Un neozelandese percorre a piedi il Sud e il Nord

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


R

oger Shepherd è un escursionista appassionato che ha percorso la penisola coreana in tutta la sua lunghezza, al Nord e al Sud. Percorrere la Corea in tutta la sua lunghezza significa, essenzialmente, percorrere a piedi tutta la catena montuosa Baekdudaegan (o Paektudaegan).


Roger Shepherd sulla cima del picco Cheonwang-bong (Re del ciielo) (autoscatto di Shepherd).

Il Baekdudaegan (백두대간 , “Grande catena di montagne con le cime bianche”) è il cuore della penisola coreana. È una catena ininterrotta di monti che corre dal confine fra la Cina e la Corea del Nord, giù fino al monte Jirisan nella Corea del Sud.

Shepherd ha finora pubblicato due libri sulle montagne della catena Baekdudaegan. Nel 2010 è stato coautore di una guida di trekking e l’anno scorso ha presentato un libro di fotografie della catena suddetta.

Shepherd ha di recente rilasciato un’intervista a Korea.net sul suo amore per le montagne e sul suo ultimo libro.

Korea.net (K): La prego di presentare ai nostri lettori la catena montuosa Baekdudaegan.

Shepherd (S): Il Baekdudaegan è la spina dorsale geografica della penisola coreana. A partire dal monte Baekdusan (o Paektusan 백두산 , “Monte dalla testa bianca”), la più alta vetta della Corea (2.744 metri), al confine coreano con la Manciuria, si snoda verso Sud per 1.700 chilometri verso la cima Cheonwang-bong sul monte Jirisan (지리산 1.915 metri). Si tratta di una catena continua pura, che non è mai interrotta dall’acqua, costituendo di conseguenza lo spartiacque per tutti i principali fiumi della Corea.

Due di quei fiumi hanno origine dal monte Baekdusan. Uno è l’Amnokgang (압록강 ), che scorre verso Sud e Sud-Ovest, e l’altro è il fiume Dumangang (o Tumangang 두만강 滿), che scorre verso Nord e Nord-Est. Questi due fiumi costituiscono il confine fra la Corea e la Cina, rendendo il monte Baekdusan l’unico ponte di terra che collega la Corea al resto del continente asiatico e, infine, all’Europa e all’Africa.

Olisticamente, il popolo coreano considera la catena montuosa Baekdudaegan come la fornitrice delle energie vitali della Corea. La catena è vista agire come una spina dorsale che trasmette le energie naturali a tutto il paesaggio attraverso la sua intricata rete di montagne, come un enorme sistema nervoso centrale. I tradizionalisti credono che danneggiare la sua energia equivalga a danneggiare la vitalità del popolo coreano.

K: Qual è il miglior modo di preservare la catena Baekdudaegan? Dove si trova l’equilibrio tra un parco moderno e l’ambiente naturale?

S: Penso che la Corea possa riconoscere di essere densamente popolata, con oltre 50 milioni di persone che occupano il 35 per cento della sua topografia, mentre il resto è montagna. Questo fatto della densità della popolazione rende piuttosto difficile, in un paesaggio pieno di infrastrutture, mantenere naturali grandi appezzamenti di terreno. La ristrettezza del territorio della Corea fa sì che, a differenza di altre nazioni, non si abbiano enormi tratti di terreno privi di abitazioni umane.

A sua volta, ciò di cui la gente ha bisogno è trovare una via per gestire la propria coesistenza con la natura in un modo moderno “verde” che permetta ai cittadini responsabili di accedere alla natura senza danneggiarla. Penso che negare alle persone l’accesso al paesaggio alpino sia quasi impossibile. Questo non è un ostacolo: è una sfida.

La Corea può creare un modello per il mondo e mostrare come costruire un ambiente sostenibile che incorpori olisticamente sia l’umanità che la natura. L’eco-gestione della catena Baekdudaegan come sentiero escursionistico internazionale o biosfera che simboleggia l’identità coreana tradizionale e moderna si può realizzare, ma solo con uno sforzo nazionale per preservare il suo status come fondamento dell’ecologia della Corea.

K: Quali sono secondo lei i punti più belli lungo la cresta o lungo una delle sue catene montuose adiacenti?

S: Come montagna, è sempre stata una delle mie favorite la sezione della catena Baekdudaegan che va dal monte Songnisan (속리산 1.057 metri) nella regione Chungcheongbuk-do, verso est fino al monte Taebaeksan (태백산 1.567 metri) nella regione meridionale del Gangwon-do.

Un altro aspetto importante della catena Baekdudaegan è l’interazione che si ha con altri escursionisti e con alcuni dei locali nei vicini villaggi, specialmente fra il monte Jirisan al sud e il monte Deogyusan (덕유산 1.614 metri) verso nord nella regione Jeollabuk-do.

K: Allo stesso modo, quali sono le sezioni dal punto di vista escursionistico più estenuanti, sia lungo la cresta o lungo una delle catene che vi si collegano?

S: Uno dei giorni più duri è stato il primo, lungo il percorso che porta, con un dislivello di 1.300 metri, al picco Cheonwang-bong (천왕봉 1.915 metri), il picco più alto del monte Jirisan.

Va notato che la catena Baekdudaegan è in realtà un percorso molto duro. Non c’è niente di piatto su di essa. Anche se non superano i 2.000 metri, le montagne della Corea sono tuttavia notoriamente affilate e ripide. Alcuni escursionisti stranieri venuti qui sono stati bruscamente sorpresi dalle difficoltà del terreno. La ricompensa, però, è unica. Quando si cammina lungo la catena Baekdudaegan, si hanno viste panoramiche di tutta la penisola. Ondate di montagne nuotano all’infinito tutto intorno a voi. È una sensazione incredibile lasciare che il mondo giri sotto i vostri piedi mentre si procede lungo la grande dorsale della Corea.

K: Ci parli del suo libro più recente.

S: “Baekdudaegan Korea: Mountains of North and South Korea” è un libro di fotografie artistiche. È un completamento dei miei cinque anni di esplorazione del Baekdudaegan, sia in Nord Corea, che nel Sud. Quando ho deciso di fare questo libro, sapevo che sarebbe stato inutile farlo se avesse contenuto solo immagini della sezione meridionale della cresta. Sono stato molto fortunato che mi sia stato concesso di accedere alla sezione settentrionale delle montagne. Ho passato circa tre mesi in Corea del Nord, tra il 2011 e il 2012, viaggiando in circa 24 diverse montagne lì, lungo il crinale. Personalmente vedo il mio libro come una specie di patrimonio, che un giorno potrebbe essere considerato come il primo documento che registra il Baekdudaegan come un intero organismo, che in effetti è quello che è realmente.

K: Per un escursionista principiante qui in Corea, quale sarebbe il modo migliore di sperimentare il Baekdudaegan sulla base di una serie escursioni di fine-settimana?

S: Beh, suppongo che dovrebbero acquistare la versione inglese di “Baekdudaegan Trail”, il libro guida del percorso, e cominciare a studiare ciascuna sezione della catena registrata in quel libro. Siccome saranno soprattutto escursioni di fine-settimana, potrebbero iniziare in qualsiasi stagione. Potrebbero andare in entrambe le direzioni, a seconda di dove vivono. Idealmente, se sono due o più persone e se hanno dei veicoli, potrebbero lasciare un veicolo vicino a quello che si sono proposti sia il punto finale, per evitare al ritorno di cercare un passaggio fino al proprio veicolo che si trova a un giorno di distanza. Oppure potrebbero aderire a uno qualsiasi dei molti club che fanno quel percorso nei fine settimana. Sarebbe effettivamente un’esperienza notevole e anche una buona storia da raccontare.

K: Come è stato lavorare con le autorità della Corea del Nord?

S: Nonostante che l’immagine internazionale della Corea del Nord non sia eccellente, come viene rappresentata nei media, ho sempre trovato che il popolo della Corea del Nord sia una popolazione eccezionale e molto “coreana”. Sono stati gentili, umili, dignitosi e hanno mostrato un’enorme educazione di tipo tradizionale. Non mi hanno mai deluso in nessuna delle promesse che mi hanno fatto. Hanno lavorato molto duramente per raggiungere gli obiettivi e sono stati sempre a disposizione. Questa è una caratteristica coreana che si può sperimentare in tutte le parti della Corea.

K: Quali sono i tratti che lei ha visto in comune tra la cultura attuale moderna della Corea del Nord e quella della Corea del Sud?

S: Penso che ciò che deve essere chiarito, per gli estranei che guardano alla Corea, sia che la divisione della Corea ha a sua volta creato due differenti ideologie per i due gruppi di coreani che sono stati entrambi influenzati in qualche fase da politiche che sono estranee al popolo coreano. Sono, in teoria, i due paesi più nuovi del mondo.

In un certo senso, il modo migliore di capire o considerare la Corea e il suo popolo è quello di guardare al suo passato, quando era un’unica nazione. Questa è una parte della storia coreana che né il Nord, né il Sud possono negare. Entrambi sono d’accordo su questo punto.

Come osservatore esterno trovo che, quando si conversa con la gente del Nord e del Sud, è spesso una buona idea mettersi in relazione con loro parlando di un periodo quando erano tutti una sola nazione. Questo non solo li impressiona per la vostra conoscenza dello sfondo storico, ma mette anche in evidenza i tratti “coreani” che sono in comune. Questi, infatti, sono quelli che li rendono coreani. Sessant’anni di divisione non sono poi un lungo periodo per un regno che ha condiviso una lingua e una tradizione comuni a partire dall’ultima era glaciale. Come straniero, penso che dovremmo essere sempre alla ricerca di modi per lasciare che i coreani siano di nuovo “veri” coreani. I vizi stranieri che essi attualmente hanno, siano essi ideali capitalisti o socialisti, non sono necessariamente virtù coreane.

K: E per quanto riguarda le differenze fra il Nord e il Sud?

S: Questa è sempre un’osservazione interessante per me. Il problema, come ho detto nella mia precedente risposta, è “Che cos’è in realtà un coreano?”. Un coreano del Sud o del Nord rispecchia necessariamente ciò che è un coreano, o ci si dovrebbe basare sul loro comportamento naturale secondo la storia, l’arte e la letteratura in un periodo in cui erano una nazione non occupata?

Un ragazzo del Sud seduto in metropolitana che fissa il suo smartphone con poca o nessuna conoscenza di sciamanesimo, del periodo dei Tre Regni o della Guerra di Corea è forse più “coreano” di un ragazzo del Nord senza smartphone? Non è il possesso dei beni materiali che abbiamo che ci definiscono. Sono i tratti interiori come esseri umani che ci definiscono in accordo con la nostra lingua e cultura. Socialmente, non trovo che ci sia differenza fra un coreano del Nord e uno del Sud, a parte il fatto che per una persona del Nord è un poco più difficile aprirsi a voi, come osservatore esterno, rispetto al Sud che ha un’alleanza politica con la maggior parte delle nazioni occidentali.

K: Per finire, che cosa ha in programma per il 2014 e il 2015?

S: Ho alcuni progetti interessanti per il 2014 e successivamente. Mi piacerebbe vedere la mia attività espandersi in un’impresa inter-coreana. Mi piacerebbe cominciare a portare turisti in escursione in Corea del Nord dalla Corea del Sud, e viceversa.

Il mio primo progetto, spero, sarà quello di prendere un gruppo di ciclisti provenienti dal monte Seoraksan (설악산 1.708 metri) nel Gangwon-do e portarli al monte Geumgangsan (금강산 1.638 metri) nella parte nordcoreana del Gangwon-do. Ciò includerebbe la scalata di una montagna di 1.708 metri e di una di 1.638 metri.

Inoltre, di recente i nordcoreani hanno accettato di farmi fare un documentario sulla natura e la fauna selvatica del monte Baekdusan e dei suoi dintorni. L’accordo prevede che il progetto sia finanziato nel Sud ed elaborato nel Sud per un pubblico coreano. La troupe sarebbe nordcoreana, con forse un operatore di macchina da presa estero di classe mondiale. Lavorando con la MBC Korea, speriamo di ricevere dei fondi per questo progetto attraverso la Commissione delle comunicazioni della Corea. Sarebbe un grande progetto che tutti i coreani potranno apprezzare e di cui sentirsi nazionalisticamente orgogliosi.

Il mio interesse per la Corea si è espanso in modo naturale. Attraverso il mio lavoro su Baekdudaegan ora vedo la Corea come una nazione che attualmente sta vivendo un periodo di turbolenze che un giorno finirà pacificamente e in modo naturale, quando essi saranno in grado di lasciare che ciò accada. I governi stranieri e gli stranieri dovrebbero anche lavorare per far sì che ciò avvenga, piuttosto che cercare di imporre loro una situazione che soddisfi anche le loro mire nella regione.


Tratto da “New Zealander hikes North, South Korea”, pubblicato dal sito governativo Korea.net in data 4 febbraio 2014. Testo Gregory C. Eaves e fotografie di Roger Shepherd. Riferimento: korea.net.

Torna all'inizio della pagina
© Valerio Anselmo