La musica di Gaya e la nascita del «gayageum»

Dello strumento musicale più tipico della Corea si è già parlato altrove. In questo articolo vediamo più in dettaglio come sia nata quella che viene detta anche cetra (o arpa orizzontale) coreana.
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La musica dell’antico regno di Gaya

Circa 1500 anni fa, il re Gasil (Kasil 가실 ) di Gaya (Kaya 가야 ) pensò: “Cercherò di introdurre una nuova cultura musicale che porti in vita le differenze nei dialetti e nei suoni vocali delle varie regioni”. Come risultò in seguito, il re Gasil, venuto a conoscenza dello strumento cinese guzheng () , creò sul suo modello un nuovo strumento musicale a corde simile a quello cinese nella struttura. La nuova creazione del re Gasil fu quindi adottata come strumento musicale ufficiale di Gaya: si tratta del gayageum (kayagŭm 가야금 ).

Le dodici melodie di Gaya

Il gayageum originale creato dal re Gasil non è giunto fino a noi. Quello più antico ancora esistente tutt’oggi risale al nono secolo d.C. ed è stato conservato in condizioni quasi perfette per quanto riguarda la sua struttura e l’aspetto esteriore. Tre gayageum del nono secolo, conservati nel Shōsōin (), un deposito di antichi tesori che si trova nel tempio Todaiji a Nara (Giappone), furono prodotti da 200 a 300 anni dopo il regno di Gasil, ma rappresentano un legame storico vitale fra il gayageum dell’antica Gaya e la versione moderna dello strumento usato oggi.

Questi gayageum hanno dodici corde di seta tese su ponticelli disposti sul corpo cavo risonante che misura da 150 a 160 centimetri in lunghezza e 30 centimetri in larghezza e sono molto simili allo strumento odierno chiamato pungnyu gayageum (풍류가야금 ). Le decorazioni in fogli d’oro, squisitamente delicate, sul corpo e sui ponticelli dello strumento sono di una qualità tale che perfino gli artigiani di oggi avrebbero difficoltà a riprodurle.

Dopo essere riuscito a ottenere dei suoni melodiosi dalla ricca risonanza del legno di paulonia e dalle vibrazioni prodotte dalle 12 corde di seta, il re Gasil chiese l’assistenza del musicista U Reuk (우륵 ). U Reuk compose dodici pezzi originali i cui nomi ci sono stati tramandati: “Sanggarado” (상가라도 ), “Hagarado” (하가라도 ), “Bogi” (보기 ), “Dalgi” (달기 ), “Samul” (사물 ), “Mulhye” (물혜 ), “Sanggimul” (상기물 ), “Hagimul” (하기물 ), “Sajagi” (사자기 ), “Geoyeol” (거열 ), “Sapalhye” (사팔혜 ) e “Isa” (이사 ). I brani erano strutturati in modo tale che l’esecuzione del gayageum poteva essere accompagnata dal canto e dalla danza.

La prima orchestra di gayageum della Corea, la Sookmyung Kayageum Orchestra che vanta un buon repertorio di musiche classiche coreane e di brani di musica classica occidentale

Questi dodici lavori, che purtroppo esistono solo più come annotazioni scritte dei loro titoli, senza spartiti musicali o registrazioni, dimostrano l’innovativa creatività del re Gasil e del musicista U Reuk che diedero vita a una cultura musicale unica che persiste ancora oggi, a 1500 anni di distanza. È un peccato che a quei tempi non vi fosse modo di effettuare delle registrazioni audio di questi brani musicali: i loro nomi sembrano alludere a motivi popolari interessanti in quanto ricordano quelli di luoghi o di rappresentazioni del folklore locale, come la danza del leone o l’arte dei giochi di destrezza. Dopo che Gaya fu sottomessa da Silla (57 a.C. - 935 d.C.), la gioventù di Silla nell’udire questi brani ne criticò il loro carattere “troppo popolare” e li rese più raffinati trasformandoli in uno stile “più distinto”.

La musica di Gaya e quella di Silla

I resoconti storici, che ci raccontano di come un re creasse un nuovo strumento musicale e come un suo suddito musicista componesse per il nuovo strumento dei brani musicali che erano accompagnati dal canto e dalle danze, sembrano farci capire che quel periodo fosse un’età dell’oro pacifica e romantica. Niente di più sbagliato: a quel tempo Gaya era assediata da Silla e vacillava sull’orlo del collasso. Il re Gasil, che cercava di creare nuovi strumenti e coltivare una nuova cultura musicale, ignorava la necessità di rafforzare la difesa militare della nazione e così facendo non poteva che accelerare la fine di Gaya. Con la disfatta imminente, il musicista U Reuk e uno dei suoi studenti partirono con il loro gayageum per cercare rifugio a Silla, aprendo così un nuovo capitolo nella storia del nuovo strumento.

Il gayageum allieta una scampagnata di nobili in un dipinto antico

U Reuk attraversò il confine passando nel territorio di Silla, dove incontrò il re Jinheung (r. 540-576) venuto in quel momento a ispezionare la zona del confine. Quando U Reuk suonò il gayageum, il re Jinheung fu così affascinato da quel suono che ordinò a tre giovani musicisti di studiare gayageum sotto la guida di U Reuk, così che quest’arte potesse essere adottata come musica di Silla. L’iniziativa del re Jinheung fu contrastata dai suoi ufficiali di corte che disapprovavano l’accettazione formale della musica di una nazione conquistata, ma Jinheung si liberò di questi oppositori dicendo che la caduta di Gaya non sminuiva per nulla lo splendore della sua musica. Adottò così il gayageum e le relative musiche come musica ufficiale della nazione.

Di conseguenza, nonostante la caduta di Gaya, il gayageum continuò a vivere durante tutto il periodo di Silla e oggi è diventato lo strumento a corda rappresentativo della musica tradizionale di corte e della musica popolare della Corea. Il gayageum, che dà vita a un genere musicale veramente unico, è uno strumento con caratteristiche strutturali, tecniche di esecuzione e qualità tonali che si distinguono nettamente dagli strumenti a corda della Cina, del Giappone e del Vietnam.

La modernizzazione del gayageum

Oggi esistono due tipi di gayageum, quello tradizionale e quello modernizzato. Il gayageum tradizionale comprende il pungnyu gayageum (già citato) costruito in accordo con la versione originale di Gaya, e il sanjo gayageum (산조가야금 調). che emerse verso la fine del diciannovesimo secolo in seguito alla popolarità allora goduta dalla musica strumentale sanjo (산조 調) per solista.

Il pungnyu gayageum è usato principalmente per la musica di corte che in passato veniva eseguita per la classe superiore, mentre il sanjo gayageum è di norma associato alla musica popolare, come le canzoni folcloristiche e il sanjo. La musica di corte presenta lunghe pause fra le note e generalmente viene eseguita con un tempo lento, mentre la musica popolare è più animata e diversificata, caratterizzata da estreme variazioni nel tono che richiedono notevoli capacità tecniche per effettuare le rapide transizioni. È probabile che il sanjo gayageum sia stato creato in risposta alla crescente popolarità che riscuoteva la musica popolare di quell’epoca.

A partire dagli anni 1960, assieme all’arrivo di un nuovo ambiente musicale, il gayageum è entrato ancora in un’altra era. La tradizione millenaria del gayageum a 12 corde è stata in parte interrotta perché i musicisti, sia del Nord che del Sud Corea, si sono sempre più allontanati dai metodi e dalle tonalità di esecuzione del passato per perseguire direzioni totalmente diverse. Per esempio, le nuove versioni di gayageum possono oggi avere da 15 a 25 corde.

Sacello dedicato al musicista U Reuk

Quando i musicisti suonano un gayageum tradizionale, che è intonato sulla tradizionale scala pentatonale coreana, premono e pizzicano le corde, creando melodie che riflettono le proprie sensibilità individuali. La creazione di armonie più raffinate, invece di singole note melodiche, è considerato più importante quando si suona il gayageum moderno che è accordato sulla scala di tipo occidentale. In effetti, il gayageum è soggetto a continui cambiamenti, con corde oggi costituite da fibre sintetiche al posto della seta, un tempo essenziale per produrre la ricchezza di tono tipica di questo strumento. Ne sono state create anche versioni elettroniche.


Tratto da “Lingering Resonance of Gaya Music”, in Koreana, vol.20, n.1, primavera 2006. Testo originale di Song Hye-jin, professore di Cultura e arti tradizionali presso la Sookmyung Women's University, fotografie di Ahn Hong-beom, Seo Heun-kang. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo