Una camminata nostalgica attorno a Seochon
(prima parte)

seconda parte

Questa camminata nel distretto di Seochon a Seul viene descritta dall’articolista Kim Yoo-kyung in un modo molto soggettivo, con pennellate di colore che a volte sembrano slegate fra loro. Nel complesso se ne ricava una visione piuttosto frammentaria dell’ambiente attuale. I richiami al passato servono soprattutto a ricordare i tempi andati per chi conosca bene la storia della Corea e la recente rapida occidentalizzazione, con perdita dei valori tradizionali, della città di Seul.
L’articolo, troppo lungo per una sola pagina, è stato diviso in due parti. Questa è la prima parte.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


I

l distretto di Seochon (서촌 西) a Seul è formato da 15 quartieri, fra cui Hyoja-dong (효자동 ), Sajik-dong (사직동 ) e Ogin-dong (옥인동 ). Contando solo le aree residenziali, copre circa 143 acri (58 ettari scarsi). Seocheon ha cominciato a prosperare durante il periodo Joseon, quando divenne la residenza di funzionari di corte di basso livello, come eunuchi e impiegati, che erano conosciuti come "popolazione di mezzo" (jungin 중인 ), una classe sociale che stava al di sotto della nobiltà, ma al di sopra della gente comune.

In questo senso lo pseudonimo di Seochon (utdae 웃대, parola in coreano puro che sta per 상촌 ovvero "villaggio superiore"), rivela la consapevolezza e l’orgoglio della borghesia che fioriva fra la classe media della Corea pre-moderna.

L'atmosfera pittoresca che è stata a lungo preservata a Seochon oggi suscita nostalgia fra i coreani. Se non si conosce bene Seochon, è difficile avere un adeguato apprezzamento di quanto Seul, come città, possa collegare il passato col presente, com’è il caso di Bukchon (북촌 ), o "Villaggio settentrionale", uno dei pochi luoghi rimasti a Seul che forniscano un’idea del modo di vivere tradizionale della Corea.

Hyojaro: la strada principale vicino alla residenza del presidente della repubblica


In una delle stradine si pubblicizza una mostra di pittura

A partire dagli anni 1980, Seochon ha perso una buona parte della sua configurazione dal momento che le sue tre strade dirette da nord a sud - Hyojaro (효자로 ), Jahamunno (자하문로 ) e Pirundaero (필운대로 ) - sono state ripetutamente ampliate e vi sono state aggiunte corsie di emergenza attraverso i precedenti aggregati di abitazioni. Comunque ci sono ancora dei vicoli stretti che si snodano nell’area che mantengono tracce di una Seul di molto tempo fa. I restanti 15 quartieri sono così compatti che si fa difficoltà a passare dall’uno all’altro nel giro di pochi minuti. Le aree residenziali di Seochon godono della vista del monte Inwang (인왕산 ) come piacevole sfondo, mentre le sue piccole zone commerciali con i mercati tradizionali e i negozi all’antica costituiscono un aspetto intimo della vita quotidiana degli abitanti.

Comincio la mia camminata a Seochon vicino a Hyojaro che inizia a Yeongchumun (영추문 ), la porta occidentale del palazzo Gyeongbok. Grazie all’applicazione delle restrizioni sull’altezza degli edifici, la strada è affiancata da costruzioni moderne piuttosto basse. Le case tradizionali con tetti di tegole nelle vicinanze sono relativamente nuove dal momento che la maggior parte di queste sono state costruite nell’era pre-moderna, dall’ultima parte del secolo diciannovesimo all’inizio del ventesimo secolo.

Le tre strade principali di Seochon creano tre aree separate, ciascuna con un carattere distinto. Hyojaro è vicina a Cheong Wa Dae (청와대 o “Padiglione dal tetto blu”), la residenza presidenziale. A causa del fatto che gli uffici governativi sono nelle vicinanze, la strada è affollata di gente abbigliata con abiti che li fanno apparire come funzionari, dando alla zona un’atmosfera chiaramente burocratica. Questa caratteristica demografica richiama alla mente tempi tradizionali, quando qui vivevano molti funzionari governativi e membri della nobiltà Joseon ai tempi in cui il re risiedeva nel palazzo Gyeongbok.

Hwang Doo-jin, (황두진 ) un architetto che vive in quest’area, ci fa notare che vi sono un certo numero di vecchie case uniche, note come le "case degli eunuchi". "Un tempo queste avevano un passaggio labirintico che andava dalla loro porta principale ai quartieri interni. Ma tutto questo - dice - è stato demolito per la riqualificazione." Ora che quasi tutte le case tradizionali che restano qui hanno uno stile uniforme, le parole di Hwang hanno stuzzicato la mia curiosità di vedere personalmente quelle case speciali. Negli ultimi decenni Seul ha costantemente perduto molto del suo valido retaggio architettonico. In varie parti della città, però, all’ombra degli alti edifici moderni e lungo strade trafficate, rimangono ancora vicoli tortuosi che sembrano essere cambiati ben poco per secoli.

