N el 2005 l'attenzione del mondo alpinistico si è focalizzata su Park Young-seok che è riuscito in una grande impresa: per primo, oltre a scalare tutti gli ottomila himalayani e a conquistare le più alte cime dei sette continenti, ha raggiunto a piedi il polo Sud e il polo Nord.
Park è riuscito a raggiungere il Polo Nord alla seconda prova. Il suo primo tentativo, nel 2003, era stato intrapreso senza una preparazione adeguata. Dopo aver conquistato tutte le più alte cime dell'Himalaya, Park pensava che raggiungere il Polo Nord fosse solo questione di sopportare il freddo estremo e i venti, ma le sue previsioni furono deluse fin dall'inizio. Non appena si avventurò nell'impresa, fu tormentato da una quantità di problemi. Fu più volte bloccato da enormi campi di ghiaccio, con temperature che scendevano oltre i 40ºC sotto zero, bufere con venti così violenti che non riusciva a stare in piedi o a camminare, condizioni di visibilità ridotta che gli impedivano di vedere a pochi metri di distanza, massi di ghiaccio che si scontravano creando cumuli insuperabili e altro. Alla fine fu costretto a desistere quando si trovava a 200 km dal Polo. | ||||||||||||
Deciso a rischiare tuttoPark, nato nel 1963, primo figlio maschio di genitori che avevano già avuto quattro figlie femmine, fu da suo padre allevato in maniera molto attiva, in modo da contrastare l'influenza che potevano avere su di lui le quattro sorelle. Nel 1980, quand'era studente al liceo, gli capitò di assistere al ritorno di un gruppo di alpinisti dell'Università Dongguk che erano festeggiati per aver conquistato uno degli ottomila dell'Himalaya, il picco Manaslu (8.163 m). Fu l'ispirazione della sua vita. “Per essere un vero uomo – si disse – devo diventare un alpinista.”
Dopo un periodo di inattività, decise di riprendere l'attività alpinistica e di scalare tutti gli ottomila dell'Himalaya, uno dopo l'altro, ma il pericolo lo seguiva da vicino. Nel 1995, fu trascinato via da una tempesta di neve sul monte Everest e si fratturò una costola. Nel 1997, mentre scalava il Dhaulagiri (8.167 m) cadde in un crepaccio nascosto: con l'aiuto degli altri membri della spedizione riuscì a venirne fuori, ma, come disse in seguito, quella fu l'esperienza peggiore che gli fosse mai capitata. Man mano, scalando gli ottomila himalayani, Park aveva perso sette dei suoi compagni. Nella sua ascesa all'Everest senza ossigeno del 1993, due dei suoi colleghi più giovani morirono a causa di cadute. Nel 1999, nel corso di una spedizione congiunta al Broad Peak (8.047 m), perse un altro membro del gruppo. Nel 1995, durante una bufera di neve sull'Everest, rimase ucciso uno sherpa, mentre il monte Makalu (8.463 m) costò la vita a un altro sherpa a cui Park era particolarmente affezionato. Nel 2001, quando scalò l'ultimo degli ottomila, il K2 (8.611 m), egli pose sulla sommità sei tavolette in ricordo degli amici caduti. Ma, scendendo dalla vetta, ancora un altro dei suoi cadde e morì in un precipizio. | ||||||||||||
L'avventura continua
Park è un tipo piuttosto silenzioso. Non ama parlare in pubblico e, se lo fa, desidera che gli ascoltatori siano gente che frequenta attivamente la montagna e che può capire a fondo le situazioni che descrive. Cerca di evitare di adagiarsi in un tenore di vita confortevole, guadagnando denaro con conferenze sulle sue imprese. Nel 2001, quando ebbe conquistato tutti gli ottomila himalayani l'Università Dongguk gli offrì di diventare professore nella sua stessa Facoltà, ma egli rifiutò cortesemente l'offerta, mosso ancora dal desiderio di imbarcarsi in nuove prove. Ora, con il “Grande Slam” in mano, continua a cercare nuove sfide. La prossima primavera guiderà una spedizione che tenterà di attraversare l'Everest da Nord a Sud. Dovremo tenerlo d'occhio e seguirne le nuove avventure.
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Tratto da “Park Young-seok”, in Koreana, vol.19, n.4, inverno 2005. Testo originale di Han Peel-seok. Fotografie: Monthly Mountain. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana. |
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© Valerio Anselmo