Panmunjom e la zona smilitarizzata

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


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a zona smilitarizzata (DMZ, Demilitarized Zone) che divide la penisola coreana in Nord e Sud Corea iniziò come una semplice linea tracciata su una mappa nel 1945, alla fine della Seconda guerra mondiale, per facilitare la resa dei giapponesi. In un incontro di strategia inteso a disarmare i giapponesi il più presto possibile, gli Stati Uniti decisero in meno di mezz'ora che le truppe sovietiche avrebbero accettato la resa dei giapponesi a nord del 38º parallelo e le truppe statunitensi a sud. I responsabili di questa divisione non tentarono neppure di considerare le condizioni topografiche naturali come fiumi o catene montane o unità amministrative come linee guida alternative per la divisione del paese.

Un segnale arrugginito sulla linea di
confine militare, mostra i segni del tempo

Fin dall'antichità in Corea la terra era stata coltivata e furono create barriere in modo naturale secondo lo stile di vita e i costumi della gente che ne avevano fatto la loro dimora. Come importanza, prima veniva la vita delle persone e poi le barriere. Ma, improvvisamente, all'altezza del 38º parallelo fu tracciata una linea su una mappa della Corea e questa tagliò in due il paese, in un modo assurdo e incomprensibile per la gente che si sentiva di appartenere a una stessa nazione.

Come risultato della divisione della penisola, salì la tensione e alla fine scoppiò la guerra di Corea. Dopo terribili battaglie durate tre anni, il posto dove le due parti contendenti deposero le armi fu la linea del “cessate il fuoco”. Nei quattro mesi precedenti il cessate il fuoco su questa piccola zona di territorio morirono più di 200.000 soldati e nel corso della guerra morirono oltre 4 milioni di persone, con più di 15 milioni di feriti. E questo fu il risultato della divisione della penisola fatta da persone che giudicarono persin troppi 30 minuti di tempo per tracciare la linea sulla mappa.

Soldati delle Nazioni Unite e soldati
del Nord Corea si fronteggiano sulla
linea di confine a Panmunjom.
Sul fondo un gruppo di turisti.

La zona smilitarizzata (DMZ), stabilita secondo i termini dell'accordo di armistizio concluso il 27 luglio 1953, comprende una striscia di terra larga 2 chilometri su entrambi i lati della linea di demarcazione militare (MDL, Military Demarcation Line). Fu creata come zona cuscinetto per prevenire ulteriori ostilità fra il Nord e il Sud Corea, e si estende per 250 chilometri, da una costa all'altra. A segnare questa linea furono posti 1300 segnali in cemento, che però non sono sopravvissuti negli ultimi 50 anni: oggi ne restano solo poche tracce.

A sud della zona smilitarizzata fu creata ancora un'altra linea, chiamata linea di controllo dei civili (CCL, Civilian Control Line), variante da 5 a 20 chilometri di distanza. Questa linea di controllo fu creata per impedire che civili sudcoreani prendessero residenza o svolgessero attività commerciali in quest'area, per rispettare completamente l'accordo sulla zona smilitarizzata.

Al centro della zona smilitarizzata si trova il villaggio dell'armistizio, Panmunjom (판문점 ). Qui vi è l'area di sicurezza congiunta (JSA, Joint Security Area), con un raggio di non più di 400 metri, controllata da soldati della Commissione militare dell'armistizio del Nord e del Sud. All'interno di quest'area si trova la sala delle conferenze della Commissione militare dell'armistizio, una costruzione di colore blu, molto simile a una baracca militare senza altri segnali di identificazione. La linea di demarcazione che divide in due la Corea passa per il centro di questo edificio. Sul tavolo una fila di microfoni serve come continuazione della linea di confine. Ogni anno oltre 100.000 persone visitano questo edificio.

La linea di divisione fra il Nord e il Sud Corea è rappresentata dai microfoni che corrono lungo il tavolo rettangolare nella sala delle conferenze

La linea del cessate il fuoco è stata tale solo di nome: in realtà ha rappresentato il luogo in cui la guerra è continuata negli ultimi 50 anni. Nel corso di mezzo secolo sia il Nord che il Sud Corea hanno speso oltre il 30 per cento delle risorse per accrescere le proprie forze militari di difesa contro il potenziale nemico al di là della linea di demarcazione. Ci sono voluti meno di 30 minuti per tracciare la linea di divisione al 38º parallelo e una sanguinosa guerra di tre anni per creare la linea di demarcazione militare. Ora sono passati altri 50 anni e i coreani, il 75 per cento dei quali nati dopo la guerra di Corea, si chiedono quanto tempo ci vorrà ancora perché queste barriere vengano abbattute.

La riconciliazione fra le due Coree è ultimamente divenuta argomento di discussione. Dopo mezzo secolo in cui i due paesi non si parlavano, se non per insultarsi a vicenda, ora c'è qualche segno di possibilità di dialogo.

