Le donne coreane del periodo Chosŏn (1392-1910) consideravano la castità e la fedeltà beni sommi, tanto da difenderli a costo della propria vita. Per questo motivo uno degli ornamenti dell'abito tradizionale della donna coreana di allora era un piccolo pugnale, protetto nel suo fodero, che la donna indossava come abbellimento, ma che avrebbe dovuto usare non tanto per allontanare uno stupratore, quanto piuttosto per suicidarsi nel caso in cui fosse stata violentata. Oggi questi coltelli vengono ancora prodotti da un artigiano che ha fatto rivivere il mestiere, e i suoi piccoli pugnali da difesa sono divenuti vere opere d'arte. |
I changdo ( Questo piccolo pugnale ornamentale, indossato dalle donne sul legaccio alto della gonna o, più di rado, dagli uomini sulla fascia in vita, ha una lunghezza complessiva che va dai 10 ai 30 centimetri. In passato era un utensile di uso quotidiano, oltre che un ornamento. L'odierno nome changdo, o piuttosto ŭnjangdo ( |
Il maestro Park Yong-gi, esperto nella produzione di Dal momento che il periodo Chosŏn era pieno di lotte tra le fazioni, i pugnali d'argento erano anche usati per verificare la presenza di veleno nel cibo. Per le donne il changdo era simbolo di fedeltà, mentre per gli uomini era un simbolo di lealtà e di pietà filiale. A sostegno di questo spirito di lealtà, pietà filiale e fedeltà, il maestro nella produzione dei changdo Park Yong-gi (nato nel 1931) ha fatto in modo di elevare il changdo al livello delle moderne opere d'arte. Park, che detiene il titolo di “importante proprietà culturale intangibile numero 60”, crea i suoi capolavori in un piccolo laboratorio all'antica al primo piano del Museo Changdo di Kwangyang ( |
Il museo ha una sala per i piccoli pugnali ornamentali, una sala per le spade e un laboratorio di dimostrazione della produzione di changdo. Aperto nel Vari tipi di pugnali ornamentali e da difesa Il laboratorio di Park all'interno del museo contiene una quantità di oggetti, come un braciere pieno di carbone di legna, una pietra cote per affilare, mantici a mano per far accendere il carbone nel braciere, e infine un martello e un cesello. Gli unici strumenti che si possono definire moderni sono le pinze e i nastri usati per levigare l'acciaio. Per 60 anni Park ha seguito il cammino solitario di creatore dei piccoli pugnali changdo. Per lui il changdo non è tanto un pugnale, quanto piuttosto una specie di gioiello, e i pugnali di 20 centimetri di Park, che sono in grado di uccidere, sono opere d'arte imbevute dello spirito del loro creatore. |
I changdo sono classificati come ŭnjangdo (pugnali d'argento), mokchangdo (pugnali di legno) e okchangdo (pugnali di giada) Il maestro Park sta temprando la lama di un pugnale Nella produzione dei changdo vi sono quattro fasi distinte: creazione degli ornamenti metallici esterni, fabbricazione della lama, realizzazione del fodero e del manico, assemblaggio delle varie parti. Per fabbricare il manico di un pugnale d'argento, si martella un foglio d'argento in modo da renderlo largo e piatto, poi lo si taglia, lo si copre di borace e lo si attacca al manico. Un vero maestro di changdo è uno che non ha bisogno di usare un termometro per conoscere la temperatura raggiunta dalla lama, perché riesce a determinarne la temperatura osservando il colore del metallo. La lama è di solito costruita con un acciaio che contiene un'alta percentuale di carbonio. Su una lama ben riuscita Park incide i caratteri ilp’yŏnsim (一片心) che significano “fedeltà” e la propria firma. Per il manico usa legno d'ebano, di giuggiolo o di ginepro. |
Il maestro sta lavorando su un manico Nonostante ciò, Park ha lottato per costruire un centro di addestramento unito al Museo Changdo nell'intento di far aumentare il numero delle persone che vogliano occuparsi di questo campo. Il nuovo centro, che copre una superficie di 2470 metri quadrati, comprende sale di esposizione, spazi per seminari e addestramento, e un laboratorio aperto. Per continuare la tradizione della produzione di coltelli e pugnali, Park ha anche fondato l'Istituto di Kwangyang per la ricerca sul changdo e gestisce il Laboratorio della spada di Kwangyang. |
Tratto da “Jangdo Craftsman”, in Pictorial Korea, dicembre 2005. Senza indicazione dell'autore del testo e delle fotografie. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net. |
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© Valerio Anselmo