Park Soo-geun, un Van Gogh coreano


N

el marzo 2002 a un'asta tenuta presso la famosa casa Christie's di New York un dipinto a olio di un pittore coreano fu venduto per 578.000 dollari, il più alto prezzo mai battuto per un'opera d'arte coreana moderna. Questo quadro intitolato Inverno, che misura 22,5 x 44,5 centimetri, era stato inizialmente valutato 200.000 dollari, ma, a sorpresa, riuscì a raggiungere quasi tre volte il prezzo stimato.

Ragazza che porta un bambino sulla schiena (1953)

Il dipinto era un'opera del pittore Park Soo-geun (1914-1965). Il precedente record per un dipinto coreano moderno era stato di 270.000 dollari, sempre ad un'asta da Christie's, raggiunto nel 1996 per Cascina, anche questo opera di Park Soo-geun.

Ora un piccolo museo, a cui si giunge per un sentiero che serpeggia fra un lago e un fitto bosco, raccoglie alcune delle opere e testimonianze della vita di questo pittore.

Park è noto come il Van Gogh coreano. Entrambi, Park Soo-geun e Vincent Van Gogh, hanno condotto una vita infelice, hanno sviluppato tecniche pittoriche loro proprie, hanno avuto un profondo interesse per la semplicità della natura e per le umili vite della gente comune, e hanno ottenuto la fama e l'immortalità dopo la morte.

Villaggio con case dal tetto di paglia (1960)

Ma, in un certo senso, Van Gogh ha goduto di condizioni migliori perché ha passato parte della sua giovinezza in un'atmosfera borghese, impiegato in una galleria d'arte all'Aia e aveva un fratello più giovane di lui, Theo, che per tutta la vita gli scrisse centinaia di lettere di sostegno.

Park fu attratto dall'arte della pittura quando, da bambino nel suo villaggio, vide una copia a colori dell'Angelus di Millet. Il suo maestro elementare riconobbe il talento del bambino, ma, a causa della povertà della famiglia, Park non ebbe modo di frequentare la scuola media.

Il ragazzo continuò comunque a studiare arte per conto suo e riuscì in qualche modo ad avere un lavoro come insegnante d'arte in una scuola media. Ma questa stabilità non durò a lungo. Sotto il nuovo regime instauratosi nella parte settentrionale della Corea, Park, che era cristiano, fu soggetto a duri interrogatori e, nel frattempo, perse il figlio maggiore a causa di una malattia.

Due uomini seduti (1965)

Poco dopo scoppiò la guerra di Corea e Park fuggì al Sud dove lavorò come scaricatore di porto per mantenere la propria famiglia.

Infine, grazie a un conoscente che ne scoprì il talento, Park fu in grado di riprendere a dipingere. Il suo studio, però, si trovava all'interno della base militare dell'Ottava armata statunitense di stanza a Seul e, invece di fare il lavoro per il quale sentiva inclinazione, era costretto a fare ritratti per ricavarne abbastanza da vivere.

Dopo aver tracciato centinaia di ritratti di soldati americani, fu in grado di comprarsi una piccola baracca a Seul. Ma la sua situazione continuava a essere difficile. Per disegnare usava mozziconi di matita scartati dai suoi figli.

Eppure, in quella baracca Park fu in grado di crearsi uno studio e iniziare a lavorare seriamente alle proprie opere. Attorno al 1953 creò una nuova tecnica con la quale la materia prendeva l'aspetto di granito coperto di muschio. Da questo momento in poi creò lavori di incomparabile bellezza. Quando, in seguito, gli fu chiesto dove avesse avuto l'ispirazione per questa sua tecnica unica, rispose di aver scoperto una fonte di indescrivibile bellezza in antiche opere coreane, come le pagode e i Budda di pietra.

Visitarori osservano i documenti fotografici della mostra

Anche i soggetti di Park erano unici ed egli li prendeva dalla sua vita di povertà: una donna che porta un cesto sulla testa, un venditore ambulante, una povera ragazza che porta il fratellino sulla schiena, i rami morti di un albero inaridito. Grazie a questa sua tecnica unica e alla materia dei suoi soggetti, Park è stato dichiarato uno dei più coreani e dei più moderni degli artisti in Corea. La scelta dei soggetti e il suo modo di osservarli sono umili e onesti. Il pittore disse una volta alla propria moglie: ”Io ho una prospettiva artistica estremamente ordinaria, con la quale devo esprimere la buona disposizione di spirito della povera gente”.

Park ricevette riconoscimenti alla sua opera da parte dei critici, ma i suoi quadri difficilmente si vendevano. Dal momento che aveva rinunciato ai ritratti, si trovò in gravi difficoltà nel tirare avanti. Il mercato delle opere d'arte era allora molto ristretto in quanto la Corea era agli inizi dell'industrializzazione. I suoi introiti derivavano solamente dalla vendita di tanto in tanto di uno o due quadri a qualcuna delle gallerie d'arte che erano più note agli americani che risiedevano in Corea.

Alla fine questa povertà lo portò alla malattia. Non aveva i soldi per potersi operare di cataratta agli occhi, e fu solo dopo che erano molto peggiorati che si poté operare, ma la sua vista non tornò mai normale. La sua salute deteriorò ulteriormente e nel 1965 fu ricoverato e, dopo pochi giorni, spirò.

Una sala del museo. In primo piano gli album di
immagini che il pittore disegnò per i propri figli.

Ma la sua morte non segnò la fine perché, nel 1975 una galleria d'arte a Seul tenne una mostra dei suoi lavori per commemorare il decimo anniversario della sua scomparsa, e fu allora che il nome di Park Soo-geun divenne famoso. A poco a poco la gente apprese i particolari della sua difficile esistenza e negli anni 1980 gli amanti dell'arte impararono a guardare con rimpianto alla vita di questo genio che, a causa della sua estrema povertà, non aveva potuto esprimersi pienamente.

Man mano che questo sentimento cresceva, i lavori di Park diventavano più preziosi e il suo nome diventava più famoso. Col passar del tempo diventò, per i collezionisti e i critici, uno dei più grandi artisti della Corea. Alla fine personaggi importanti nel mondo delle arti e la gente del suo villaggio natìo a Yanggu, nella regione del Kangwŏn-do, decisero di costruire una galleria d'arte in suo onore.

Una scultura che ritrae l'artista

E così la Galleria d'arte Park Soo-geun, costruita dove sorgeva la sua casa natale, poté essere inaugurata nell'agosto del 2002. L'edificio, che ha una superficie di 700 metri quadrati, ospita una mostra permanente di 17 stampe, 50 disegni, un volume di illustrazioni, libri per bambini che Park preparò per i propri figli e alcuni oggetti che gli sono appartenuti.

Anche se questo piccolo museo si trova lontano dalle grandi città, ha visto affluire oltre duemila visitatori nei primi dieci giorni di apertura.


Tratto da ”Park Soo-geun Art Gallery”, in Pictorial Korea, gennaio 2003 (testo di Kim In-gi, fotografie di Lee Kap-chul). Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

Torna all'inizio della pagina
© Valerio Anselmo