Le sculture di granito del Budda Amitabha e del Bodhisattva Maitreya del tempio Kamsansa (Gamsansa) infondono un senso di dignità e di benevolenza, una caratteristica distintiva delle sculture in pietra dell'ottavo secolo, all'epoca del regno di Silla. |
I l buddismo arrivò in Corea nell’ultima parte del quarto secolo, ma non fu fino alla metà del sesto secolo che i coreani cominciarono a creare le proprie sculture buddiste. Ciò indica che la fondazione del buddismo come religione di stato avvenne con un processo graduale. In precedenza le statue del Budda erano principalmente opere in bronzo o terracotta, ma queste furono presto sostituite da sculture in granito. In confronto con l’India o la Cina, in Corea è molto più difficile trovare montagne di arenaria o di calcare. In effetti, non è esagerato dire che in Corea l’unico materiale immediatamente disponibile per fare lavori di scultura era il granito, il che spiega la mancanza di templi in grotta nel paese. Il granito è una pietra particolarmente dura, con una grana ruvida che lo rende poco adatto per scolpire dettagli delicati: una scelta di materiale impopolare fra gli scultori. E tuttavia le condizioni locali imponevano che gli artigiani coreani si impadronissero delle tecniche adatte ad utilizzare il granito per scolpire opere buddiste. La grana delle superfici di granito può far apparire una varietà di colori e di toni, creando un effetto simile alla tecnica del divisionismo degli impressionisti francesi. Nelle loro sculture buddiste gli artigiani coreani del periodo Silla si sforzarono di mettere in evidenza la brillantezza naturale del granito, al quale non venne aggiunto alcun colore. Le sculture buddiste![]() Le due statue di cui parla l’articolo, esposte al Museo Nazionale di Seul. Fra le prime statue buddiste del periodo di Silla Unificato (668-935), pochissime portano inscritta la data in cui furono prodotte. Le due sculture buddiste venute alla luce durante gli scavi effettuali presso il sito di un palazzo a Kyŏngju (Gyeongju), antica capitale di Silla, sono un’eccezione molto rara. Le iscrizioni si trovano sul retro della grande aureola e contengono informazioni che risultano compatibili con le registrazioni degli antichi documenti. Le statue di pietra del Bodhisattva Maitreya ( L’iscrizione del Bodhisattva Maitreya è formata da 22 righe per un totale di 381 caratteri cinesi e fornisce importanti informazioni sulla produzione della statua, oltre che sull’atmosfera sociale e culturale del tempo. [Per chi fosse curioso e si volesse cimentare con la traduzione di questa iscrizione, ecco la prima parte del testo tratto da Internet: L’iscrizione afferma che la statua fu commissionata nel 719, diciottesimo anno di regno del re Sŏngdŏk (r. 702-737) da Kim Chi-sŏng ( ![]() Il Bodhisattva Maitreya. Altezza 270 cm, tesoro nazionale numero 81, Museo nazionale della Corea. Assieme a una venerazione della natura, Kim Chi-sŏng aveva un’ammirazione per lo spirito trascendente dei filosofi cinesi taoisti Lao Tsŭ (Laozi) e Chuang Tsŭ (Zhuangzi), che si erano liberati dai desideri mondani. Riconosceva anche l’introspezione filosofica del pensiero buddista e perseguiva la verità senza attaccarsi alle cose, come si può notare dal suo semplice stile di vita dopo che si fu ritirato degli uffici pubblici all’età di 67 anni. In seguito tornò a occuparsi delle cose pubbliche, ma mantenne uno spirito magnanimo, dimostrato dalla donazione dei suoi possedimenti materiali per aiutare la costruzione del tempio Kamsansa a Kyŏngju. Per Kim, la costruzione del tempio rappresentava un atto di misericordia ed egli sperava che ciò avrebbe incoraggiato la famiglia reale e la gente comune ad abbracciare il buddismo e a cercare l’illuminazione dello spirito. Uno splendore delicatoLa statua del Bodhisattva Maitreya, che presenta una grande aureola a forma di loto scolpita in altorilievo, si erge su un piedestallo che è stato ricavato da una lastra di granito separata. La corona ingioiellata del bodhisattva