Park Young-seok
Un alpinista molto determinato


N

el 2005 l'attenzione del mondo alpinistico si è focalizzata su Park Young-seok che è riuscito in una grande impresa: per primo, oltre a scalare tutti gli ottomila himalayani e a conquistare le più alte cime dei sette continenti, ha raggiunto a piedi il polo Sud e il polo Nord.

Park Young-seok è stato il primo nella storia a ottenere quello che è definito il Grande Slam dell'alpinismo: alle 19,45 del 30 aprile 2005 raggiungeva la latitudine 90 gradi Nord, il Polo Nord. Con questa conquista, Park completava la più lunga e più difficile delle spedizioni, che comprendeva la scalata di tutti i 14 ottomila himalayani, delle più alte cime dei sette continenti e del trekking a piedi ai poli Nord e Sud.

Park è riuscito a raggiungere il Polo Nord alla seconda prova. Il suo primo tentativo, nel 2003, era stato intrapreso senza una preparazione adeguata. Dopo aver conquistato tutte le più alte cime dell'Himalaya, Park pensava che raggiungere il Polo Nord fosse solo questione di sopportare il freddo estremo e i venti, ma le sue previsioni furono deluse fin dall'inizio. Non appena si avventurò nell'impresa, fu tormentato da una quantità di problemi. Fu più volte bloccato da enormi campi di ghiaccio, con temperature che scendevano oltre i 40ºC sotto zero, bufere con venti così violenti che non riusciva a stare in piedi o a camminare, condizioni di visibilità ridotta che gli impedivano di vedere a pochi metri di distanza, massi di ghiaccio che si scontravano creando cumuli insuperabili e altro. Alla fine fu costretto a desistere quando si trovava a 200 km dal Polo.

Deciso a rischiare tutto

Park, nato nel 1963, primo figlio maschio di genitori che avevano già avuto quattro figlie femmine, fu da suo padre allevato in maniera molto attiva, in modo da contrastare l'influenza che potevano avere su di lui le quattro sorelle. Nel 1980, quand'era studente al liceo, gli capitò di assistere al ritorno di un gruppo di alpinisti dell'Università Dongguk che erano festeggiati per aver conquistato uno degli ottomila dell'Himalaya, il picco Manaslu (8.163 m). Fu l'ispirazione della sua vita. “Per essere un vero uomo – si disse – devo diventare un alpinista.”

Nel 1983 si iscrisse all'Università Dongguk ed entrò a far parte del Club Alpino di quell'istituto. Poi, grazie alle esperienze ottenute partecipando alle uscite organizzate da quel club, nel 1989 fece la prima ascesa invernale al picco himalayano Langtang Ri (7.205 m). Aveva così pochi soldi che dovette chiedere alla sua fidanzata di pagargli il viaggio aereo, ma questo non lo scoraggiò. Nel 1991, nel suo primo tentativo di scalata dell'Everest (8.848 m), a un'altitudine di 7.000 metri fece una caduta di 150 metri, rompendosi uno zigomo e riportando varie ferite. Ciononostante, nel 1993 tentò di nuovo la scalata e fino ad oggi (2006) resta l'unico alpinista coreano ad aver raggiunto la cima dell'Everest senza l'uso di ossigeno. L'anno successivo tornò sulla catena dell'Himalaya per scalare il Cho Oyu (8.201 m).

Dopo un periodo di inattività, decise di riprendere l'attività alpinistica e di scalare tutti gli ottomila dell'Himalaya, uno dopo l'altro, ma il pericolo lo seguiva da vicino. Nel 1995, fu trascinato via da una tempesta di neve sul monte Everest e si fratturò una costola. Nel 1997, mentre scalava il Dhaulagiri (8.167 m) cadde in un crepaccio nascosto: con l'aiuto degli altri membri della spedizione riuscì a venirne fuori, ma, come disse in seguito, quella fu l'esperienza peggiore che gli fosse mai capitata.

Man mano, scalando gli ottomila himalayani, Park aveva perso sette dei suoi compagni. Nella sua ascesa all'Everest senza ossigeno del 1993, due dei suoi colleghi più giovani morirono a causa di cadute. Nel 1999, nel corso di una spedizione congiunta al Broad Peak (8.047 m), perse un altro membro del gruppo. Nel 1995, durante una bufera di neve sull'Everest, rimase ucciso uno sherpa, mentre il monte Makalu (8.463 m) costò la vita a un altro sherpa a cui Park era particolarmente affezionato. Nel 2001, quando scalò l'ultimo degli ottomila, il K2 (8.611 m), egli pose sulla sommità sei tavolette in ricordo degli amici caduti. Ma, scendendo dalla vetta, ancora un altro dei suoi cadde e morì in un precipizio.

L'avventura continua

Dopo la conquista degli ottomila himalayani e delle più alte cime sparse qua e là nel mondo, Park decise di tentare di completare l'impresa e di conquistare quello che è chiamato “il Grande Slam”, raggiungendo anche il Polo Sud e il Polo Nord a piedi. E nel 2005 è finalmente riuscito, con una grandissima determinazione, a concludere anche questa parte dell'impresa.

Park è un tipo piuttosto silenzioso. Non ama parlare in pubblico e, se lo fa, desidera che gli ascoltatori siano gente che frequenta attivamente la montagna e che può capire a fondo le situazioni che descrive. Cerca di evitare di adagiarsi in un tenore di vita confortevole, guadagnando denaro con conferenze sulle sue imprese. Nel 2001, quando ebbe conquistato tutti gli ottomila himalayani l'Università Dongguk gli offrì di diventare professore nella sua stessa Facoltà, ma egli rifiutò cortesemente l'offerta, mosso ancora dal desiderio di imbarcarsi in nuove prove.

Ora, con il “Grande Slam” in mano, continua a cercare nuove sfide. La prossima primavera guiderà una spedizione che tenterà di attraversare l'Everest da Nord a Sud. Dovremo tenerlo d'occhio e seguirne le nuove avventure.
 

I suoi primati

Periodo più breve per scalare tutti i 14 ottomila himalayani (8 anni e 2 mesi) Il maggior numero di ottomila scalati in sei mesi (6 cime, incluso nel Guiness dei primati) Primo asiatico a scalare il monte Everest, la cima più alta del mondo, senza ossigeno (1993). Primo asiatico (secondo nel mondo) a completare l'ascesa di tutti gli ottomina himalayani e delle più alte cime dei sette continenti. Il più veloce trekking, a piedi, al Polo Sud senza supporto per i rifornimenti (12 gennaio 2004). Primo al mondo a completare il Grande Slam dell'alpinismo (30 aprile 2005).


Tratto da “Park Young-seok”, in Koreana, vol.19, n.4, inverno 2005. Testo originale di Han Peel-seok. Fotografie: Monthly Mountain. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo