La pagoda a 10 piani di Gyeongcheonsa

Dopo un restauro durato dieci anni per riparare i danni causati dall'inquinamento atmosferico, la pagoda a 10 piani del tempio Gyeongcheonsa è tornata ad essere esposta al pubblico. Il luogo in cui si trovava prima, così spazioso, era molto adatto per osservarla da lontano contro lo sfondo del cielo, in tutta la sua gloria, mentre purtroppo lo spazio in cui è stata ora posta, all'interno del Museo nazionale della Corea, risulta davvero troppo angusto.
Nota sulla trascrizione: I termini coreani sono qui trascritti secondo il sistema di romanizzazione proposto dal governo coreano nel 2000. Quando è necessaria, tra parentesi viene posta la trascrizione McCune-Reischauer.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.



Il luogo, molto spazioso, in cui fu posta la pagoda a 10 piani nel 1960 dopo un primo restauro. Alta 13,5 metri, fu costruita nel 1348, nel periodo Goryeo. Si noti la parte superiore, tipica delle pagode derivate dallo stupa.

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a pagoda a 10 piani di Gyeongcheonsa (Kyŏngch’ŏnsa), nome completo in sino-coreano 경천사십층석탑 , costruita durante il regno di Goryeo (Koryŏ), si distingue dalle altre perché non segue gli stili artistici prevalenti al momento della sua creazione. Dopo essere stata portata in Giappone durante il turbolento periodo dell’occupazione nipponica ed essere poi stata restituita alla Corea, ha finalmente trovato una sua casa.

Secondo quanto viene detto nella Storia di Goryeo (Goryeosagi 고려사기 ), il re Yejong (예종 ) (r. 1105-1122), sedicesimo re del regno di Goryeo (918-1392), condusse dei riti funebri in memoria di suo padre, il re Sukjong (숙종 ) (r. 1095-1105), presso il tempio Gyeongcheonsa, per cui si stabilì un precedente per la celebrazione presso quel tempio dei successivi servizi funebri officiati per la famiglia reale di Goryeo. Questo fatto riflette quanto fosse stretto il rapporto fra il tempio Gyeongcheonsa e la corte reale di Goryeo.

Un’iscrizione sul primo livello della pagoda dichiara che Gang Yung e Go Ryong-bong nel marzo del 1348 fecero un'offerta per la costruzione di questa pagoda presso il sito del tempio, che è situato nel villaggio di Pungdeok (풍덕 ) presso Gaeseong (개성 ), oggi in Nord Corea. Facendo sposare sua figlia con il Primo ministro della Cina Yuan, Gang Yung era in grado di garantirsi una posizione governativa importante. E fu proprio nella Cina Yuan che Gang Yung scelse gli artigiani per la costruzione della pagoda. A quanto risulta, quindi, il monumento fu costruito in Corea a spese di un ricco coreano, ma da artigiani cinesi.

Influenze di Goryeo

A quell’epoca gli Yuan praticavano il buddismo lamaistico originario del Tibet, le cui pagode erano diverse da quelle in stile cinese. La pagoda a 10 piani di Gyeongcheonsa incorpora non solo le caratteristiche delle pagode dei lama tibetani, ma anche le influenze peculiari di Goryeo.


La Pagoda bianca di Beijing (Pechino), citata nel testo. La parte superiore con la fiamma c’era anche nella pagoda coreana.

L'autore dell'articolo afferma che in Cina la più antica e più significativa pagoda lamaistica è la Pagoda bianca del tempio Miao-yin a Pechino (Beijing), costruita nel 1271, riprodotta nella figura a sinistra. La base della Pagoda bianca ha la forma del carattere cinese , mentre il corpo è cilindrico. La sezione superiore è coronata da una guglia formata da vari strati di ombrelli in scala discendente lungo una facciata triangolare. La guglia è coperta da un baldacchino in bronzo scolpito, che termina con un ornamento.

La base e il corpo della pagoda a 10 piani di Gyeongcheonsa, entrambi a tre piani, seguono lo schema della pagoda lamaistica e uno stile simile si vede anche nella sezione superiore. Tuttavia, la forma quadrata che si estende dal quarto al decimo piano e i tettucci scolpiti in modo intricato a somiglianza dei tetti di legno sulle sezioni a forma di che vanno dal primo al terzo piano non sono caratteristiche delle pagode in stile lamaistico.

Quando fu costruita questa pagoda a 10 piani, a Goryeo erano popolari le pagode a 7 piani, per cui si può pensare che questa tendenza abbia influenzato la struttura a sette piani della sezione superiore della costruzione. Inoltre questa pagoda fu fatta di marmo, invece che di granito, un materiale che era allora molto più popolare in Corea. La natura più delicata del marmo permise la scultura di immagini aggraziate, oltre che dei tetti elaborati e del sistema di supporti, che sono così dettagliati che sembrano intagliati nel legno. In definitiva, la base e certi elementi della sezione superiore presero la forma delle pagode lamaistiche, ma essa resta chiaramente coreana nella maggior parte dei dettagli.

