Al terzo tentativo lanciato satellite da base sudcoreana


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opo i tentativi falliti nel 2009 e nel 2010 la Corea del Sud ha finalmente avuto successo nel mettere in orbita il suo primo satellite artificiale lanciato dal proprio territorio. Anche se arrivata seconda nella gara fra il Sud e il Nord, mercoledì 30 gennaio 2013 la Corea del Sud, al terzo tentativo, è riuscita a lanciare con successo il proprio satellite Naro-1.

La differenza principale fra i due lanci, quello del Nord Corea del 12 dicembre 2012 e quello del Sud Corea del 30 gennaio 2013, sta nel vettore usato: per la Corea del Nord un razzo vettore completamente autocostruito (per il cui lancio il Nord è stato accusato dalla comunità internazionale di aver voluto effettuare nient’altro che un test balistico), per la Corea del Sud un vettore KSLV-1 (Korea Space Launch Vehicle-1) il cui primo stadio è di origine russa, mentre il secondo stadio a combustibile solido è stato costruito in Corea.


Il lancio del satellite Naro-1

Il satellite invece è stato costruito localmente, sia per quello del Nord (che, però, dopo il lancio a quanto pare non ha più dato segni di sé), che per quello del Sud (che invece ha già dato segni di vita subito dopo il lancio), e la base di lancio si trova, per entrambi i paesi, nel loro territorio. La base spaziale sudcoreana, sviluppata con assistenza russa, si trova a Naro, nell’isola di Goheung, regione Jeolla del Sud, a 485 chilometri a sud di Seul.

In un paese fortemente tecnologizzato, com’è oggi la Corea del Sud, suona strano che non si sia sviluppata al meglio anche la tecnologia spaziale. Il motivo va cercato nella persistente pressione politica degli Stati Uniti che per decenni hanno ostacolato i programmi sudcoreani per lo sviluppo di razzi e missili per il timore di programmi militari missilistici clandestini.

Il razzo Naro-1 si è alzato alle 4 del mattino del 30 gennaio 2013 e, raggiunta l’altezza di riferimento, ha scaricato il satellite (Science and Technology Satellite-2C), 9 minuti dopo la partenza. Il centro spaziale Naro ha continuato a rilevare i segnali trasmessi dal satellite a conferma della sua velocità e altezza, ma un’analisi completa sul corretto funzionamento del satellite si è potuta avere soltanto giovedì 31 verso le 5 del mattino, quando il satellite ha effettuato il primo contatto con la stazione terrestre della nazione presso il KAIST (Korea Advanced Institute of Science and Technology) di Daejeon, a 160 km a sud di Seul.

“Dopo aver analizzato i dati, abbiamo dimostrato che il nostro satellite è entrato nella sua orbita come previsto” ‒ ha dichiarato Lee Ju-ho, Ministro dell’Istruzione, della Scienza e della Tecnologia sudcoreano, nel corso di una conferenza stampa trasmessa dalla televisione nazionale ‒ “Oggi abbiamo fatto un salto per diventare una potenza nella tecnologia spaziale. Questo è un successo per tutto il popolo”.

Il piccolo satellite messo in orbita pesa 100 Kg, è stato costruito presso i laboratori del KAIST, è previsto che abbia un anno di vita operativa ed è stato progettato con il compito di raccogliere dati sulle radiazioni spaziali. È il primo satellite sudcoreano lanciato dal proprio territorio. Il paese d’altronde ha altri cinque satelliti in orbita, ma tutti lanciati dall’estero.

La Corea è entrata così nel ristretto club mondiale dei paesi (11 ora) che hanno messo in orbita almeno un satellite artificiale. Ma la Corea del Sud ha progetti ambiziosi: ha già annunciato un piano per sviluppare un proprio vettore entro il 2018, e si parla anche di arrivare in futuro sulla Luna.


Tratto da vari siti web in data 30-31 gennaio 2013.

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© Valerio Anselmo