più grandi, è particolarmente gradita ai visitatori. La strada di montagna che conduce al tempio è affiancata da solidi alberi che hanno una leggera sfumatura rossastra. Quando soffia il vento, le rosse foglie autunnali stormiscono e girano vorticosamente mentre scendono a terra. Improvvisamente, notando il rossore delle foglie sparpagliate lungo il cammino, vi ricordate che Sŏngnamsa è un tempio per monache, il cui giovane volto può facilmente arrossire.

Ma la parte più gradevole della strada è costituita dai 26 chilometri del Passo Miryang, dall'uscita di Sŏngnamsa al villaggio di Nammyŏng (Nammyeong). La strada sale e scende in un modo pazzesco, il che produce una guida elettrizzante. I picchi montani di Chaeyaksan (Jaeyaksan), Paegunsan (Baegunsan) e, lontano, di Kajisan (Gajisan) si scorgono per un attimo dal finestrino dell'auto, tinte dai colori autunnali.

Le giuggiole, una specialità regionale, dopo
la raccolta vengono fatte seccare sui tetti

Dopo avere attraversato il tunnel di Sŏngnamjae (Seongnamjae), si arriva allo stagno Hobakso, dove l'ampia superficie di un masso è stata scavata da una cascata d'acqua, che ha lasciato un cratere simile a quelli della Luna o a quello prodotto da una bomba.

La strada, mentre passa in Miryang, è costeggiata da bancarelle che vendono delle rosse mele mature. Le mele locali sono note per il loro alto contenuto di zuccheri, un prodotto dell'aria fresca di Miryang anche nel pieno dell'estate. Per gli ultimi 13 chilometri prima del tempio P'yoch'ungsa praticamente in tutti i villaggi che si attraversano si notano frutteti di peschi e di giuggioli, che producono pesche e giuggiole che sono una specialità locale apprezzata in tutta la Corea.

La tragica storia di Yŏngnamnu

Dopo aver gustato la dolcezza delle mele locali, ci dirigiamo verso il Padiglione Yŏngnamnu (Yeongnamnu), inserito netto su un fianco della collina che si affaccia sul fiume Miryanggang che scorre attraverso la città, da Est a Ovest. Questo padiglione è considerato uno dei tre più bei padiglioni della Corea; gli altri due sono il Pubyŏngnu di P'yŏngyang e il Ch'oksŏngnu di Chinju (Jinju). È anche il luogo in cui si svolse la tragica storia di Arang.

Un ritratto di Arang è conservato nel tempio Arangsa
come tributo a questa figura leggendaria

Circa 400 anni fa, durante il regno del re Myŏngjong della dinastia Yi, il magistrato Yun di Miryang aveva una sola figlia, la bella Arang. Il suo servo Chugi, che aveva sempre desiderato Arang, la uccise durante un fallito tentativo di stupro. Ben presto nel villaggio si sparse la voce che Arang era improvvisamente scomparsa e non si riusciva a trovarla da nessuna parte. Il magistrato Yun passava il tempo piangendo e lamentandosi della perdita della figlia, ma alla fine dovette tornare a Seul senza averla trovata.

Dopo la partenza del magistrato Yun, una serie di nuovi magistrati furono nominati a succedergli, ma ciascuno di loro morì improvvisamente la prima notte dopo aver occupato la carica di magistrato, una specie di maledizione che non si riusciva a spiegare. Dopo che questo fatto si fu ripetuto varie volte, nessuno volle più candidarsi come magistrato di Miryang. Ma un bel giorno un giovane venditore di oggetti di ottone si offrì volontario per quell'incarico. La prima notte dopo la sua nomina, gli apparve lo spettro di una giovane donna tutta coperta di sangue. Non era altri che Arang.

Dopo aver raccontato al giovane magistrato la propria storia, Arang spiegò che la mattina seguente si sarebbe trasformata in una farfalla e si sarebbe posata sul cappello del servo che l'aveva assassinata. Quindi sparì. Il giorno dopo il magistrato convocò tutti i servi. Immediatamente comparve una farfalla bianca che si posò sul cappello di Chugi. Il magistrato allora lo interrogò. Dopo aver negato tutto, Chugi alla fine confessò di aver ucciso Arang e di aver fatto sparire il corpo nel boschetto di bambù dietro al padiglione Yŏngnamnu.