Baeksong: un pino bianco di 600 anni


Il disegno murale di cui si parla nell’articolo

Cammino in profondità nei vicoli che si trovano dietro le eleganti gallerie d'arte e i ristoranti che sono improvvisamente spuntati in tutta Seochon da quando ha cominciato a guadagnare popolarità come attrazione per i visitatori. Lungo uno di questi vicoli che si contorce come un labirinto, facendovi fare una svolta ad angolo retto sei volte in meno di cento metri, mi sono imbattuto in schiere di case di diverse dimensioni con i tetti di tegole, rinnovate in un'armonia di tradizionale e di moderno. A mezzogiorno alcune case sono chiuse e sono così tranquille che sembra che vi sia qualcosa di segreto attorno ad esse. Sono forse queste le case in cui vivevano gli eunuchi? La calma tranquilla ha attirato un certo numero di case editrici, che hanno qui i loro uffici. Vi sono anche alcuni ristoranti di alta classe e appartati che possono facilmente essere scambiati per residenze private.

Al centro di questo gruppo di case si trovano i resti di un antico pino bianco che è morto circa dieci anni fa. L'albero aveva quasi 600 anni, praticamente vecchio come la stessa città di Seul. Ora resta solo il ceppo, che rivela quanto è rimasto della sua corteccia bianca, circondato da giovani alberi di pino. Una vecchia fotografia della zona, appiccicata sulla parete di una casa lì vicino, mostra quanto fosse di grande effetto il luogo quando il maestoso albero di pino si ergeva orgogliosamente in quel luogo. Oggi, tuttavia, il posto è sporcato da cocci e spazzatura gettata forse dai ristoranti o dalle case di abitazione, tanto che impediscono la vista della base tagliata dell'albero, che resta comunque piuttosto maestosa.

I vicoli che portano in quest’area sono soffusi da un tranquillo senso di relax. Mentre girovago nella zona, mi imbatto in una chitarra imprevista, che decora un muro mezzo demolito, dove il vicolo fa una svolta. L'assurdità di questa scena aggiunge un che di poetico alla modalità della zona. È in questi retaggi del tempo tangibili e intangibili, oggi incorporati nel momento odierno, che si può trovare il valore intrinseco di questo vecchio quartiere.

Chiunque sia in grado di dirigersi senza esitazione verso il punto in cui si trova il vecchio pino bianco è qualcuno che conosce bene Seochon. Le strade pullulano di gallerie d’arte e di caffé. Gli artisti invariabilmente si affollano in quest’area, mentre le loro diverse mostre rivelano un caleidoscopio di gusti. Mi imbatto in un edificio antiquato, che è stato convertito da locanda in galleria d’arte. Con una piccola insegna sull’ingresso che dice: "Magazzino d’arte", la galleria presenta opere d'arte surreali nelle sue molte stanze. Un gruppo di visitatori sbircia in una stanza in cui sono in mostra delle opere di calligrafia. L’astrusa poesia modernistica di Yi Sang (이상 ) è scritta sulla finestra in uno stile corsivo libero che prende la forma di una pittura astratta.

Il sole del pomeriggio risplende chiaro sulla porta Yeongchumun. All’ombra della grande porta un giovane seduto su una sedia legge un libro mentre fa uno spuntino. Sul muro di una casa che dà sulla strada con l’intonaco che si sta sfaldando noto un disegno murale di un albero con dei fiori porpora. È come se l'intonaco, sfaldandosi, avesse rivelato al di sotto una pittura attraente. Per un non esperto, come me, sembra il lavoro di un artista di talento. Mentre rifletto sul murale, un uomo dalla faccia impassibile entra nella casa attraverso il cancelletto di metallo, portando una bracciata di fogli. Sarà forse questo l’artista che ha dipinto il murale?

Una corrente senza fine di persone affolla i marciapiedi. Gruppi di giovani che visitano l’area si mescolano con i residenti che passano, gettando appena uno sguardo alla galleria d'arte o al murale.


Tratto da “A Nostalgic Stroll around Seochon”, in Koreana, vol. 25, n. 4, Inverno 2001. Testo di Kim Yoo-kyung. Fotografie di Suh Heun-gang, Ahn Hong-beom, Lee Sun-hee. Note linguistiche e caratteri cinesi dell’autore del sito. L’articolo viene pubblicato in due puntate. Questa è la prima delle due parti. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull’intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo