La presidente Park Geun-hye ha dei seri problemi



Park Geun-hye, seconda da sinistra, cammina con Choi Tae-min, a destra, durante la cerimonia di fondazione per le "crociate per salvare la Corea" in questa foto scattata il 21 giugno 1975 alla Pai Chai High School di Seul.

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a presidente Park Geun-hye è la seguace di una setta religiosa chiamata Yongsaenggyo, o Chiesa della vita eterna?

La questione sta ossessionando i coreani man mano che crescono le prove riguardanti la misteriosa relazione della Park con la sua confidente di lunga data Choi Soon-sil.

La sessantenne Choi, figlia del defunto Choi Tae-min, leader di un culto, è sospettata di tirare le fila in affari di stato e trarne illecitamente profitto fin da quando la Park si è insediata a febbraio del 2013.

Il presunto sfruttamento di Choi nel suo rapporto con la presidente sta alimentando la speculazione che Park, che è la persona più potente del paese, sia stata sotto l'influenza della sua confidente dopo essere diventata seguace del culto religioso.

Choi Tae-min, che morì nel 1994 all'età di 82 anni, si crede che abbia fondato la Chiesa della vita eterna Yongsaenggyo nel 1970 dalla combinazione di credenze diverse del Buddismo, del Cristianesimo e dell'indigena religione coreana Ciondoismo sorto nei primi anni del 20° secolo. In precedenza era stato un monaco buddista e anche un convertito cattolico.

Definendosi l'equivalente di un moderno Budda o Dangun, il leggendario fondatore dell'antico regno coreano di Gojoseon, Choi Tae-min affermava che ogni uomo era Dio all'inizio e si sarebbe dovuto sforzare di vincere la salvezza per diventare di nuovo Dio e vivere in eterno.

Il leader della setta oscura inizialmente incontrò Park subito dopo che la madre Yuk Young-soo era stata assassinata nel 1974 e che assunse le funzioni di first lady a 22 anni per il padre, l'allora dittatore militare Park Chung Hee.

Si dice che si sia avvicinato a Park dicendole che sua madre gli era apparsa in sogno e si sia offerto di aiutarla.

Choi Tae-min, che fece amicizia con Park nonostante la differenza di età di 40 anni, servì come mentore di Park fino alla sua morte.

Aiutò Park ad organizzare un gruppo di volontari filogovernativi chiamato Movimento per una nuova mente, per i quali l'allora studentessa universitaria Choi Soon-sil serviva come leader dei giovani.

Choi Tae-min, anche ex agente di polizia, proveniva da una famiglia povera, ma accumulò un'enorme fortuna servendo come mentore di Park e lasciò in eredità la sua ricchezza ai suoi figli, secondo le fonti.

Hanno anche detto che Choi Soon-sil, succedette al padre come leader della setta.

Kim Jae-gyu, l'allora capo dei servizi segreti che assassinò Park Chung Hee nel 1979, citò come ragione per assassinare il suo capo "l'incapacità dell'anziano Park di impedire le attività di corruzione di Choi Tae-min e di tenerlo lontano da sua figlia."

Nel 1990, Geun-Ryong, sorella minore di Park, e il fratello Ji-man presentarono una petizione all'allora presidente Roh Tae-woo relativa ad una controversia con Choi Tae-min su una fondazione senza scopo di lucro che era stata istituita per commemorare i loro defunti genitori.

Geun-Ryong e Ji-man hanno affermato che il pastore aveva manipolato la loro sorella maggiore, sfruttando la fondazione per guadagni illeciti e cercando di alienarli.

La presidente Park è ampiamente conosciuta per aver mantenuto per anni una certa distanza dai propri fratelli.

Rilasciato da Wikileaks, l'ambasciata degli Stati Uniti in Corea riferì nel 2007 al suo governo, che "Le voci sono all'ordine del giorno che l'ultimo pastore aveva il controllo completo sulla Park durante i suoi anni di formazione." Chiamava anche Choi Tae-Min un "Rasputin coreano".

Una nuova indiscrezione recentemente scoppiata afferma che la possibile relazione di Park con la setta Yongsaenggyo sia stata dietro l'affondamento del traghetto Sewol nel mese di aprile 2014, peggiore disastro marittimo del paese che ha lasciato più di 300 passeggeri, per lo più studenti delle scuole medie, morti o dispersi. Il governo di Park fu criticato per i suoi sforzi pasticciati per salvare quelle persone.

Tratto da “Is Park Geun-hye a cultist?”, pubblicato dal giornale The Korea Times il 2 novembre 2016.

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© Valerio Anselmo