è alta e riccamente ornata, con un minuscolo Budda scolpito sul ciuffo di capelli sopra la corona. È adornata di grandi orecchini complicati e di gioielli al collo e sulle braccia. Una collana di perle di vari giri ne copre il corpo, giù fin oltre le ginocchia. C’è una striscia decorativa attorno al torace, mentre il vestito è drappeggiato attorno alle braccia e ai lati del corpo, con la parte inferiore scolpita in rilievo sull’aureola. La gonna aderisce comodamente alla parte inferiore del corpo, delineando chiaramente le gambe. Il drappeggio della gonna cade in strati orizzontali, formando disegni a zig-zag fra le gambe. Le pieghe del vestito e della gonna sono elementi chiaramente ornamentali. Il volto e il corpo sono ampi e tondeggianti, con la figura ritratta in un atteggiamento sensuale. Sull’aureola gli aloni del capo e del corpo hanno entrambi tre livelli, messi in risalto da disegni di buon auspicio, per indicare un’emanazione di energia dallo spirito e dal corpo del bodhisattva. La scultura, che è complessa e sensuale con un certo numero di elementi decorativi esotici, fu probabilmente influenzata dallo stile indiano del periodo Gupta (V-VII secolo). Una semplicità decorosa![]() Il Budda Amitabha. Altezza 275 cm, tesoro nazionale numero 82, Museo nazionale della Corea. La statua del Budda Amitabha ha un’iscrizione di 21 righe per un totale di 391 caratteri cinesi, il cui contenuto è simile a quello della scultura del Bodhisattva Maitreya. Rispetto al testo dell’altra statua, vi è un’ulteriore riga che afferma che Kim Chi-sŏng ordinò la produzione di questa statua mentre era in punto di morte, nel 720. Così, le due iscrizioni suggeriscono uno scenario in cui Kim ordinò la statua del Bodhisattva Maitreya nel 719 per onorare sua madre e poi, nel 720, cercò di far scolpire la statua del Budda Amitabha in memoria di suo padre. Ma Kim morì prima che la statua fosse finita, per cui, quando fu completata, venne dedicata a lui e a suo padre. La statua del Budda Amitabha trasmette un senso di solennità e di meditazione, con la mano destra alzata e l'indice e il pollice che si toccano nel gesto della predicazione, con riferimento alla posizione della mano del Budda durante il suo primo sermone. L’intero corpo è avvolto in un vestito formale che copre entrambe le spalle, mentre il drappeggio rivela i lineamenti di tutto il corpo, anche questo influenzato dalle immagini del periodo Gupta dell’India. In contrasto con il Bodhisattva che era riccamente decorato, la figura del Budda è piuttosto austera, anche se la sua aureola è scolpita in modo più elaborato. Anche gli aloni del capo e del corpo sono abbelliti da cerchi, con gli interstizi contenenti motivi floreali, circondati da disegni di buon auspicio in forma di nuvole. Queste statue buddiste provenienti dal sito del tempio Kamsansa sono opere che rappresentano pienamente le caratteristiche filosofiche e culturali dell’epoca. È un peccato che le iscrizioni non identifichino gli scultori, ma questi lavori dimostrano che la scultura in granito era già molto sviluppata nell’ottavo secolo. Questi fondamenti tecnici furono le basi da cui si sviluppò la tecnica che permise poi la creazione del tempietto in grotta di Sŏkkuram, il capolavoro della metà dell’ottavo secolo. Sŏkkuram è una grotta artificiale, costruita dall’uomo, che ospita il Budda Sakyamuni circondato da 39 sculture, fra cui si notano immagini di bodhisattva, di discepoli del Budda e delle quattro deità guardiane. Sŏkkuram è considerato l’opera d’arte più bella del regno di Silla. Nel 1995 fu registrato, assieme al tempio Pulguksa, nell’elenco dei patrimoni dell’umanità da parte dell’UNESCO. |
Tratto da “Buddhist Sculptures of Gamsansa Temple”, in Koreana, vol.21, n.1, estate 2007. Testo di Kang Woo-bang, fotografie del Museo Nazionale della Corea. Ricerche su Internet a cura dell’autore del sito. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana. |
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© Valerio Anselmo