Quello che resta della stazione ferroviaria di
Wŏljŏng-ri della linea Seul-Wŏnsan, ora
nella zona vietata ai civili, a Paju

Dal 13 al 15 giugno del 2000 il presidente sudcoreano, Kim Dae-jung, e il Capo della Commissione di difesa nazionale del Nord Corea, Kim Jong-il, si sono incontrati a Pyongyang, capitale della Corea del Nord, e hanno raggiunto un accordo su punti importanti, quali:

  1. riconciliazione fra il Nord e il Sud Corea e unificazione del paese;
  2. far diminuire la tensione e stabilire la pace nella penisola;
  3. tenere riunioni delle famiglie separate;
  4. promuovere scambi e cooperazione in varie aree, economiche, sociali e culturali.

Si sono anche intraprese azioni per ricongiungere la linea ferroviaria fra il Nord e il Sud e per ristabilire, in un prossimo futuro, una strada che colleghi i due paesi.

L'area della zona smilitarizzata (DMZ), che doveva essere in origine larga 4 chilometri, venne ad essere notevolmente ampliata a causa della linea di controllo dei civili (CCL). Sia la DMZ che la CCL sono state stabilite per impedire la guerra, e questo ha fatto sì che si proibisse agli esseri umani di interferire con la natura all'interno di quella zona. O almeno questo è ciò che la maggior parte della gente pensa.

Ma i fatti contrastano con questa teoria. In realtà sia gli alberi che gli uccelli e gli altri animali che popolano quest'area non sono cresciuti quanto si potrebbe immaginare e le cause sono l'impoverimento della zona a causa della guerra, ma soprattutto la presenza di soldati che, dato il segreto militare, non si può sapere quanti siano, ma che presumibilmente sono in numero considerevole, tanto da condizionare l'habitat naturale e le condizioni ambientali.

Un simbolo tombale chiamato pimok in un antico campo
di battaglia, eretto in occasione del Festival del pimok

A causa del fatto che sterpaglie e alberi potrebbero impedire la vista di eventuali nemici in avvicinamento, oltre all'impiego di diserbanti, tutti gli alberi che possano impedire la visuale ogni anno, da metà febbraio a tutto maggio, vengono regolarmente bruciati, una classica tattica militare dell'antica Cina. La zona è inoltre pesantemente minata: si stima che ci siano circa un milione di mine antiuomo nell'area. Mentre le persone sono conscie del pericolo causato dalle mine, gli animali restano ripetutamente colpiti dagli scoppi, e quelli che sopravvivono alle mine soffrono a causa degli erbicidi.

Nelle zone minate crescono spontanee molte specie di alberi, primi fra tutti le acacie. In queste zone, infatti, è troppo pericoloso andare a tagliare gli alberi. Ma, pur non essendo così florida come vegetazione, l'area è diventata un luogo di riposo favorito di certe specie di uccelli di passo, come gli avvoltoi neri che migrano dalla Mongolia d'inverno. Dopo anni di abbandono della zona, questi uccelli sono tornati a fermarsi in Corea a partire dal 1993. Il 14 dicembre del 1993 gli abitanti delle aree vicine alla zona smilitarizzata lo ricordano come “il giorno degli uccelli che cadevano dal cielo”. Gli avvoltoi, stanchi, disidratati e affamati, cadevano letteralmente a terra come sassi, nonostante gli oltre due metri di apertura alare.

Sudcoreani che risiedono vicino alla zona smilitarizzata mostrano un avvoltoio nero catturato perché troppo affaticato dal lungo volo. Nutrire gli avvoltoi neri in modo che possano riprendere il cammino è diventato un rito annuale per i residenti di queste zone.

Da allora in poi, associazioni ambientaliste e gruppi di protezione degli animali si sono incaricati di nutrire gli avvoltoi, tanto che oggi la zona è diventata una delle tappe favorite da questi uccelli migratori.

Non ci sono foreste vergini nell'area smilitarizzata coreana, ma solo un ambiente naturale unico che si è adattato prima alle conseguenze della guerra di Corea e poi a quelle della guerra fredda. Questa zona è stata ultimamente oggetto di molti studi e si sono scoperte specie rare di fiori e di animali. L'Istituto coreano per le ricerche forestali nel marzo del 2001 ha annunciato di avere scoperto all'interno della DMZ e nelle zone circostanti nove specie non presenti in precedenza in Corea, 88 specie rare e 6 specie designate monumenti naturali.

Bambini e militari spargono mangime per gli uccelli migratori che si fermano nella zona smilitarizzata

Sul monte Kŏnbongsan si è anche scoperta una specie di fungo che non è stata trovata in alcun'altra parte del mondo. La notizia è stata riportata anche dalla rivista National Geographic. Si è anche rinvenuta la presenza di uno scarafaggio, Chromogeotrupes auratus Motschulsky, che si nutre di escrementi di antilope, e varie specie di fiori di cui si ignorava l'esistenza in Corea, come l'iris selvatico (Iris setosa).

Molte di queste specie di animali e di piante, che sono a stento sopravvissute, sono degne di protezione e sono tesori unici. Lo stato della zona smilitarizzata non è certo favorevole al loro mantenimento e l'Istituto di ricerca coreano per la conservazione della natura si sta attivamente interessando per cercare una soluzione.


Tratto da “The Cold War and the DMZ” e altri articoli sul tema, in Koreana, vol.15, n.2, estate 2001. Testo originale di Ahn Byung-ook e altri. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo