Sericoltura
Un'industria familiare che va scomparendo

Negli anni sessanta del secolo scorso per le viuzze delle città coreane, d'estate, passava tutte le mattine un omino che vendeva bachi da seta nello stadio di pupa (번데기), prodotto di scarto della produzione della seta (cf. “La cucina”). Questi insetti, cotti in una salsa speciale, venivano forniti in cartocci preparati con una carta gialla rigida ed erano acquistati specialmente dai bambini, come leccornie. Vivissimo è ancora il ricordo della prima volta che provai a mangiarli: la forma degli insetti e il loro sapore erano quanto mai particolari. Dopo un po' di volte, però, ci si faceva l'abitudine e se ne sentiva addirittura il bisogno (“È già passato quello dei bachi da seta?”). Oggi sono diventati una specie di cibo curioso e raffinato, che non viene più venduto per le stradine e che si trova più facilmente sulle bancarelle di prodotti alimentari nei mercatini (si veda una delle fotografie fornite da un visitatore del sito).

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a storia della sericoltura, cioè dell'allevamento dei bachi da seta e della produzione della seta greggia, risale in Corea a 4.300 anni fa, al tempo dell'antico stato di Chosŏn. In quel tempo erano già sviluppate sia le tecniche di allevamento dei bachi che la tessitura della seta. La tecnologia fu poi trasmessa ai tre stati Han, ai Tre Regni coreani, al regno di Koryŏ e infine al regno di Chosŏn, periodo in cui la produzione della seta fu attivamente promossa mediante una serie di apposite leggi e in cui fu addirittura istituito un Ufficio nazionale della sericoltura chiamato Chamsil tohwoe (잠실 도회 ).

I bozzoli dei bachi da seta

Nel corso della sua lunga storia, la Corea sviluppò un'eccellente tecnologia di sericoltura e negli anni 1960 la produzione della seta fu elevata al rango di industria strategica per l'esportazione. Come risultato, nel 1976 il volume dei bozzoli prodotti raggiunse il picco di 42.000 tonnellate, e dopo gli anni 1970 l'avanzata tecnologia coreana della sericoltura si diffuse ad altri 30 paesi. In quei giorni la sericoltura era non solo un'importante fonte di guadagno per le famiglie rurali, ma anche un'industria di esportazione strategica che portava preziosa valuta straniera in Corea.

Negli anni 1950 e nei primi anni 1960 campi di alberi di gelso per il nutrimento dei bachi da seta si potevano vedere in tutta la campagna coreana, mentre oggi sono quasi del tutto scomparsi.

In primavera, quando spuntavano le foglie dei gelsi, la gente in tutto il territorio coglieva le foglie per nutrire i bachi a casa propria e produrre i bozzoli di seta. L'industria della sericoltura, in cui i bozzoli erano acquistati e trasformati in fili di seta, era l'industria che offriva allora il maggior guadagno.

Campi di alberi di gelso

Il gelso non è difficile da far crescere e non necessita di condizioni particolari. Lo si può piantare praticamente ovunque e crescerà ad un'altezza giusta con rami regolari, producendo foglie attraenti che ondeggiano sui rami. Quando dalla primavera si passa all'inizio dell'estate, le foglie dei gelsi sono spesse e molto belle. In passato la gente coglieva bracciate di foglie per il nutrimento dei bachi da seta che allevava a casa. In quegli anni, la raccolta delle foglie per i bachi faceva parte della routine per le famiglie rurali, tanto che tutti i membri della famiglia si recavano nei campi ogni volta che avevano un momento libero.

Le famiglie che più si distinguevano nell'allevamento dei bachi da seta si trovavano a Chamsil, che è situato a sud del fiume Han. Anche se oggi Chamsil è una parte attiva della città metropolitana di Seul, con molti alti edifici moderni, fino ad appena 30-40 anni fa in quest'area vi era un numero grandissimo di abitazioni le cui famiglie si dedicavano all'allevamento dei bachi da seta, e, in effetti, lo stesso nome “Chamsil” (잠실 , che significa “stanza in cui si allevano i bachi da seta”) era sinonimo di “sericoltura”.

Bachi da seta adulti

Tuttavia, cambiamenti nell'ambiente agricolo portarono a un declino dell'industria della sericoltura a livello familiare e, a partire dalla metà degli anni 1990, questa industria divenne tale solo di nome. La competitività dei prezzi della seta coreana declinò drasticamente come risultato della riduzione delle famiglie che si dedicavano all'allevamento dei bachi, conseguenza della diminuzione del numero delle famiglie rurali e dell'aumento dei salari.

Naturalmente, i campi di gelso di Chamsil, che un tempo si estendevano fino a Panp'o, sono ora scomparsi. Si dice che un vecchio albero di gelso rimanesse, però, all'estremità meridionale del ponte Hannam fino agli anni 1980, come simbolo dell'industria della sericoltura che andava scomparendo.

Nel 1996, secondo le statistiche, il numero delle fattorie in cui si allevavano i bachi da seta era meno di 1.000 in tutto il paese e la produzione di bozzoli era inferiore alle 100 tonnellate all'anno.

Quando i bachi da seta diventano insetti adulti, tessono un bozzolo attorno a sé e si trasformano passando allo stadio di “pupa”. È affascinante osservare un baco da seta che tesse il proprio bozzolo. Quel verme bianco e molliccio non ha per nulla un aspetto notevole e sembra incredibile che un tale insetto sia in grado di produrre una fibra così fine e delicata come la seta. Il baco emette dal proprio corpo una fibra bianca finissima, invisibile a occhio nudo, e si tesse una casa nella forma di due semisfere congiunte, e poi si trasforma in pupa mentre dorme all'interno del bozzolo.

L'attrezzatura necessaria per ricavare i fili di seta dai bozzoli

Questo è il momento in cui i bozzoli devono essere raccolti. I bozzoli, provenienti da tutte le parti del paese, vengono venduti al mercato e trasformati in seta grezza nelle fabbriche di seta per l'esportazione. Ci fu un tempo in cui la seta grezza coreana era famosa non solo nell'Asia Sudorientale, ma in tutto il mondo.

Qualche volta i bozzoli migliori venivano messi da parte e filati a casa per ricavarne la seta per uso proprio. Il filo veniva usato per farne abiti di seta e spesso vestiti da matrimonio per una coppia di giovani sposi. Le pupe che venivano fuori dai bozzoli erano uno degli spuntini favoriti per i bambini.

Man mano che l'industria della sericoltura andava scomparendo, si sono creati alcuni musei che si dedicano alla conservazione della cultura della seta e dei relativi manufatti. I principali di questi musei sono il Museo della sericoltura di Kangnae-myŏn, Ch'ŏngwŏn-gun, nella regione Ch'ungch'ŏng-pukto, il Museo della scienza della sericoltura che si trova all'interno del Dipartimento dei bachi da seta presso l'Istituto nazionale della scienza e della tecnologia agricola sotto l'Amministrazione per lo sviluppo rurale a Suwŏn, nella regione Kyŏnggi-do, e il Museo folcloristico della sericoltura a Yŏju, anch'esso nella regione Kyŏnggi-do.

Una delle macchine tradizionali esposte in un museo

Questi musei presentano mostre dell'intero processo di produzione della seta, dai bachi da seta e dalle foglie del gelso alla seta finale prodotta e mostrano lo sviluppo della sericoltura come industria tradizionale delle famiglie rurali coreane.


Tratto da “Sericulture”, in Pictorial Korea, aprile 2004. Senza indicazione dell'autore del testo e delle fotografie. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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© Valerio Anselmo