Un gruppo di monaci durante una Dei 47 milioni di abitanti della Corea del Sud, circa 20 milioni sono buddisti. Anche se questo numero non supera la metà della popolazione, è tuttavia una cifra considerevole. Possiamo così renderci conto del motivo per cui una comprensione più approfondita del buddismo sia una delle molte chiavi che ci possono portare a conoscere meglio la Corea di oggi. |
Il tempio Chogyesa si trova nel cuore di Seul. In questi giorni i monaci sono tutti indaffarati a buttar giù il vecchio e a Uno dei templi buddisti della Corea, L’autore dell’articolo, Kim Mi-na, ha visitato Chogyesa nel febbraio del 2003, subito dopo le elezioni di un nuovo direttore amministrativo esecutivo, e si è incontrato con Tohyŏn Sŭnim (sŭnim |
Due monaci stanno attraversando un In Corea ci sono circa 3.000 templi dell’ordine Chogye. I templi costruiti dai monaci buddisti che erano fuggiti in montagna per evitare l’oppressione durante la dinastia Chosŏn, oggi sono noti per la loro bellezza e sono importanti luoghi turistici. |
Il buddismo coreano ha una storia di 1.700 anni, a cominciare dal periodo dei Tre Regni di Koguryŏ, Paekche e Silla. Quando il buddismo fu introdotto per la prima volta in Corea, contribuì grandemente a stabilire e rafforzare il potere della casa regnante come fondamento ideologico della nazione. La famosa statua del Budda del Per i successivi 1.000 anni, attraverso il periodo di Silla unificato (668-935) e il periodo Koryŏ (918-1392), il buddismo fu la religione nazionale e l’arte e la cultura buddiste fiorirono: oggi il 60 per cento di tutte le proprietà culturali coreane, a livello di tesoro nazionale o di tesoro, sono di origine buddista. |
Statuetta del Budda Maitreya Tranne quelli che sono stati designati e vengono gestiti dal governo nazionale, la maggior parte dei resti culturali buddisti sono gestiti dall'ordine Chogye perché fanno parte della vita spirituale buddista. Il motivo per cui il buddismo è stato in grado di sopravvivere a centinaia d’anni di persecuzione da parte del regno di Chosŏn è che si erse sempre coraggiosamente a difesa della nazione nei momenti di crisi. |
Lo si poté notare nel corso dell’invasione giapponese del 1592, nelle azioni dei monaci Sŏsan e Samyŏng, e nel comportamento dei La sala principale Il reverendo Tohyŏn spiega che la persecuzione sofferta dal buddismo durante il periodo Chosŏn l’ha reso in realtà ancor più forte. Questa persecuzione fece sì che il buddismo, che era la religione delle classi superiori durante il precedente periodo Koryŏ, diventasse la religione delle classi inferiori e si diffondesse fra il popolo. |
Essendo stato nei più famosi templi nella zona meridionale della Corea, ha soggiornato per un certo tempo presso il tempio Taehŭngsa, e durante quel periodo è venuto a conoscenza dell’opera del grande letterato Chŏng Yak-yong e del maestro Zen Chowi. Il reverendo Tohyŏn Dice di essersi così reso conto che il tempio Taehŭngsa di Haenam era il centro culturale della zona meridionale della nazione. |
L'ordine Chogye prende come proprie basi gli insegnamenti di Sakyamuni e la meditazione Zen, e comprende anche la lettura delle scritture buddiste e le Due sono gli scopi del buddismo: il primo è l'austerità, cioè l'emancipazione e l'illuminazione, e il secondo consiste nel trasferire questa illuminazione ad altri e nell'istruirli. Oggi, però, vi è un maggior bisogno di quest'ultima. Un angolo della biblioteca Molti monaci stranieri si sono interessati all'ordine Chogye del buddismo coreano e si sono recati in Corea per visitare di persona i templi. I monaci stranieri che attualmente vivono in Corea sono circa 80. |
Negli anni 1980, mentre studiava il buddismo e i classici cinesi, il reverendo Tohyŏn sviluppò un Una suggestiva immagine notturna Con una certa nostalgia il reverendo Tohyŏn dice che il tempio Taehŭngsa di Haenam è uno dei luoghi più belli da visitare in primavera e conclude l’intervista con un sorriso e con una preghiera a mani giunte per la riunificazione della Corea. |
Tratto da “Buddhism, The Root of Korean Culture”, in Pictorial Korea, aprile 2003. Testo originale di Kim Mi-na, fotografie The Pulgyo Shinmun. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net. |
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© Valerio Anselmo