Ancora fino a una quarantina d'anni fa, quando i condizionatori d'aria erano sconosciuti sia in Corea che da noi, d'estate si seguiva colà una strana usanza per dormire al fresco: gli anziani, specialmente nei villaggi di campagna, dormivano abbracciati a una “moglie di bambù”. Di che cosa si trattasse lo scoprirete leggendo questa breve spiegazione. |
Durante i mesi estivi la gente trova difficoltà a godersi un'intera nottata di sonno a causa del caldo opprimente e dell'umidità eccessiva. Nei tempi andati, per aiutarsi a prender sonno i coreani usavano una "moglie di bambù" (in sino-coreano chukpuin Non era una bambola di bambù con fattezze femminili e normali dimensioni umane, come potrebbe pensare qualcuno di noi: La “moglie di bambù” distesa Siccome questo oggetto è intrecciato e vuoto dentro, l'aria vi può passare facilmente attraverso, aiutando la ventilazione. Inoltre la superficie della struttura di bambù è fresca e assorbente, per cui il contatto con le braccia e le gambe produce una sensazione di conforto, che aiuta a prender sonno. Una caratteristica unica di questo strumento per addormentarsi più facilmente d'estate è il fatto che abbia il nome di una donna. Nell'Asia nord-orientale, compresa la Corea, fin dall'antichità la virtù e la castità di una donna sono state spesso paragonate a un albero di bambù. Vi è perfino il racconto Chukpuin-jŏn ( |
Tratto da “Jukbuin - Bamboo Wife”, in Koreana, vol.19, n.2, estate 2005. Senza indicazione dell'autore del testo. Foto di Jang June-ki. Ricerche bibliografiche a cura dell'autore del sito. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana. |
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© Valerio Anselmo