Mostra di calligrafia dei re di Chosŏn

In Estremo Oriente la scrittura dei caratteri cinesi col pennello, di cui si è già parlato nella pagina riguardante la pittura, è considerata una forma d'arte non certo inferiore alla stessa pittura. Anche se, per alcuni dei lettori italiani che non conoscono gli ideogrammi, i segni che vedranno nelle figure che presentiamo potranno sembrare degli scarabocchi senza senso, pure la scrittura in corsivo dei caratteri cinesi richiede anni di studio. Per riuscire a scrivere in modo scorrevole e gradevole gli ideogrammi occorre una buona conoscenza dei classici cinesi, occhio allenato, mano ferma, una notevole predisposizione per l'arte e poi tanto tanto esercizio.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


L

a calligrafia orientale era una delle importanti arti e discipline richieste ai letterati confuciani ai tempi delle dinastie coreane, e così era anche per lo stesso re.

A quei tempi ci si aspettava che il re, al vertice della gerarchia sociale, eccellesse negli studi e diventasse famoso nella calligrafia, come è illustrato dalla mostra che si è tenuta nei mesi di gennaio e febbraio 2003 presso il Museo della calligrafia nel Centro delle arti di Seul.

Un brano da una poesia cinese
scritta dal re Sŏnjo (1552-1610).

La mostra di calligrafia dei re coreani presentava 90 opere di reali della dinastia Yi di Chosŏn (조선 1392-1910), dai documenti, raccolte di decreti reali e memoriali, ai paraventi pieghevoli che contengono pitture di stile cinese e alle opere letterarie scritte da re, regine e dai loro parenti stretti. Nella mostra erano anche esposte un certo numero di stele e di tavolette donate a templi e scuole confuciane.

In particolare la mostra presenta opere di 22 monarchi della dinastia Yi di Chosŏn, 10 regine e 14 fra principi e principesse.

Una tavoletta con la calligrafia della regina Min
donata al funzionario di corte Sim Sun-t'aek
nel 1890

Alcuni dei nomi più notevoli della mostra sono quelli del re Sŏnjo (선조 ), che è riconosciuto come il monarca che possedeva lo stile calligrafico più dinamico fra tutti i re di Chosŏn, e quello del re Yŏngjo (영조 ) che presentava un'originalità e una creatività senza rivali, libero dalle regole in auge ai suoi tempi.

Erano inoltre presentate opere del re Chŏngjo (정조 ), la mente dietro il rinascimento culturale della Corea verso la fine del 18º secolo, che, nella scrittura, era più incline a seguire uno stile standard, anche se rigoroso.

La maggior parte dei lavori presentati in questa mostra sono pervenuti da oltre 40 locazioni diverse come musei nazionali, remoti templi di montagna, collezioni private sia coreane che straniere.

Corrispondenza personale del re Hyojong
(효종 1619-1674) inviata alla sua
terza figlia, la principessa Sungmyŏng

A partire dal 1988, anno dell'apertura del Museo che è dedicato esclusivamente alla calligrafia, si sono organizzate mostre per mettere in risalto certi artisti, periodi o temi particolari. Ma la mostra che si è appena conclusa ha messo per la prima volta il fuoco sull'argomento del retaggio delle famiglie reali nel campo della calligrafia, al di là del significato storico e del merito artistico delle opere esposte.

Lee Dong-kuk, curatore principale della mostra, dice che “la scrittura col pennello effettuata dal re serviva come importante criterio calligrafico per l'ammirazione e l'emulazione da parte dei suoi soggetti”. E aggiunge: “Può non essere sbagliato affermare che lo stile calligrafico del tempo ruotava attorno al monarca.”

Si pensa spesso che la calligrafia riveli la personalità di un individuo. Per questo motivo era usata come un criterio molto importante nella scelta dei funzionari che dovevano servire a corte. A differenza di altre forme d'arte visive, tutti i tratti calligrafici sono irreversibili e richiedono per questo motivo un'attenta pianificazione e scioltezza nell'esecuzione. Queste sono d'altronde le doti richieste per un amministratore, compreso lo stesso monarca.

Un documento del re T'aejong (태종 1367-1422)

A cominciare dal 10º secolo, i re coreani adottarono la pratica cinese di scegliere i funzionari pubblici attraverso periodici esami statali. I concorrenti erano esaminati sulla loro conoscenza dei classici cinesi e, fra l'altro, sulla qualità della loro calligrafia. Così, l'ottenimento delle più alte cariche nella società coreana dipendeva allora dalla propria istruzione e dal proprio livello di abilità e stile nella scrittura.

“Per l'artista, - dice il curatore della mostra - la calligrafia è un esercizio mentale che coordina la mente e il corpo.”

La mostra è rimasta aperta fino al 10 febbraio 2003.


Basato su “Between the lines”, in Korea Now, 11 gennaio 2003, pp.44-45. Testo originale di Choe Yong-shik. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: “Korea Now”.

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