Kwangyang: nasce un nuovo mega porto


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wangyang (Gwangyang) era un tranquillo villaggio di pescatori nella remota costa meridionale della Corea fino al 1987, prima che l'azienza POSCO Corp. vi completasse la prima fase della sua seconda acciaieria su un desolato tratto costiero in quella zona. Negli ultimi dieci anni l'acciaieria POSCO, assieme al vicino Complesso industriale petrolchimico di Yochon e al Parco industriale di Yulchon, hanno trasformato quel piccolo villaggio di pescatori in uno dei maggiori porti della nazione, facendolo diventare una delle principali città industriali.

Kwangyang, a circa 350 chilometri a sud di Seul e a 150 chilometri a ovest di Pusan (Busan), si sta ora preparando per la sua seconda grande trasformazione, giacché il governo sudcoreano è intenzionato a sviluppare questa città della regione Chŏlla-namdo facendola diventare, entro i prossimi dieci anni, un porto logistico internazionale, come Hong Kong, Singapore o Rotterdam.

Secondi i piani del governo intesi a trasformare la Corea nel perno industriale dell'Asia nordorientale, Kwangyang, se combinato con il più importante porto della Corea, Pusan, ha la capacità di crescere fino a diventare un “mega porto centrale” in grado di servire l'intera Asia nordorientale.

“La fascia Pusan-Kwangyang è situata idealmente sulla rotta Trans-Pacifica che collega Los Angeles a Kaoshung di Taiwan.” - afferma un rapporto del Ministero delle Finanze e dell'Economia sudcoreano - “Inoltre, Pusan e Kwangyang sono porti ideali per la gestione dei carichi in trasferimento fra la costa occidentale del Giappone e la Cina settentrionale, a causa della vicinanza geografica delle due superpotenze economiche.”

Se la ferrovia fra il Sud e il Nord Corea si dovesse riallacciare, con una successiva connessione con la ferrovia trans-asiatica, comprendente la ferrovia transiberiana e la ferrovia trans-cinese, i porti di Pusan e di Kwangyang offrirebbero la via più breve per il trasporto di merci di esportazione della Cina, traendo vantaggio anche dal suo potenziale come porta verso l'Eurasia. Questa condizione favorevole si potenzierebbe ulteriormente se il Sud e il Nord Corea collegassero anche le sei strade che sono rimaste interrotte ormai da troppo tempo, prima di incorporarle nell'autostrada asiatica che passa attraverso la Cina e la Russia.

C'è soprattutto - continua il rapporto - il fatto che i porti coreani vantano i prezzi più bassi dell'Asia nordorientale, spiegando che, se si pone uguale a 100 il prezzo del porto di Pusan, i prezzi di Kobe (Giappone) e Hong Kong (Cina) risultano uguali a 219, seguiti da Kaoshung (Taiwan) a 161 e da Singapore a 130.

“Considerando le circostanze geografiche, il flusso internazionale di carichi con container e l'emergere della Cina come centro manufatturiero mondiale, i porti di Pusan e di Kwangyang hanno un enorme potenziale di crescita, tanto da diventare dei mega porti centrali dell'Asia nordorientale.” ha detto Lee Jeong-wook, capo dell'Istituto Marittimo della Corea. “Col Giappone e la Cina che lottano per costruire i propri porti centrali regionali, la Corea dovrà essere più aggressiva negli investimenti per infrastrutture, nello sviluppo del software e nella prepazione di una manodopera professionale.” Lee ha poi aggiunto che occorrono anche benefici fiscali e incentivi per gli investitori privati.

Kim Jae-chul, presidente dell'Associazione per il commercio internazionale della Corea, da lungo sostenitore del potenziale dei porti di Pusan e Kwangyang, suggerisce che l'apertura di importanti rotte secondarie costiere con la Cina e il Giappone, un maggiore ruolo intermedio nei confronti delle merci cinesi dirette verso il Nord America, e l'uso da parte dei commercianti coreani della ferrovia trans-cinese per le spedizioni di merci verso l'Europa porteranno a forti risparmi nei costi e a una riduzione nei tempi dei trasporti.

“La maggior parte delle industrie rivolte all'esportazione che oggi si trovano dislocate all'interno dovranno essere rilocate nelle aree costiere, vicino alla fascia Pusan-Masan-Kwangyang, per tagliare i costi logistici e migliorare la competitività nei trasporti.” - insiste Kim - “Oltre a essere un porto centrale e un centro logistico delle esportazioni, le panoramiche aree costiere meridionali della Corea possiedono tutte le condizioni geografiche per svilupparsi in centri di classe mondiale per i turisti cinesi e giapponesi che desiderano riposarsi al mare o praticare sport marittimi.”

Suggerisce anche, un po' baldanzosamente, che la Corea adotti l'inglese come seconda lingua ufficiale, affermando che il segreto comune del successo di Hong Kong, Singapore e Rotterdam è la loro politica rivolta al multilinguismo. Kim mette l'accento sul fatto che, per un orientamento più globale, assieme alla competenza linguistica servono una migliore attitudine pubblica, una gestione aziendale, reti di trasporti e talenti nel settore commerciale.

Il progetto governativo prevede che i porti di Pusan e Kwangyang espandano drasticamente le proprie attrezzature per un totale di 70 ancoraggi entro il 2011, raggiungendo così la capacità del porto di Shanghai, terzo porto nel mondo, che ha in progetto la costruzione di altri 52 ancoraggi, oltre ai 18 esistenti, entro il 2010. A tale fine il porto di Kwangyang dovrà aumentare la propria capacità a 12 ancoraggi entro la fine del prossimo anno con la costruzione di altri otto ancoraggi, prima di raddoppiare la capacità che sarà portata a 24 ancoraggi nel giro di 10 anni. Il Nuovo porto di Pusan, che ha in progetto di assicurare tre ancoraggi in grado di accogliere tre vascelli da 50.000 tonnellate entro il 2006, avrà 25 ancoraggi entro il 2011, mentre il Porto settentrionale di Pusan raggiungerà 21 ancoraggi entro lo stesso anno.


Tratto da “Plans Set Sail”, in Korea Now, 29 giugno 2002, pp.26-28. Testo originale di Yoo Cheong-mo. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: “Korea Now”.

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