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“Q uesto colore è come quello della carta di gelso!” mormora l’ottuagenario artigiano Kim Pyo-yeong ( Quello che è particolarmente impressionante è la sua vista acuta che gli permette, anche all’età di 87 anni, di scorgere e riordinare qualunque pezzetto di fibra della carta o un filo della seta allentato. Sembra che il maestro artigiano sia in qualche modo sfuggito alle devastazioni dell’età avanzata. “Non ho nessun problema a leggere libri e giornali. Questo sarà perché per oltre 70 anni ho montato e riparato dei lavori artistici così belli. In questi anni mi sono imbattuto in quasi tutti i vecchi dipinti e i lavori di calligrafia che costituiscono i nostri tesori nazionali. Ho avuto splendide opportunità di apprezzare di prima mano quelle preziose opere d’arte. Il lavoro mi ha aiutato a dar sollievo allo stress, ma penso che mi abbia anche permesso di mantenermi in salute e di conservare la vista. Lavoro ancora tutti i giorni dalle nove del mattino alle cinque o sei del pomeriggio.” dice l’artigiano. Il tocco finale di un’opera d’arte![]() Il maestro Kim mostra un rotolo che ha restaurato Nel 1996, Kim Pyo-yeong fu designato “Importante proprietà culturale intangibile” numero 102 per la montatura di opere d’arte (baecheopjang Anche se si può trovare in Corea un piccolo gruppo di restauratori di opere d’arte qualificati, questi sono parecchio indietro rispetto a Kim in termini di abilità ed esperienza. La sua maestria senza confronti è evidente nelle finiture immacolate delle cornici, dei rotoli e dei paraventi pieghevoli sui quali ha montato opere d’arte — così piacevolmente precise e tagliate con esattezza come il collare perfettamente formato di una giacchetta dell’abito coreano tradizionale. I libri, i lavori calligrafici e i dipinti tradizionali della Corea possono solo realizzare il loro vero significato culturale con una montatura appropriata. Come tali, la montatura e l’opera d’arte sono parti integranti del tutto. Inoltre, una montatura non adatta sminuisce la comprensione appropriata di un’opera d’arte, perché ne fa diminuire la bellezza potenziale. “L’arte della montatura fu riconosciuta come campo ufficiale dell’artigianato durante la prima parte del periodo Joseon (1392-1910)”, spiega Kim, “ma l’origine di questa tradizione meno conosciuta risale a molto tempo prima. Il “Grande codice per l’amministrazione dello stato” (Gyeongguk daejeon L’artigiano incaricato della montatura di un’opera d’arte deve essere un tecnico paziente e meticoloso con un alto senso estetico. I nostri antenati - fa notare Kim - avevano anche il detto “tre parti il dipinto, sette parti la montatura” ( Quando Kim aveva 14 anni fece visita a un suo cugino, Yun Byeong-se ( Kim dice: “Per creare la montatura per dei dipinti antichi, la considerazione più importante che si deve fare è come preservare l’opera originale al meglio. Anche un dipinto così vecchio che sembra pronto a sbriciolarsi lungo i bordi come una foglia morta può essere preservato per varie altre centinaia di anni se viene restaurato con una montatura appropriata. Tutte le volte che guardo un dipinto antico, non posso fare a meno di ammirare la saggezza dei nostri antenati. La carta di gelso coreana, che si dice possa durare per un migliaio di anni, è soffice eppure è duratura. I dipinti antichi si restaurano lavandoli attentamente con acqua cosicché le aree danneggiate possano essere isolate. Dopo questo tipo di trattamento, la carta di gelso torna a nuova vita. Quando viene lavata, la carta nerastra si sbianca e l’inchiostro diventa più chiaro. Nessun’altra carta al mondo riesce a rivivere come questa!” Armonia di carta, colla e acqua![]() Alle prese con la pagina di un vecchio libro Il procedimento di creazione della montatura tradizionale di un’opera d’arte coinvolge una serie di operazioni intricate. Il tessuto di broccato di seta su cui l’opera d’arte verrà