Shin Saimdang
artista del rinascimento coreano

In un paese fortemente maschilista fino a qualche anno fa, non ha mancato di stupire il fatto che nel 2009 sia stata emessa una banconota con l'effigie di una donna. Qui viene spiegato chi fosse quell’illustre coreana.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


S

hin Saimdang (신사임당 ) è riconosciuta come la più grande artista della storia coreana. In un’epoca che richiedeva che le donne seguissero fedelmente i valori confuciani, Shin Saimdang sviluppò un proprio mondo e continua ancora oggi a essere fonte di ispirazione per poeti e artisti in tutta la Corea.


La banconota da 50.000 won, che sul fronte porta l’immagine di Shin Saimdang e sul retro uno dei suoi dipinti.

Il 23 giugno 2009 la Corea ha emesso la sua prima banconota da 50 mila won (circa 33 euro), in assoluto la prima di questo valore. Un intenso dibattito si svolse a proposito del volto della persona che avrebbe dovuto decorare la nuova banconota, fra i sostenitori di Kim Gu, eminente leader politico durante il periodo coloniale giapponese e simbolo dell’indipendenza coreana, e la più grande artista femminile della Corea, Shin Saimdang.

In seguito a consultazioni fra il Governo e la Banca di Corea, fu annunciato che il volto di Kim Gu sarebbe stato riservato per la prossima banconota da 100 mila won, mentre Shin sarebbe apparsa sulle banconote da 50 mila won. Shin Saimdang fu scelta non solo per i suoi numerosi lavori di poesia, calligrafia e pittura, ma anche per il suo ruolo nel superare la discriminazione e le limitazioni imposte alle donne in quell’epoca.

Shin (1504~1551) era nata nella città di Gangneung, nella parte orientale della Corea. Fin dalla più tenera età si dimostrò una promessa nella poesia, nella pittura, nella calligrafia e nel ricamo, ma il suo principale talento emerse nella pittura. Cominciò a dipingere all’età di 7 anni senza l’aiuto di insegnanti e imitò i dipinti di paesaggio di Ahn Gyeon (안견 ), il più prominente pittore del suo tempo.


Un francobollo emesso per commemorarla nell’anno 2000

Nei suoi dipinti Shin affrontò un vasto numero di argomenti, come lo dimostrano i capolavori sull’uva (Pododo 포도), sui monti e fiumi (Sansudo 산수도 ), su erbe e insetti (Chochungdo 초충도 ) e sui paesaggi (Jarido 자리도 紫鯉). Fra tutti i suoi dipinti, però, quello che rappresenta «Erbe e insetti», tracciato su un paravento composto da otto pannelli, è considerato la sua opera principale.

In quest’ultimo lavoro, Shin combina mirabilmente soggetti della vita di ogni giorno e li trasforma in opere d’arte. Ogni pannello comprende erbe e insetti da cui ne deriva il nome. Si vedono rappresentati melanzane, cavallette, angurie, topi di campagna, creste di gallo, scarabei stercorari, papaveri e lucertole. Si narra che le creazioni di Shin fossero così particolareggiate e così simili alla realtà che quando, da bambina, dipinse una cavalletta su un prugno, una gallina si avvicinò e cercò di mangiarla.

L’artista dipinse molte opere con soggetti simili e usò particolari tecniche espressive. Una tecnica chiamata Molgolbeop (몰골법 ) (dipingere direttamente il soggetto senza tracciarne prima i contorni) fu usata per tutti i lavori che contenevano erbe e insetti, con due o tre piante in centro e alcuni insetti che le circondavano. Le caratteristiche delle sue opere sono: soggetti semplici, una composizione concisa e stabile, espressioni dettagliate e femminili, e un acuto senso del colore.

Shin ottenne un riconoscimento considerevole nel corso della propria vita, ricevendo elogi dagli studiosi e anche da parte del re. Nel suo libro “Miscellanee da un cantastorie” (Paegwanjapgi 패관잡기 ), lo studioso del periodo Joseon Eo Suk-gwon non risparmiò le lodi sull´arte di Shin, dicendo: “I dipinti di Saimdang sull’uva, le montagne e i fiumi sono miracolosi. Chi potrebbe mai rimproverare tali incredibili dipinti, e chi potrebbe dire che un simile lavoro non è adatto per una donna?”

Shin fu anche una calligrafa con un talento prodigioso, famosa per lo stile calligrafico tradizionale Jamdumaje (잠두마제 letteralmente testa di baco da seta e zoccolo di cavallo). Nel 1868, Yoon Jong-eui (윤종의 ), letterato della fine del periodo Joseon, incise delle repliche della calligrafia di Shin che furono poi custodite nella residenza Ojukheon. Nel poscritto si legge: «Effettivamente si può vedere in questa scrittura la sincerità in ogni pennellata, ma con uno stile che è anche profondo, elegante, chiaro e calmo.»


Dall’opera Erbe e insetti, creste di gallo con animaletti

Il vero nome di Shin era Shin In-seon. Lo pseudonimo letterario Saimdang, che lei scelse era composto da tre caratteri cinesi: Sa () significa insegnante, Im () sta per Tairen e Dang () qui significa signora. “Tairen” era una donna leggendaria della storia cinese che allevò suo figlio portandolo alla grandezza mediante l’educazione prenatale e un insegnamento scolastico rigoroso. Il figlio di Tairen finì per diventare il re Wen della dinastia cinese Zhou.

In quello che era un ambiente severamente limitativo per le donne, Shin fiorì grazie al suo talento fuori dal comune e per l’influenza della sua famiglia. In una società dove solo i maschi ricevevano la massima parte delle opportunità di poter studiare, lei ricevette un’enorme quantità di attenzioni da parte della sua famiglia e fu in grado di studiare fino ad un livello molto elevato.

La madre di Shin andò ad abitare con i propri genitori dopo aver partorito, il che le diede una relativa libertà nell’istruzione della propria figlia. Shin godette anche dell’incoraggiamento del marito, Lee Gong, che capì il talento artistico della moglie e spesso mostrava i dipinti di lei ai suoi amici. Anche se si era sposata all’età di 19 anni, Shin non si sottomise mai alle nozioni confuciane della superiorità maschile, ma mise piuttosto l’accento sull’importanza di una relazione basata sul reciproco rispetto.

Oggi Shin è dipinta come un modello del ruolo femminile per il suo talento artistico, la sua istruzione e il suo carattere. Come madre del grande studioso Yi I del periodo Joseon, è anche rispettata per le sue competenze genitoriali. La vita fieramente indipendente di Shin ci mostra come lo spirito umano possa prevalere sulle attitudini sociali di un certo periodo storico. Fu proprio questa libertà dello spirito che Shin perseguì senza stancarsi mai nei suoi meravigliosi capolavori artistici.


Tratto da “Korea’s Own Renaissance Woman: Shin Saimdang”, in Korea, febbraio 2011. Testo di Lee Se-mi. Pubblicato con autorizzazione del Korea Culture and Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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