Changdo: pugnali ornamentali e da difesa

Le donne coreane del periodo Chosŏn (1392-1910) consideravano la castità e la fedeltà beni sommi, tanto da difenderli a costo della propria vita. Per questo motivo uno degli ornamenti dell'abito tradizionale della donna coreana di allora era un piccolo pugnale, protetto nel suo fodero, che la donna indossava come abbellimento, ma che avrebbe dovuto usare non tanto per allontanare uno stupratore, quanto piuttosto per suicidarsi nel caso in cui fosse stata violentata. Oggi questi coltelli vengono ancora prodotti da un artigiano che ha fatto rivivere il mestiere, e i suoi piccoli pugnali da difesa sono divenuti vere opere d'arte.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


I

changdo (장도 ), piccoli pugnali ornamentali e da difesa, sono stati per oltre 500 anni un accessorio comune in Corea, indossato in particolare dalle donne. Non molto tempo fa, però, la loro produzione fu proibita e, dal momento che sempre meno persone li compravano, l'arte della loro creazione stava per perdersi. Fortunatamente, grazie ad alcuni maestri artigiani che avevano appreso il mestiere in famiglia, questa tradizione è sopravvissuta e oggi continua.

Questo piccolo pugnale ornamentale, indossato dalle donne sul legaccio alto della gonna o, più di rado, dagli uomini sulla fascia in vita, ha una lunghezza complessiva che va dai 10 ai 30 centimetri. In passato era un utensile di uso quotidiano, oltre che un ornamento. L'odierno nome changdo, o piuttosto ŭnjangdo (은장도 changdo d'argento), è derivato dal termine ŭnjangdoja (piccolo coltello d'argento) usato nel periodo Chosŏn.

È noto che a quel tempo le donne delle classi nobili usavano il changdo per proteggersi perché la società allora dava molto peso alla castità e alla fedeltà, ma in quell'epoca anche alcuni uomini portavano questo piccolo pugnale. Spesso i genitori regalavano un changdo ornamentale ai propri figli quando raggiungevano la maggiore età (che in Corea era molto inferiore ai 18 anni) e alle figlie quando queste si sposavano.

Il maestro Park Yong-gi, esperto nella produzione di
questi strumenti, mentre controlla un changdo

Dal momento che il periodo Chosŏn era pieno di lotte tra le fazioni, i pugnali d'argento erano anche usati per verificare la presenza di veleno nel cibo. Per le donne il changdo era simbolo di fedeltà, mentre per gli uomini era un simbolo di lealtà e di pietà filiale.

A sostegno di questo spirito di lealtà, pietà filiale e fedeltà, il maestro nella produzione dei changdo Park Yong-gi (nato nel 1931) ha fatto in modo di elevare il changdo al livello delle moderne opere d'arte. Park, che detiene il titolo di “importante proprietà culturale intangibile numero 60”, crea i suoi capolavori in un piccolo laboratorio all'antica al primo piano del Museo Changdo di Kwangyang (광양장도박물관), nella regione Chŏlla-namdo.

Il museo ha una sala per i piccoli pugnali ornamentali, una sala per le spade e un laboratorio di dimostrazione della produzione di changdo. Aperto nel 2004, il museo che occupa una superficie di 824 metri quadrati fu costruito da Park con il supporto della città di Kwangyang, alla quale Park ha donato tutti i suoi capolavori.

Vari tipi di pugnali ornamentali e da difesa

Il laboratorio di Park all'interno del museo contiene una quantità di oggetti, come un braciere pieno di carbone di legna, una pietra cote per affilare, mantici a mano per far accendere il carbone nel braciere, e infine un martello e un cesello. Gli unici strumenti che si possono definire moderni sono le pinze e i nastri usati per levigare l'acciaio.

Per 60 anni Park ha seguito il cammino solitario di creatore dei piccoli pugnali changdo. Per lui il changdo non è tanto un pugnale, quanto piuttosto una specie di gioiello, e i pugnali di 20 centimetri di Park, che sono in grado di uccidere, sono opere d'arte imbevute dello spirito del loro creatore.

I changdo sono classificati come ŭnjangdo (pugnali d'argento), mokchangdo (pugnali di legno) e okchangdo (pugnali di giada) a seconda del materiale usato per fare il manico e il fodero. La maggior parte dei pugnali di legno e di giada hanno qualche decorazione d'argento. In passato, il tipo di changdo e la forma dei disegni usati per decorarlo erano un'indicazione dello stato sociale di chi lo portava.

Il maestro Park sta temprando la lama di un pugnale

Nella produzione dei changdo vi sono quattro fasi distinte: creazione degli ornamenti metallici esterni, fabbricazione della lama, realizzazione del fodero e del manico, assemblaggio delle varie parti.

Per fabbricare il manico di un pugnale d'argento, si martella un foglio d'argento in modo da renderlo largo e piatto, poi lo si taglia, lo si copre di borace e lo si attacca al manico. Un vero maestro di changdo è uno che non ha bisogno di usare un termometro per conoscere la temperatura raggiunta dalla lama, perché riesce a determinarne la temperatura osservando il colore del metallo. La lama è di solito costruita con un acciaio che contiene un'alta percentuale di carbonio. Su una lama ben riuscita Park incide i caratteri ilp’yŏnsim () che significano “fedeltà” e la propria firma. Per il manico usa legno d'ebano, di giuggiolo o di ginepro.

Da quando ha ottenuto il titolo di “proprietà culturale intangibile”, Park ha visto passare nel proprio studio un centinaio di studenti, ma solo cinque di questi sono rimasti a impadronirsi delle tecniche di quest'arte. Ciò è comprensibile, visto che l'arte della produzione dei changdo richiede 15 anni per essere appresa appieno, ma non garantisce una vita decente.

Il maestro sta lavorando su un manico

Nonostante ciò, Park ha lottato per costruire un centro di addestramento unito al Museo Changdo nell'intento di far aumentare il numero delle persone che vogliano occuparsi di questo campo. Il nuovo centro, che copre una superficie di 2470 metri quadrati, comprende sale di esposizione, spazi per seminari e addestramento, e un laboratorio aperto. Per continuare la tradizione della produzione di coltelli e pugnali, Park ha anche fondato l'Istituto di Kwangyang per la ricerca sul changdo e gestisce il Laboratorio della spada di Kwangyang.


Tratto da “Jangdo Craftsman”, in Pictorial Korea, dicembre 2005. Senza indicazione dell'autore del testo e delle fotografie. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

Torna all'inizio della pagina
© Valerio Anselmo