Il magistrato ordinò che fossero fatte delle ricerche nel boschetto di bambù, dove il corpo di Arang fu trovato ancora intatto. Il suo spirito, pieno di rancore, l'aveva preservato dalla decomposizione in attesa che fosse fatta giustizia. Il magistrato fece giustiziare Chugi e il fantasma di Arang non comparve mai più, lasciando così in pace il villaggio da allora in poi. A tutt'oggi a Miryang si tiene ogni anno una festa il sedicesimo giorno del quarto mese lunare per commemorare la virtù di Arang.

L'eulalia di Sajap'yŏng

Miryang è il luogo in cui l'autunno in Corea rivela il suo pieno splendore, evidenziato dai vari colori delle foglie e dai campi di eulalia. Mentre il fogliame degli alberi abbellisce la stagione con grande sfoggio di colori vivaci, l'eulalia fornisce un duro contrasto con il suo grigiore smorzato. I visitatori che sentono la mancanza dell'estate vengono qui per ammirare le foglie nei colori autunnali, e quelli che aspettano l'arrivo dell'inverno cercano i campi di eulalia.

I campi di eulalia di Sajap'yŏng si increspano
al vento formando delle piccole onde dal
tardo ottobre fino ai primi di novembre

Anche se nei vasti campi cresce un gran numero di piante di eulalia, questa non è per nulla una pianta semplice e banale. Nessun'altra pianta offre una tale lucentezza. I suoi fiori, simili a quelli del cotone, ondeggiano nella brezza, mentre lo stelo e le foglie brillano come oro, lasciando senza fiato chiunque osservi un campo di queste rustiche graminacee.

Non vi è altro luogo in cui l'eulalia autunnale possa essere ammirata meglio che a Sajap'yŏng, dal monte Chaeyaksan (Jaeyaksan) alto 1.018 metri, vicino a Miryang. I campi di eulalia di Sajap'yŏng coprono un'area di 4 chilometri quadrati fra i picchi Sumibong e Sajabong del monte Chaeyaksan a un'altezza superiore agli 800 metri e non potranno essere facilmente dimenticati da chiunque abbia avuto occasione di assistere a questo spettacolo entusiasmante. I campi di eulalia si estendono oltre l'orizzonte verso Sud-Est nella forma di enormi onde.

L'eulalia assume un aspetto completamente diverso alla sera e alla mattina. E, a causa di ciò, la gente parla spesso di eulalia d'argento e di eulalia d'oro. Alla mattina presto, quando sorge il sole, l'eulalia è di un bianco abbagliante ed è traslucida, come la neve alla diretta luce del sole. Viene chiamata eulalia d'argento perché appare lucente ed elegante come l'argento. La definizione di eulalia d'oro si riferisce invece al modo in cui le piante si presentano al tramonto. Quando gli steli dell'eulalia sono colpiti dai raggi del sole al tramonto, emettono una brillante luce dorata. Il periodo migliore per ammirare l'eulalia di Sajap'yŏng va dalla fine di ottobre all'inizio di novembre. I fiori fioriscono da una quindicina di giorni a un mese prima, ma è solo quando sono completamente aperti che riescono a catturare la luce del sole per produrre in pieno quell'effetto spettacolare.

Le foglie autunnali sono ugualmente incantevoli. Dal picco Sumibong si può ammirare il meraviglioso paesaggio montano delle “Alpi di Yŏngnam”, che si snodano tutto intorno come se fossero pannelli di un paravento pieghevole. Le Alpi di Yŏngnam sono una catena montuosa che si estende su due regioni (Kyŏngsang-namdo e Kyŏngsang-pukto) e una città (Ulsan), e include i sette picchi montani di Kajisan (Gajisan, 1.240 metri), Unmunsan (1.188 metri), Chaeyaksan (Jaeyaksan, 1.189 metri), Sinbulsan (1.208 metri), Yŏngch'wisan (Yeongchwisan, 1.059 metri), Kohŏnsan (Goheonsan, 1.032 metri) e Kanwŏlsan (Ganwolsan, 1.083 metri). L'averle chiamate Alpi dipende dal fatto che lo scenario è pittoresco quanto quello delle Alpi europee.

Il tempio P'yoch'ungsa

Dopo essere stati abbagliati dall'eulalia di Sajap'yŏng, la nostra prossima fermata è al tempio P'yoch'ungsa. Annidato sulle pendici del monte Chaeyaksan, P'yoch'ungsa fu la casa del reverendo monaco buddista Samyŏng che, durante le invasioni giapponesi degli anni 1590 mobilitò un esercito di tremila monaci per difendere il proprio paese sotto la bandiera del Buddismo protettore della nazione.

Il tempio commemora l'eroico patriottismo
del reverendo monaco Samyŏng

Costruito originariamente dal monaco Wŏnhyo nel 654 durante il regno della regina Chindŏk di Silla (r. 647-654), fino ad oggi P'yoch'ungsa continua a fare la guardia su questa regione remota dove i quattro monti Hwangaksan, Kwallyongsan, Yŏngch'wisan e Unmunsan si sfregano le spalle l'un con l'altro.

Sul monaco Samyŏng si racconta spesso una storia. Non appena gli invasori giapponesi arrivarono nel 1592, egli impugnò la spada. Alla guida di centinaia di monaci guerrieri, unì le proprie forze con quelle del monaco Sŏsan e segnò una serie di impressionanti vittorie sugli intrusi giapponesi. Penetrò nelle linee nemiche e si incontrò con il comandante giapponese Kato Kiyomasa. “Dicono che la Corea abbia molti tesori.”, esordì Kato, “Di che tipo di tesori si tratta? ”. La risposta del monaco Samyŏng lasciò Kato confuso: “Il nostro paese non ha dei tesori particolari. Per noi, il più grande tesoro è la tua testa. Con un tale tesoro appollaiato sul tuo collo, che altro grande tesoro vai cercando?”

Nella sala delle esposizioni di P'yoch'ungsa sono in mostra 339 reliquie del monaco Samyŏng. Altre cose da vedere a P'yoch'ungsa sono la sala Taegwangjŏn, un albero di ginepro cinese che ha oltre 300 anni, il più antico brucia-incenso della Corea (Ch'ŏngdonghamŭnhyangwan, tesoro nazionale n. 75) e una pagoda in pietra a tre piani che contiene un sarira del Budda Sakyamuni Tathagata.

Anche il paesaggio attorno è solenne. All'ingresso del tempio un lussureggiante bosco di pini vi dà il benvenuto. La pagoda in pietra e i reliquiari, disposti con precisione, testimoniano silenziosamente la grandezza di un tempio che è stato la casa di monaci famosi come Samyŏng e Hyobong. Ultimo alto prete buddista dell'era moderna, Hyobong morì mentre stava seduto nel padiglione Sŏraegak di P'yoch'ungsa, esattamente nell'ora che lui stesso aveva predetto.

A circa un chilometro a occidente del tempio P'yoch'ungsa, le acque chiare e splendenti della cascata Kŭmgang, alta 25 metri, forniscono un perfetto complemento alle circostanti foglie autunnali. I visitatori di P'yoch'ungsa non devono dimenticarsi di bere l'acqua che viene attinta da un pozzo famosissimo per il gusto eccezionale delle proprie acque. Il pozzo si trova nascosto sotto un albero centenario, fuori dall'uscita posteriore del tempio. Il gusto unico di quest'acqua è dolce e rinfrescante. Il pozzo è anche noto per le sue virtù curative: si dice infatti che il terzo figlio del re Hŭngdŏk (r. 826-836) di Silla sia guarito dalla lebbra dopo aver bevuto di quest'acqua.

Dopo aver lasciato il tempio, seguite il corso d'acqua Ongnyudongch'ŏn risalendo la vallata a sinistra. A circa 2 chilometri su per una stradina stretta si trova la cascata Hŭngnyong, oggi un luogo popolare per scalate sul ghiaccio. Proseguendo per altri due chilometri circa lungo questo cammino si trovano due cascate alte 20 metri, l'una vicina all'altra, affiancate da vecchi alberi di pino che creano una squisita scena di montagna.

Le festività tradizionali comprendevano drammi popolari satirici,
nei quali la gente comune prendeva in giro le classi superiori

Nessuna descrizione di Miryang sarebbe completa senza citare i giochi Paekchung Nori. Noti anche come Kkombaegi Ch'amnori, questi giochi hanno origine da una “giornata dei servi” che si usava celebrare nel quindicesimo giorno del settimo mese lunare (giorno Paekchung), nel corso della quale i servi prendevano parte a varie gare. Nel giorno Paekchung ai servi veniva offerto un cibo noto come kkombaegich'am ed essi si divertivano con giochi e danze. La maggior parte dei giochi erano ricchi di umorismo satirico con il quale la gente comune cercava di mettere in ridicolo le classi dominanti. A Miryang la divisione delle classi (superiore, media, inferiore) era particolarmente rigida, mentre i giochi riflettevano chiaramente il risentimento degli oppressi.

I giochi avevano inizio con riti in onore degli dei dell'agricoltura e continuavano con corse in cui si doveva portare sulle spalle un'altra persona, balli (fra cui la Danza degli aristocratici, la Danza degli storpi e la Danza della gente comune), e infine una gara finale. Il rito agricolo è una danza in cui gli abitanti del villaggio si muovono in cerchio, sedendosi e alzandosi alternativamente. La corsa a cavalluccio è una gara che prende in giro l'aristocrazia, con il “fantino” che sta seduto su una specie di portaoggetti di legno a forma di A posto sulla schiena dell'altro che funge da “cavallo”. I balli comprendono varie danze tradizionali ricche di colore locale. Nella gara finale, tutti ballano in gruppo secondo il proprio stile fino all'esaurimento.

I misteri di Miryang

Miryang è anche famoso per due affascinanti misteri. Il primo è la Valle del ghiaccio, situata all'altezza di 700 metri su un fianco del monte Ch'ŏnhwangsan. In questa valle il ghiaccio si forma nel pieno della calura estiva, ma si scioglie e produce anche vapore nel cuore dell'inverno. Questo fenomeno insolito è il risultato di un principio di refrigerazione.

Quando l'aria penetra nella valle attraverso una strettoia nelle rocce sovrastanti, viene raffreddata a circa 8°C dall'acqua fredda che scorre sottoterra. Poi, man mano che l'aria continua a fluire giù nella valle, la pressione aumenta. Quando quest'aria fredda e ad alta pressione scorre in giù nella valle attraverso delle fessure fra le rocce, la pressione cala e la temperatura scende al di sotto dello zero. Quest'aria fredda provoca la formazione del ghiaccio sulla superficie delle rocce al livello del terreno. L'area con la maggior formazione di ghiaccio è oggi recintata ed è protetta come monumento naturale.

Un altro mistero di Miryang è il monumento P'yoch'ungbi nel tempio Hŭngjesa. Si dice infatti che questo monumento “pianga” tutte le volte che è imminente una crisi nazionale. Noto anche come Monumento del reverendo prete buddista Samyŏng, questa pietra commemorativa, alta 2,7 metri, larga 96 centimetri e profonda 54,5 centimetri, porta inscritti il nome di Samyŏng e l'altro suo nome, Reverendo prete buddista Songun.

Eretta nel 1742, 18º anno di regno del re Yŏngjo, questa stele è stata designata Proprietà culturale tangibile numero 15 della regione Kyŏngsang-namdo.

Il monumento che si dice pianga
nei momenti di crisi nazionale

Si dice che il monumento di pietra abbia pianto 7 giorni prima della sollevazione contadina Kabo del 1894, 17 giorni prima dell'annessione della Corea da parte del Giappone nel 1910, 19 giorni prima della dimostrazione del 1º marzo 1919 che segnò l'inizio del movimento di indipendenza nazionale, 25 giorni prima dello scoppio della Guerra di Corea nel 1950, 5 giorni prima del colpo di stato militare del 16 maggio 1960 e 5 giorni prima dell'assassinio del presidente Park Chung Hee il 26 ottobre 1979.

Anche se il mistero di questo monumento resta tuttora inspiegato, viene oggi attentamente monitorato per vedere quale sarà il prossimo avvertimento.


Basato su “Visit to Miryang”, in Koreana, vol.17, n.3, autunnno 2003. Integrato con ricerche da parte dell'autore del sito. Testo originale di Choi Gap-su, foto di Suh Jai-sik. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

Torna all'inizio della pagina
© Valerio Anselmo