montata viene tagliato in una misura leggermente superiore rispetto all’opera d’arte. Prima vengono incollati sul retro dell’opera d’arte dei fogli di carta di gelso, uno strato per volta. Con il suo sostegno posteriore di strati di carta di gelso, l’opera d’arte viene attaccata al tessuto di seta e poi, quando è completamente asciutta, l’opera viene incorniciata, o convertita in un rotolo, o montata in un libro, in una cornice o su un pannello di un paravento. Nel corso di questo procedimento l’artigiano deve tenere ben presenti le qualità estetiche, pratiche e di duratura del lavoro, che richiedono una vasta conoscenza delle proprietà chimiche di ciascun materiale, specialmente la carta, la colla e l’acqua. “Non è esagerato dire che l’armonia della carta, della colla e dell’acqua è tutto ciò che si deve conoscere circa la montatura delle opere d’arte.” fa notare Kim. “Si deve avere un buon occhio per la qualità e la persistenza per trovare i materiali migliori. Dal momento che l’ambiente naturale di oggigiorno non è più buono come lo era un tempo, si dovrà essere ancora più attenti nella selezione. La carta per gli strati posteriori di sostegno deve essere fabbricata con la corteccia di un albero di gelso in buona salute e la carta non deve essere né troppo dura né troppo fragile. Residui chimici nella carta possono lasciare delle macchie giallicce sulla superficie dell’opera, e così occorre fare attenzione a usare acqua pulitissima quando si fabbrica la carta. L’agente addensante si ottiene dissolvendo dell’ibisco molto viscoso nella soda caustica. Io coltivo da me l’ibisco per l’agente addensante, piantandolo in primavera e raccogliendolo, facendolo asciugare e mettendolo via d’autunno. Per fare una colla naturale dalla farina di frumento ci vuole una quantità di tempo e di sforzi. Mentre studiavo tutti questi procedimenti, ho acquisito considerevoli conoscenze di chimica, in base alle quali ho sviluppato i miei metodi originali.” La conservazione appropriata di un’opera d’arte montata dipende moltissimo dalla qualità della carta di gelso. Kim non è soddisfatto della maggior parte della carta che si trova in vendita nei negozi al dettaglio e così ordina la carta, che viene prodotta in stretta adesione con i metodi tradizionali, da Andong, nella regione del Gyeongsang del Nord, famosa per i suoi alberi di gelso di alta qualità. La carta speciale per l’artigiano viene fabbricata a mano solo con la corteccia interna della sezione mediana di un albero sano. La corteccia raccolta viene lasciata all’aperto al freddo glaciale per tutto l’inverno e poi viene pestata a fondo per distenderne e rinforzarne le fibre. Lo stesso Kim è lo sviluppatore di nove tipi di carta di gelso di qualità, che sono fabbricate aggiungendo il 20 per cento di argilla bianca alla tinozza di pasta di legno e acqua. L’argilla viene raccolta a Goryeong e poi purificata dissolvendola in acqua. L’argilla bianca aggiunge flessibilità alla carta e fornisce un antitarme naturale. Secondo Kim, la semplice e naturale composizione della carta, fabbricata con la corteccia dell’albero di gelso, l’ibisco, l’argilla bianca e nient’altro, fornisce il materiale ideale per montature delle opere d’arte che possono sopportare le devastazioni dei secoli. Kim prepara da sé anche la propria colla, con un procedimento che richiede oltre dieci anni di preparazione. Per prima cosa si versano due grandi sacchi di farina di frumento in una giara onggi di terracotta, che viene poi riempita fino all’orlo di acqua per distillare la soluzione. Tutte le volte che l’acqua diventa un poco torbida, viene versata via e sostituita da acqua fresca per continuare la distillazione. Questo è un procedimento per preparare l’ingrediente base di una colla completamente naturale che sia libera da batteri e da muffa e che non si guasta. La soluzione deve essere lasciata a distillare per circa 10 anni. Per tutto il periodo del procedimento l’acqua viene ripetutamente cambiata per ottenere un’argilla bianca purificata da tutte le impurità giallastre. La farina viene poi filtrata attraverso un setaccio fine e fatta asciugare fino a che non sia diventata polvere, pronta per essere trasformata in colla a seconda delle necessità. Nel cortile del laboratorio dell’artigiano vi sono un’ottantina di giare di terracotta che producono, anno per anno, la polvere pura per fare la sua preziosa colla che respinge gli insetti e previene la muffa. Agonia ed estasi del restauro![]() Il maestro Kim Pyo-yeong e l’allievo Hong Jong-jin A partire dal 1978, quando Kim Pyo-yeong ha cominciato per la prima volta a rinnovare alcune proprietà culturali designate come tali dallo stato, ha restaurato oltre 200 capolavori molto preziosi del retaggio culturale della Corea. La gioia di essere in grado di vedere da vicino e di maneggiare quelle preziosissime opere d’arte è temperata dal suo pesante senso di responsabilità. Restaurare antiche opere d’arte è un onore incomparabile, ma nello stesso tempo un compito angoscioso per questo artigiano che resta in prima linea nella sua arte. Kim dice: “Inizio il lavoro osservando la carta attraverso un microscopio. Guardo la trama, la qualità e lo spessore della carta, per scegliere la carta più adatta per ciascuna montatura, e poi preparo la colla con la giusta consistenza. La colla deve avere la consistenza adatta alla particolare carta dell’opera d’arte da restaurare. Se è troppo acquosa, la carta cederà e si piegherà, ma se è troppo spessa, la carta si restringerà. Quando la colla è stata preparata, il passo successivo è quello di concentrare la mente sull’opera d’arte che si ha di fronte. Anche un solo tocco sbagliato con le pinzette, o appena un colpo impreciso del pennello, e la preziosissima opera d’arte può risultare rovinata. Una volta mi è occorso un intero giorno e mezzo per staccare un minuscolo pezzetto di carta più piccolo dell’unghia del mio dito mignolo.” Kim ha ridato nuova vita non solo a tesori nazionali, ma anche a molti dipinti buddisti nei templi di tutto il paese, a retaggi che sono stati tramandati da una generazione all’altra dalla nobiltà e ad antichi documenti di famiglia. In particolare, l’enorme dipinto buddista per le cerimonie all’aperto del tempio Ssanggye, lungo 14 metri e largo 6 metri, ha lasciato nella memoria dell’artigiano un segno ben preciso a causa delle difficoltà che ha dovuto superare per rimontare il rotolo di carta seriamente danneggiato. Il dipinto più grande che abbia mai restaurato durante la sua lunga carriera è la pittura cerimoniale per esposizione esterna del tempio di Daeam, lunga 14 metri e larga 9,7 metri. Dopo aver passato buona parte della sua vita adulta a Seul e Ilsan, qualche anno fa Kim è tornato alla sua città natale in seguito alle richieste del suo allievo Hong Jong-jin ( Kim e Hong lavorano insieme presso l’Istituto di addestramento per la montatura delle opere d’arte che si trova nel quartiere di Bongmyeong-dong a Cheongju, scuola che offre una lezione settimanale per i giovani. A Kim piace trasmettere le sue conoscenze a questi giovani studenti, nella speranza che possano diventare montatori di opere d’arte in grado di superare i loro maestri. Kim si chiede: “Sono nel giusto se dico che oggi l’economia è diagnosticata dalle tendenze del mercato azionario?” e poi aggiunge: “Nel periodo Joseon il restauro e la montatura delle opere d’arte erano uno dei primi indicatori economici. Nei periodi di pace e prosperità la montatura delle opere d’arte fioriva perché il re ordinava la produzione di molti dipinti di buon augurio con motivi quali i dieci simboli della longevità ( |
Tratto da “Kim Pyo-yeong: Octogenarian Master of an Age-old Craft” pubblicato in Koreana Vol.26 No.1 Primavera 2012, testo di Park Hyun-sook, fotografie di Ahn Hong-beom. Riferimento: Koreana. |
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© Valerio Anselmo