Il dipinto del rituale che guida
al cielo le anime dei trapassati


I

l tema del dipinto noto come Rituale del nettare Namjangsa comprende un processo di guida verso il paradiso dell'Elisio delle anime di coloro che hanno sofferto una morte tragica. Il dipinto, particolarmente grafico e dinamico, è notevole per il fatto che fu creato nel periodo di regno della dinastia Yi di Chosŏn, quando il buddismo era duramente perseguitato.


Il Rituale del nettare Namjangsa, dipinto su seta, 233 x 338 cm, del 1701

Dalla parte alta del dipinto, i Sette Budda stanno scendendo verso un altare che è stato costruito per le anime dei defunti, assieme al Bodhisattva guida, a Ksitigarba (il salvatore associato con la morte e l'inferno) e ad Avalokitesvara (dea della misericordia). Sopra i sette Budda uno spettro di cinque colori si estende verso il cielo formando una corona.

I corpi dei Budda tinti d'oro nella parte superiore del dipinto sono rappresentati in modo da enfatizzare la cerimonia che si sta conducendo al centro del dipinto, mettendo contemporaneamente in luce la dignità e la misericordia dei Sette Budda che apparentemente sono in grado di sopprimere tutte le pene e le sofferenze degli esseri umani che si trovano al fondo del dipinto. Dietro al Bodhisattva guida, a Ksitigarba e ad Avalokitesvara, che si trovano posti alla sinistra e alla destra dei Sette Budda, si trova un paesaggio scuro che accentua la benevolenza e l'eleganza dei Budda che stanno scendendo in una missione di salvazione.

Al centro del dipinto monaci stanno danzando e cantando attorno a un altare decorato con vari tipi di offerte alimentari, mentre nello sfondo vi sono immagini di persone che hanno fatto delle offerte e di monaci che si inchinano. Sull'altare si trova una decorazione floreale e cibo per consolare le anime affamate saziandole con la benevolenza dei Budda. Quando queste cibarie, o amrta (rugiada dolce o nettare dell'immortalità), vengono consumate, alle anime viene garantito un passaggio immediato all'eternità e il sollievo da tutte le pene relative al samsara (le sei modalità di trasmigrazione o circolazione) di qualunque preta (demone affamato) che popola il mondo degli inferi.

Al fondo del dipinto coloro che sono stati scelti per partecipare al banchetto delle offerte di cibo sono rappresentati come chi sta per affrontare una morte imminente, o l'inferno come risultato del loro karma, e come demoni affamati. In questa sezione del dipinto i defunti possono essere visti come ancora viventi. Nella parte centrale inferiore del dipinto vi è la scena di un campo di battaglia, in cui due eserciti si affrontano con moschetti e archi. I generali dei due schieramenti, entrambi con l'armatura, sono messi in risalto da un contorno. Nella parte inferiore è in corso una fiera battaglia fra le cavallerie opposte. In questa parte del dipinto sono inoltre rappresentati alcuni esempi di morti tragiche, come annegare in un pozzo, essere schiacciato da un carro, cadere da un albero, essere divorato da una tigre o essere morso da un serpente velenoso.

La forma più sfortunata di morte è senza dubbio quella inattesa perché chi viene colpito da questa fine inaspettata non ha modo di prepararsi alla dipartita e non ha nessuno che lo pianga. Senza qualcuno che si prenda cura di loro, le anime di queste vittime sono lasciate vagare per i quattro angoli della terra, continuando a soffrire. Durante la dinastia Yi il buddismo aveva il compito di offrire conforto a queste anime sfortunate. Perché queste anime potessero essere guidate verso il cielo era necessaria una cerimonia che comprendeva riti sacrificali da effettuarsi di fronte a questo dipinto. Gli esseri umani che si vedono nella parte bassa del dipinto sono stati rappresentati in un modo che trasmette un senso di realismo a chi li osserva.

Nella scena in cui è rappresentato l'inferno, si vede Ksitigarba scendere dal cielo e aprire le porte dell'inferno. Maudgalyayana (uno dei dieci capi discepoli di Sakyamuni, noto per i suoi poteri miracolosi) compare di fronte a due demoni affamati, offrendo loro la rendenzione. L'identificazione dei personaggi del dipinto che compare accanto ai demoni affamati è rappresentata in un modo che crea l'impressione che Avalokitesvara abbia cambiato la forma del proprio corpo in quella di un demone affamato in modo da salvare le anime di coloro che hanno sofferto una morte tragica.

La cerimonia che si tiene al centro del dipinto per le anime solitarie rappresenta la trasformazione del cibo che si trova sull'altare in nettare dell'immortalità come risultato della benevolenza e della grazia salvatrice dei Sette Budda che sono stati mandati per redimere le anime che consumano questo nettare. Il dipinto intende consolare le anime che si imbattono nell'angoscia di una morte improvvisa, fornendo loro un modo di staccarsi dai legami del samsara.


Tratto da “Namjangsa Nectar Ritual Painting”, in Koreana, vol.17, n.3, autunno 2003. Testo originale di Kim Seung-hee. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo