Nuove teorie sui pali degli spiriti changsŭng

La rivoluzione a cui è stata sottoposta la società coreana negli ultimi decenni con la cosiddetta “modernizzazione” è stata molto più profonda di quanto si possa credere. Le nuove generazioni hanno completamente cambiato il loro modo di pensare, rigettando tradizioni millenarie a favore di una imitazione dell'Occidente non sempre giustificata. A farne le spese sono state soprattutto le credenze religiose della popolazione di campagna. I simboli del cielo e della terra, i pali degli spiriti, messi a protezione contro le forze del male all'ingresso dei villaggi, non solo non sono più rispettati come un tempo, ma sono rimasti oggi degli oggetti che hanno perso del tutto la loro sacralità, per diventare semplici curiosità turistiche, divertenti forse, ma non più degne della devozione degli abitanti di quei villaggi. (Su questo argomento si veda anche la pagina Lee Ga-rak, scultore di changsŭng.)

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


I

changsŭng (장승 ) sono pali degli spiriti tradizionali che, posti all'ingresso dei villaggi di campagna a proteggerli dagli spiriti del male e dalle malattie, hanno l'aspetto di vecchi nonni non particolarmente gentili, ma sui quali si può fare affidamento. Questi pali (che un tempo erano dei tronchi d'albero inseriti nel terreno capovolti, con le radici rivolte in alto, come si può vedere nella coppia di vecchi changsŭng originali nella pagina sulle religioni) si possono oggi ancora vedere all'ingresso di alcuni villaggi di campagna e nei cortili di qualche università. Tronchetti a forma di changsŭng sono comuni nei negozi che vendono souvenir e cose curiose per i turisti.

Pali changsŭng a Yech'ŏn, nella regione Kyŏngsang-pukto

A seconda della regione, questi oggetti sono chiamati con nomi diversi. Di solito si trovano in coppia, maschio e femmina, e l'uomo porta la scritta “grande generale di quanto sta sotto il cielo” (ch'ŏnha taejanggun 천하대장군 ), mentre la donna porta scolpito “generalessa di quanto sta sotto terra” (chiha yŏjanggun 지하여장군 ). Sono oggetti di fede primitivi, che risalgono probabilmente al periodo neolitico e all'età del bronzo, e sono il prodotto di società agricole.

La venerazione dei changsŭng e degli spiriti del cielo e della terra che essi rappresentavano continuò a essere una parte importante della vita dei coreani fino alla fine del periodo Koryŏ (918-1392). L'ideologia dominante del successivo periodo Chosŏn (1392-1910) fu il confucianesimo, che metteva l'accento sulla pratica della virtù nella vita di ogni giorno e sull'aderenza alle norme sociali. A mano a mano che l'influenza del confucianesimo cresceva, altre religioni e credenze come il buddismo e il taoismo perdevano gradualmente importanza. Sotto la tirannia degli studiosi confuciani molti templi buddisti furono devastati e, per proteggerli dalla rovina, i fedeli buddisti cominciarono a erigere changsŭng all'ingresso dei templi.

Changsŭng e sottae a Hongch'ŏn-gun nella regione Kangwŏn-do.
Sui “sottae” si veda la pagina dedicata.

Dal momento che erano respinti dalla classe dirigente, il buddismo e il taoismo accolsero come integrazione credenze popolari che portarono a una rinascita di queste religioni e filosofie. La fede nei poteri dei changsŭng divenne parte integrante della vita dei coreani perché questi simboli erano legati a elementi come la nascita e la morte, la malattia e la sofferenza. La credenza nei changsŭng fu stabilita nel sedicesimo e nel diciassettesimo secolo come parte centrale della vita delle comunità coreane.

Ancora oggi alcuni villaggi tengono riti per i changsŭng in occasione del capodanno lunare o nel giorno della prima luna piena dell'anno lunare. Il rito viene condotto dall'anziano considerato più puro del villaggio e consiste nel preparare nuovi changsŭng, venerare le divinità guardiane e nell'offrir loro preghiere per assicurare la pace del villaggio. Dopo il rito, gli abitanti del villaggio mangiano dolci di riso e bevono vino di riso, facendo voti per il benessere del villaggio.

Il parco delle sculture changsŭng nel tempio Magoksa
a Kongju (Gongju) nella regione Ch'ungch'ŏng-namdo

Di recente la fede nei changsŭng è quasi del tutto scomparsa e vi è la tendenza a trattare questi simboli più che altro come attrazioni turistiche. Ma vi sono ancora dei villaggi che continuano a scolpire e installare nuovi changsŭng e a tenere i relativi riti.

La prima cosa da fare quando si creano nuovi changsŭng è la scelta del legno per i nuovi pali degli spiriti. Questi sono oggi generalmente fatti di legno di pino, che si trova abbondante in Corea, ma qualche volta viene usato il legno del castagno che dura più a lungo.  Per farli durare di più, questi pali sono talvolta colorati con della terra gialla o con della pittura da legno.

Così come i loro nomi variano da regione a regione, anche l'aspetto dei changsŭng cambia da un luogo all'altro. Ad esempio, nella maggior parte dei changsŭng delle regioni meridionali i denti superiori mordono gentilmente il labbro inferiore e gli incisivi superiori spuntano fuori conferendo alle sculture un aspetto minaccioso che dovrebbe spaventare gli spiriti cattivi. Nelle regioni centrali, invece, i changsŭng hanno sempre una lunga barba.

Oggetti a forma di changsŭng si trovano
nei negozi di curiosità per turisti

Gli occhi dei changsŭng possono essere grandi e sporgenti o normali. Gli occhi grandi e sporgenti danno alla scultura il suo caratteristico aspetto minaccioso. Il motivo per cui si fanno gli occhi così fieri è quello di spaventare lo spirito del vaiolo e gli altri spiriti cattivi che portano la carestia, i disastri naturali e le altre malattie.

Oltre a servire come guardiani dei villaggi, i changsŭng erano usati come segnali di confine e come indicatori delle distanze. Venivano eretti per segnare i confini di un terreno agricolo o di un terreno di caccia, ma erano anche posti lungo le strade di campagna o ai limiti di un villaggio per indicare la distanza dagli altri villaggi.

In altri casi venivano eretti per riempire un vuoto o una debolezza nell'energia naturale in una qualunque delle direzioni (nord, sud, est, ovest o centro) o per pregare di avere un figlio maschio o un raccolto abbondante.

Il changsŭng, questa parte della vita coreana così profondamente radicata, fino a 30 o 40 anni fa si poteva trovare in quasi tutti i villaggi della Corea. Ma a partire dagli anni 1970 cominciarono a essere rimossi o abbandonati con la scusa di eliminare le superstizioni o di ridurre le spese del villaggio.

Un artigiano specializzato in changsŭng
al lavoro nel suo laboratorio

La diminuzione del numero dei changsŭng fu anche il risultato di una crescita dei livelli di istruzione e di un diffuso disprezzo delle usanze tradizionali. In aggiunta a questo, con l'introduzione dei moderni mezzi di trasporto i changsŭng che servivano da pietre miliari cominciarono a sparire e, con l'indebolimento delle comunità dei villaggi e l'arrivo di religioni straniere come il cristianesimo, i changsŭng furono in pericolo di scomparire del tutto.

Ma, in risposta all'opinione pubblica che riconosceva la necessità di mantenere vive le comunità dei villaggi e di conservare la cultura popolare, il ministro per gli affari interni emanò nell'aprile del 1972 un decreto sulla conservazione delle proprietà culturali folcloristiche, proteggendole così dalla distruzione. Oggi vi sono organizzazioni come la “Società coreana per la conservazione dei changsŭng” e l'interesse per questi oggetti e per i riti a essi connessi sta crescendo come parte di un movimento inteso a preservare la cultura locale.

I changsŭng si possono vedere anche nelle vie delle città,
probabilmente a segnalare un negozio di souvenir per turisti

Anche se queste forme di folclore oggi non sono più spontanee in un paese tutto teso a farsi conoscere nel mondo e a smerciare i propri prodotti più moderni, in fondo in fondo nei villaggi di campagna in Corea la gente di una certa età pensa con nostalgia ai tempi in cui, uscendo a piedi dal villaggio su una stradina in terra battuta o rientrando, rivolgeva un pensiero di ringraziamento agli spiriti del cielo e della terra, rappresentati dai changsŭng, per aver protetto le proprie case e le proprie famiglie dalle malattie e dai disastri naturali. Forse questa era solo superstizione, come dicono oggi i giovani, ma l'animo di quelle persone si sentiva rassicurato dalla presenza di quei simboli, che garantivano anche la continuità delle tradizioni e della cultura e di un modo di vivere tranquillo, quasi immutato da millenni.


Tratto in parte da “Jangseung and Beoksu”, in Pictorial Korea, marzo 2004. Testo di Moon Mi-hwa. Fotografie di Hwang Min-kyu. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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