Sŏdang: la scuola tradizionale del villaggio

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Studenti del corso elementare di studi confuciani nel sŏdang di Ch'ŏnghaktong

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ggi il sŏdang (서당 ) o “scuola del villaggio” non si concentra solo sull'insegnamento e sulla decifrazione dei testi confuciani, com'era un tempo. Si focalizza invece sul fatto che gli studenti imparino a memoria le lezioni e che le mettano in pratica nella vita di tutti i giorni. Questo è il motivo per cui le scuole tradizionali sŏdang stanno attirando l'attenzione dei genitori che vogliono fornire ai propri figli quegli elementi che oggi mancano nel sistema di istruzione moderno.

La Corea del Sud possiede ancora alcuni villaggi che mantengono vive le tradizioni del passato. Il più rappresentativo di questi è Ch'ŏnghaktong (청학동 ) che si trova ai piedi del monte Chiri (지리산 ), una delle montagne più alte e più accidentate della parte meridionale della penisola coreana. Da centinaia d'anni il nome di Ch'ŏnghaktong (che significa “villaggio delle gru azzurre”) è stato citato da poeti e filosofi come “un luogo particolare in cui la gente può vivere in pace, al sicuro dai fuochi delle guerre”. Molto tempo fa, avendo sofferto per secoli a causa delle invasioni straniere, un gruppo di famiglie si misero alla ricerca di “una terra pacifica” e si stabilirono infine qui, dando a questo luogo il nome di quel villaggio leggendario.

Queste persone condividevano non soltanto le stesse idee sul luogo in cui intendevano vivere, ma anche le stesse visioni sulla vita, essenziali per convivere in armonia. Con un'idea del mondo basata su principi confuciani e taoisti, rifiutavano la cultura straniera e le influenze dall'esterno e furono in grado di mantenere questo stile di vita in parte a causa della posizione isolata del villaggio. Ancora oggi gli uomini si fanno crescere i capelli come facevano i loro antenati e indossano l'abito coreano tradizionale, hanbok (한복 ).

Per quanto riguarda l'istruzione, i residenti di Ch'ŏnghaktong insistono nel seguire la tradizione. Il sŏdang continua a essere il centro dell'istruzione per i loro figli, anche se, ultimamente, alcuni membri del villaggio hanno cominciato a riconoscere i meriti del sistema scolastico moderno.

Il sŏdang ha svolto la funzione di scuola elementare per centinaia d'anni. Appena cent'anni fa in ogni villaggio della Corea c'era almeno un sŏdang che si prendeva cura dell'istruzione dei ragazzi nella cultura e nell'etichetta.


Il sŏdang di Namwŏn, ricostruito nel 2001

Il curriculum seguito era molto sistematico. Si cominciava con l'insegnamento del Classico dei mille caratteri (Ch'ŏnjamun 천자문 ), col quale i ragazzi imparavano i caratteri cinesi fondamentali. Man mano che proseguivano negli studi, gli studenti passavano a libri di testo superiori, come gli Studi giovanili (Sohak 소학 ) e i Primi studi dei fanciulli (Tongmongsŏnsŭp 동몽선습 ), per procedere poi a testi confuciani come gli Analecta di Confucio (Non'ŏ 논어 ) e gli insegnamenti di maestri confuciani come Mencio.

Gli abitanti del villaggio Ch'ŏnghaktong hanno da sempre studiato i classici confuciani scritti in caratteri cinesi, testi che si basano su una visione confuciana del mondo e dell'universo, invece di studiare materie come matematica, inglese, scienze, musica e arte.

Il sŏdang è molto diverso dalle scuole moderne. Qui gli studenti non studiano guardando la lavagna seduti ai banchi come accade nelle scuole moderne. Invece, un insegnante dall'aspetto severo chiamato Hunjang (훈장 ), con una lunga barba e un alto cappello, legge da un libro di testo in modo ritmato, quasi fosse una canzone, e poi gli studenti, che siedono inginocchiati dietro a dei banchettini sui quali hanno posto i libri, ripetono quello che ha appena letto il maestro. Dopo aver recitato un brano, l'insegnante spiega agli studenti il significato di ciò che ha letto.


Il direttore del sŏdang (chiamato hunjang) è uno studioso di confucianesimo

Anche solo dieci anni fa una scena come questa avrebbe attirato l'attenzione di quasi tutti i coreani perché l'avrebbero identificata con la vita dei loro antenati. Il villaggio di Ch'ŏnghaktong era famoso fra chi viveva in città come destinazione per le vacanze semplicemente perché il luogo offriva una quantità di vedute interessanti, oltre ad avere un ambiente naturale assolutamente non inquinato.

Nell'ultimo decennio le cose sono molto cambiate: ora un buon numero di cittadini, specialmente genitori di bambini delle elementari, hanno cominciato a considerare sotto un altro punto di vista il villaggio di Ch'ŏnghaktong. E ciò proprio a causa di quella istituzione di insegnamento d'altri tempi, il sŏdang.

I genitori hanno scoperto nel sŏdang cose che raramente si trovano nelle classi standardizzate e nell'istruzione delle scuole di oggigiorno. Fra queste, la riverenza per gli antenati e il rispetto per gli anziani, l'attenzione verso gli altri, l'accento sulla moderazione, l'altruismo, la pazienza, l'amore per la natura e perfino una certa educazione a tavola.


Bambini che giocano all'altalena coreana tradizionale sotto l'occhio vigile del maestro

Il motivo per cui molti si rivolgono al sŏdang alla ricerca delle virtù necessarie per una vita felice è dato dal fatto che il sŏdang si tiene strettamente ancorato ai valori confuciani. Il confucianesimo insegna che gli esseri umani fanno parte della natura come tutte le altre creature e per questo devono adeguarsi alle regole della natura. Per fare ciò la gente deve vivere la propria vita in linea con i principi naturali, che si identificano nel rispetto dei propri genitori e degli anziani e nell'essere gentili con gli altri.

I confuciani, inoltre, non considerano lo studio come un processo mediante il quale si acquista conoscenza, ma come “imparare e mettere in pratica”. Il fine dell'istruzione non sta nello sviluppo dell'intelletto umano, ma nel rendersi conto di quali sono i doveri dell'essere umano e nel metterli in pratica, in modo da ottenere un totale cambiamento nella popolazione.

Per questo motivo il sŏdang di oggi non si concentra sull'insegnamento dei caratteri cinesi, che sono ormai poco usati, e sulla decifrazione del loro significato. Si focalizza piuttosto sul fatto di riuscire a far sì che gli studenti imparino a fondo le lezioni dei testi confuciani e le mettano in pratica nella loro vita quotidiana. Questo aspetto dell'insegnamento è oggi del tutto trascurato dalla scuola moderna e di conseguenza un numero sempre maggiore di genitori si rivolge a questo tipo di insegnamento per fornire ai loro figli ciò che la scuola in città non sa più offrire.


Alla fine della giornata di scuola, gli studenti si inchinano al maestro per salutarlo

Attualmente a Ch'ŏnghaktong vi sono vari sŏdang in piena attività, in netto contrasto con il passato quando un unico sŏdang riusciva a malapena a mantenersi istruendo i bambini del villaggio. Ora il sŏdang di Ch'ŏnghaktong si sta espandendo alle aree vicine, come a Namwŏn. Anche alcuni genitori che vivono a Seul mandano i loro bambini al sŏdang durante le vacanze estive. È un fenomeno nato dall'entusiasmo dei genitori verso la possibilità di insegnare ai loro bambini i “doveri degli esseri umani”.

Anche durante le vacanze invernali si tengono corsi per i bambini provenienti dalle scuole cittadine. Nelle vacanze invernali 2001-2002 si sono avuti oltre 400 iscritti. I bambini si svegliano al mattino alle 6,30 e vanno a letto alle 10 di sera. Studiano due testi, Studi giovanili composti da quattro caratteri (Sajasohak 사자소학 ) e il Classico dei mille caratteri (Ch'ŏnjamun 천자문 ), oltre a fare esercizi di calligrafia. Hanno anche occasione di ascoltare storie sulle buone maniere e sui doveri filiali e hanno un po' di tempo per meditare.

Naturalmente non vengono trascurate le attività all'aria aperta: gli studenti hanno modo di fare conoscenza con i nuovi amici facendo passeggiate in montagna e preparando rappresentazioni teatrali in cui sono loro stessi gli attori.


Tratto da “Seodang or Village School”, in Pictorial Korea, febbraio 2002. Testo originale di Kim Moon-su, fotografie di Lee Seung-hwan. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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© Valerio Anselmo