In Estremo Oriente la scrittura dei caratteri cinesi col pennello, di cui si è già parlato nella pagina riguardante la pittura, è considerata una forma d'arte non certo inferiore alla stessa pittura. Anche se, per alcuni dei lettori italiani che non conoscono gli ideogrammi, i segni che vedranno nelle figure che presentiamo potranno sembrare degli scarabocchi senza senso, pure la scrittura in corsivo dei caratteri cinesi richiede anni di studio. Per riuscire a scrivere in modo scorrevole e gradevole gli ideogrammi occorre una buona conoscenza dei classici cinesi, occhio allenato, mano ferma, una notevole predisposizione per l'arte e poi tanto tanto esercizio. |
L a calligrafia orientale era una delle importanti arti e discipline richieste ai letterati confuciani ai tempi delle dinastie coreane, e così era anche per lo stesso re. A quei tempi ci si aspettava che il re, al vertice della gerarchia sociale, eccellesse negli studi e diventasse famoso nella calligrafia, come è illustrato dalla mostra che si è tenuta nei mesi di gennaio e febbraio 2003 presso il Museo della calligrafia nel Centro delle arti di Seul. Un brano da una poesia cinese La mostra di calligrafia dei re coreani presentava 90 opere di reali della dinastia Yi di Chosŏn ( |
Una tavoletta con la calligrafia della regina Min Alcuni dei nomi più notevoli della mostra sono quelli del re Sŏnjo ( Erano inoltre presentate opere del re Chŏngjo ( |
Corrispondenza personale del re Hyojong A partire dal 1988, anno dell'apertura del Museo che è dedicato esclusivamente alla calligrafia, si sono organizzate mostre per mettere in risalto certi artisti, periodi o temi particolari. Ma la mostra che si è appena conclusa ha messo per la prima volta il fuoco sull'argomento del retaggio delle famiglie reali nel campo della calligrafia, al di là del significato storico e del merito artistico delle opere esposte. Lee Dong-kuk, curatore principale della mostra, dice che “la scrittura col pennello effettuata dal re serviva come importante criterio calligrafico per l'ammirazione e l'emulazione da parte dei suoi soggetti”. E aggiunge: “Può non essere sbagliato affermare che lo stile calligrafico del tempo ruotava attorno al monarca.” |
Un documento del re T'aejong ( A cominciare dal 10º secolo, i re coreani adottarono la pratica cinese di scegliere i funzionari pubblici attraverso periodici esami statali. I concorrenti erano esaminati sulla loro conoscenza dei classici cinesi e, fra l'altro, sulla qualità della loro calligrafia. Così, l'ottenimento delle più alte cariche nella società coreana dipendeva allora dalla propria istruzione e dal proprio livello di abilità e stile nella scrittura. “Per l'artista, - dice il curatore della mostra - la calligrafia è un esercizio mentale che coordina la mente e il corpo.” La mostra è rimasta aperta fino al 10 febbraio 2003. |
Basato su “Between the lines”, in Korea Now, 11 gennaio 2003, pp.44-45. Testo originale di Choe Yong-shik. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: “Korea Now”. |
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© Valerio Anselmo