Un appello alla compassione del Budda

Ognuno dei piani della pagoda di Gyeongcheonsa può essere smontato, compresa la base e i primi tre piani, che possono essere separati verticalmente. Quando viene smontata, si nota che ciascuna parte individuale porta incisa nella superficie interna la sua posizione, come ad esempio l’indicazione “secondo piano sud-est”. Come si può ben capire da questi particolari, la pagoda fu costruita con grande attenzione, basandosi su un progetto dettagliato.

Dopo la sfortunata esperienza che l’ha vista costretta a girovagare fra la Corea e il Giappone, la pagoda a 10 piani, tesoro nazionale numero 86, è stata sistemata nel Museo nazionale della Corea, un luogo che, dopo il laborioso restauro, la protegge dalle intemperie. Il luogo, però, non appare certo il più adatto per farla apprezzare nel suo splendore, ma forse non si poteva fare in modo diverso. Si può anche pensare che i danni sofferti dal monumento, più che ascrivibili ai giapponesi, siano forse imputabili in gran parte all’inquinamento atmosferico dei giorni nostri.

Generalmente le pagode si dividono in tre sezioni principali: base, corpo e sezione superiore. Questa pagoda, però, è formata da quattro sezioni: una base bassa a tre piani, un corpo a tre piani nella stessa forma della base, un corpo quadrato a sette piani e una sezione superiore.

[Nota dell’autore del sito: La sezione superiore, cioè quella finale in parte cilindrica e con una fiamma stilizzata, presente in tutte le pagode come evoluzione dello stupa e che appare evidente nella prima fotografia di questa pagina, non compare più nelle fotografie della pagoda al Museo nazionale. È però possibile che venga installata in seguito. Il tettuccio dell’ultimo piano di questa pagoda sembra essere stato rifatto prendendo a modello quello della pagoda Wongaksa, tesoro nazionale n. 2, risalente al 1467. Le varie fasi del restauro si possono vedere nel file (da 29,8 MB, in coreano) scaricabile da questo link.]

La parte del tetto fra il terzo e il quarto piano del corpo, al di sopra del quale l'area della superficie improvvisamente si restringe, ha un doppio strato, a differenza delle altre coperture dei tetti. Inoltre, se la pagoda venisse divisa a questo punto, le due sezioni sarebbero quasi uguali in altezza. Siccome in Corea il marmo non era un materiale immediatamente disponibile per questo tipo di lavoro, si approfittò dell’occasione per decorare praticamente tutte le superfici libere con dettagli scultorei raffinati che non sarebbe stato possibile ottenere con il granito.

Sul primo piano del corpo della pagoda vi è un’iscrizione che afferma che essa fu costruita “per augurare il benessere delle famiglie reali degli Yuan e di Goryeo, per ottenere venti e piogge favorevoli, e prosperità e benessere per la nazione, cosicché il buddismo si possa sviluppare ulteriormente e portare l'illuminazione a ognuno.” La costruzione di questa pagoda si basò quindi sulla credenza che la creazione di immagini del Budda e l’officiare rituali buddisti avrebbero assicurato il benessere della nazione e avrebbero consentito alla popolazione di ottenere l’accesso alla Terra della perfetta beatitudine.

Una nuova casa


Lavori sulla parte superiore della pagoda, quella che sembra aver subito le maggiori modifiche

La sfortuna colpì la pagoda a 10 piani di Gyeongcheonsa dal momento della caduta del regno di Goryeo fino a tutto il periodo Joseon (Chosŏn 1392-1910), specialmente quando la monarchia coreana stava per cadere. Il ministro giapponese Tanaka Mitsuaki, che era stato mandato dalla famiglia imperiale nipponica nel dicembre del 1906 come inviato speciale per partecipare al matrimonio del principe reale coreano (che in seguito divenne il re Sunjong 순종 r. 1907-1910), nel marzo del 1907 mobilitò dei lavoratori giapponesi e fece smontare abusivamente la pagoda, che fu poi spedita in Giappone. Tanaka cercò di placare le veementi rimostranze del governatore locale e dei residenti inventandosi che il re Gojong gli aveva dato la pagoda in dono. Ma il racconto di queste sue malefatte si diffuse presto in tutta la Corea grazie al giornale “Daehan maeil sinbo” (Notizie quotidiane della Corea) (대한매일신보 ).

Siccome le proteste della popolazione continuavano a crescere a causa della diffusione in Corea e in Giappone della notizia dell’appropriazione indebita da parte di Tanaka, alla fine questi fu costretto a cedere e la pagoda fu restituita alla Corea nel 1919. La pagoda, però, a causa dello smontaggio e del trasporto in Giappone e poi di nuovo in Corea, subì molti danni. Tornata in patria, fu posta nella sala principale del palazzo Gyeongbokgung e, in seguito, dal 1960 in poi fu messa di nuovo all'aperto nello stesso palazzo. Ma l'esposizione agli elementi atmosferici, in particolare alla pioggia acida, causò l'erosione delle delicate superfici scolpite nel marmo, per cui nel 1995 fu riportata all'interno. Alla fine, nel 2005, un secolo dopo il suo sfortunato viaggio, trovava finalmente una sede permanente nel Museo nazionale della Corea.


Tratto in parte da “The Storied Pagoda of Gyeongcheonsa”, in Koreana, vol.21, n.3, autunno 2007. Testo di Shin Yong-chul del Museo Tongdosa, fotografie tratte da Internet. Ricerche bibliografiche a cura dell’autore del sito. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo