Min Hong-gyu
Un artigiano che tiene in vita la tradizione dei sigilli reali

Con la Corea non più governata da un re, i sigilli reali, che simboleggiavano la sua autorità, hanno da tempo perso la loro funzione ufficiale. Ciononostante, l'artigiano Min Hong-gyu continua a mantenere viva l'arte quasi esoterica della fabbricazione dei sigilli reali basata sui metodi tradizionali.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


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ualunque compito, anche il più semplice, può diventare un peso se lo si deve ripetere in continuazione. Ma, se questa diligente attenzione al dettaglio è essenziale per portare avanti la tradizione dei sigilli reali della Corea, un tempo simbolo rispettato dello Stato, la soddisfazione che ne consegue ripaga ampiamente di tale sacrificio.

Per quarant'anni il fabbricante di sigilli Min Hong-gyu (민홍규 nato nel 1954) ha dedicato la sua carriera professionale al compito di ricreare le forme originali dei sigilli ufficiali di stato, noti in sino-coreano come oksae (옥새 ). Considerati dal punto di vista della nostra società contemporanea, quale potrà mai essere il significato di questi artefatti ormai antiquati?

Simbolo dello stato

Oggi le firme a mano hanno in gran parte sostituito i sigilli tradizionali, ma solo poche decine d'anni fa i sigilli erano ampiamente usati per convalidare i documenti. In passato, l'oksae era l'equivalente della firma ed era il sigillo usato per simboleggiare l'autorità reale e per autenticare le missive diplomatiche e i documenti formali emessi dalla Corte reale. Per un nuovo re il sigillo reale significava la legittimazione della sua ascesa al trono. Il fatto che il sigillo reale fosse portato in testa alla processione reale, per rendere nota l'autorità del re, è indicativo del suo valore e significato simbolico.

A rigor di termini, oksae si riferisce ai simboli reali fatti di giada, mentre quelli d'oro erano noti come kŭmbo (금보 ), ma, in generale, il termine oksae è oggi usato per indicare entrambi i tipi. L'uso di tali sigilli si può far risalire all'imperatore cinese Qin Shi Huang (r. 247-210 a.C.). Dopo il suo regno gli imperatori usarono sigilli di giada, mentre i signori feudali e i parenti dell'imperatore usavano sigilli d'oro. Ma, quand'è che i sigilli reali sono penetrati in Corea?

L'artigiano Min Hong-gyu osserva un
sigillo reale d'oro da lui prodotto

Il più antico riferimento al sigillo oksae usato in Corea è la menzione di un sigillo del re Ye nella sezione “Barbari orientali” (Dongyi) del volume Weishu (Storia dei Wei) del testo cinese del terzo secolo Sanguo Zhi (Registrazioni dei Tre Regni). Questa fonte indica chiaramente che, a partire dal periodo dei Tre Regni della Corea (primo secolo a.C.- settimo secolo d.C.), per i documenti diplomatici scambiati con la Cina erano usati sigilli di stato. In seguito, dal periodo Koryŏ (918-1392) fino alle Riforme Kabo del 1894 (quando il Partito Progressivo andò al potere e cercò di modernizzare il sistema sociale della Corea), i sigilli reali usati per i documenti diplomatici provenivano dalla incombente dinastia cinese, mentre altri sigilli reali erano prodotti in Corea.

I tipi di sigilli reali prodotti in Corea comprendevano il simyŏngjibo usato principalmente per le dichiarazioni ufficiali e gli ordini formali provenienti dal re e diretti ai propri ufficiali anziani, il yusŏjibo per i certificati che confermavano l'assegnazione di ufficiali ad alti incarichi come alla posizione di governatore, il kwagŏjibo impresso sugli avvisi formali in relazione agli esami per il servizio civile kwagŏ (과거 ) e infine il sosinjibo usato per i documenti diplomatici, specialmente per quelli che riguardavano il Giappone.

Il sigillo reale di Chosŏn, 122x122 mm, in bronzo, ricreato nel 2000

Tutti i sigilli reali erano procurati e supervisionati da uno speciale ufficio amministrativo chiamato Sangsŏwŏn (상서원 ). Con le riforme Kabo, la secolare relazione di sottomissione della Corea alla Cina terminava e con essa decadevano i sigilli reali esistenti, che venivano sostituiti da sigilli nuovi portanti l'iscrizione “Sigillo di stato del grande Chosŏn” o “Sigillo del grande re del grande Chosŏn”. Nel 1897 la fondazione dell'Impero dei grandi Han (nome formale della Corea dal 12 ottobre 1897 al 29 agosto 1910) portò all'adozione del “Sigillo di stato dei grandi Han”.

Una grande maestria

In linea con la loro posizione di simboli prominenti dello stato, i sigilli reali sono sempre stati prodotti con estrema cura e di conseguenza è estremamente difficile “ricrearli” uguali agli autentici originali. Secondo Min Hong-gyu, “Anche con attrezzature ad alta tecnologia non è facile fare un sigillo reale senza difetti. I sigilli sono come le ceramiche coreane prodotte a mano: solo quando si usano le tecniche tradizionali, come la fusione, si riesce a farne rivivere il vero carattere”.

La parte superiore del sigillo reale di Chosŏn, ricreato nel 2000

La relazione di tutta una vita di Min con i sigilli reali cominciò quando suo nonno, un calligrafo, lo portò a conoscere Chŏng Ki-ho (1899-1989), che sarebbe poi diventato il suo maestro e guida. All'inizio Min, che era ancora uno studente di scuola media, non era poi così entusiasta per la produzione dei sigilli, ma, quando riuscì a capirne appieno il significato, sviluppò un grande attaccamento per quest'arte. Fare dei sigilli non significa semplicemente imparare a incidere caratteri sulla faccia di un sigillo. Richiede una conoscenza globale di aree come la letteratura cinese e l'astrologia orientale, in modo da prevenire qualunque inclusione di elementi sfavorevoli in relazione con le caratteristiche astrologiche dell'utente.

Min si immerse nello studio delle diverse discipline in relazione con la produzione dei sigilli mentre era ancora un ragazzo, in accordo con gli insegnamenti di Chŏng Ki-ho che gli suggerì di concentrarsi su questi studi e di non cercare un lavoro finché non avesse raggiunto i quarant'anni.

La produzione dei sigilli reali richiede una conoscenza
approfondita di sette discipline: calligrafia, scultura,
pittura, incisione di sigilli, metallurgia, ceramica e fusione

Chŏng può aver enfatizzato il valore fondamentale del dedicarsi completamente alla tradizione, ma era probabilmente anche preoccupato dal fatto che Min si sarebbe imbattuto in difficoltà mentre affrontava il lavoro lungo questo difficile percorso. Il suo maestro Chŏng, sempre premuroso, gli diede il nome d'arte Sebul (세불 ) e gli rilasciò un documento in cui affermava di aver trasmesso la propria esperienza solo a Min. È interessante notare che i caratteri cinesi del nome Sebul possono essere interpretati come "un uomo non di questo mondo".

Min dice che ora capisce che cosa volesse dire Chŏng Ki-ho quando si preoccupava che Min potesse sperimentare un prematuro disinteresse da parte del pubblico se avesse manifestato la propria arte troppo presto. Ricorda ancora l'energia irrefrenabile che emanava dai lavori di Chŏng quando, ancora ragazzo, li vide per la prima volta nella sua casa di Pusan.

Min sta preparando un nuovo sigillo, cominciando a
tracciare col pennello i caratteri che ne fanno parte

Min Hong-gyu si meraviglia delle altezze artistiche raggiunte da Chŏng: “Lui non ostentava la propria tecnica e tuttavia i suoi lavori avevano una sovrabbondanza di tecnica, con così tanta potenza ed energia.” Come tale, Min è sempre conscio del fatto che: “Non si può raggiungere nulla con la sola tecnica o con l'orgoglio.”

Il difficile percorso di un vero artigiano

Min Hong-gyu ha ricreato dei sigilli storici, come il Chosŏnguk wangjiin e il Myŏngdŏk chibo, e oltre la metà dei 72 sigilli reali che furono usati fino alla fine del regno di Chosŏn. Ha anche scritto un libro in cui spiega le tecniche della creazione dei sigilli reali che ha ereditato, a causa della sua preoccupazione che, senza un successore, la tradizione della produzione dei sigilli reali, sopravvissuta per secoli, potrebbe perdersi per sempre. In effetti, si lamenta dicendo che: “Ci sono troppi aspetti della fabbricazione dei sigilli reali che non possono essere comunicati a parole o per iscritto. Cose come la temperatura del forno possono essere percepite e apprese solo con anni di esperienza.”

Un'altra fase del processo di lavorazione dei sigilli reali

Nel corso del proprio lavoro Min ha molto sofferto da sovraesposizione al mercurio, che gli ha addirittura alterato la forma del naso. E tuttavia resta fermo nel voler “diventare un artigiano che trova il modo di attirare un più vasto uditorio adottando una sensibilità moderna senza preoccuparsi di ostentare la tecnica.”

In futuro Min intende diversificare la materia delle sue opere e adattare il proprio lavoro ai gusti internazionali, continuando però a ricreare i sigilli reali basati sulle tecniche tradizionali.


Tratto da “Min Hong-gyu”, in Koreana, vol.20, n.2, estate 2006. Testo originale di Choi Tae-won, fotografie di Seo Heun-kang. Ricerche bibliografiche a cura dell'autore del sito. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo