Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda. | |||||||
C ho Dae-yong ( Circa 140 anni fa, durante il regno del re Ch'ŏljong ( Questa storia riguarda il bisnonno di Cho Dae-yong. Quest'ultimo, un mastro artigiano nella produzione delle tende di bambù, designato “Importante proprietà culturale intangibile” ( | |||||||
Pratiche e versatili In passato, quando le donne coreane erano per la maggior parte confinate all'interno della propria casa, prediligevano queste tende che permettevano loro di dare uno sguardo al mondo di fuori e consentivano nel contempo di far entrare una luce attenuata per illuminare l'interno della camera. Cho fa notare che la tenda di bambù era un elemento essenziale della vita di ogni giorno, per il re e per la gente comune. “Le tende di bambù non erano usate solo per l'interno della casa. Servivano anche come schermo quando i ministri del re si rivolgevano alla regina, così come venivano usate da paravento quando il re doveva viaggiare, o anche per una sposa novella quando veniva trasportata in portantina nel giorno del matrimonio. – dice Cho – Per i gentiluomini che andavano a svagarsi in campagna, servivano come parasole o come divisorio mentre si riposavano in un padiglione.” Essendo questo tipo di oggetto molto richiesto, la produzione delle tende di bambù, così come quella di altri oggetti di artigianato, si sviluppò molto nel periodo Chosŏn, quando nella città di T'ongyong fu posto (dal 1603 al 1895) il comando navale ( “In confronto alle tende di bambù della Cina e del Giappone, una tenda di bambù coreana possiede una natura più fresca e sottile. Le mie tende vengono prodotte con strisce molto sottili di bambù e, durante lo stesso processo di tessitura, io creo dei disegni sulla superficie.”, nota il signor Cho. Le versioni giapponesi sono fatte con strisce di bambù spesse come dei bastoncini usati per mangiare e hanno una forma rigida, mentre quelle cinesi sono fatte con strisce sottili come fili, ma i disegni vi vengono dipinti in seguito. | |||||||
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Pazienza e perseveranza Semplici disegni di gusci di tartaruga tessuti in Oltre a un processo di produzione estremamente complicato, si deve fare molta attenzione a preparare in modo corretto il bambù. A dicembre e gennaio si raccoglie una fornitura di bambù per un anno, per essere certi che non sia infestato da insetti. “In precedenza veniva usata una specie più piccola di bambù, come quella impiegata per fare le canne delle pipe o degli archetti, ma oggigiorno ne usiamo una varietà più grande e più spessa (Phillostachys bambusoides) che può raggiungere l'altezza di 20 metri. È difficile trovare il tipo più piccolo a causa del diffuso impiego degli erbicidi.”, dice Cho. “Con il tipo più grande di bambu ci vuole una quantità di lavoro per renderlo adatto alla tessitura, ma questo tipo ha anche dei vantaggi, come ad esempio un bel colore.” La canna di bambù viene tagliata in quarti per il lungo, pelata e l'interno viene raschiato via. Il bambù vien poi lasciato fuori all'aperto per un mese ad assorbire l'umidità dalla rugiada del mattino e ad asciugarsi al sole, cosa che gli conferisce uno splendido colore giallo. Come risultato di questo procedimento di preparazione, il bambù diventa adatto per farne delle tende e il suo colore non cambierà più, non si schiarirà e non diventerà più scuro. Dopo che il bambù si è asciugato, viene tagliato in strisce sottili per il processo di tessitura. “Per fare le strisce uso uno strumento chiamato komusoe formato da una piastra d'acciaio in cui sono state praticate delle fessure di dimensioni diverse.”, spiega Cho. “Quando si fanno passare delle aste di bambù spesse un millimetro attraverso questo strumento, queste vengono ridotte in strisce più sottili. Il processo viene ripetuto tre o quattro volte per ottenere delle strisce spesse da 0,5 a 0,7 millimetri.” L'articolo originale parla di spessori in “centimetri” (1 centimetro; 0,5-0,7 centimetri), ma si tratta evidentemente di un errore. Un controllo su vari siti in coreano dedicati a questo artigiano ha appurato che si tratta di “millimetri”: sono indicati spessori che si aggirano sul mezzo millimetro. D'altronde, una tenda con duemila strisce di bambù alte mezzo centimetro risulterebbe lunga più di 10 metri, molto più lunga dell'altezza di una porta, e peserebbe troppo. Dopo avere ottenuto le strisce di bambù dello spessore richiesto, viene preparata una specie di spola legata a un filo e una struttura di bambù. Le strisce di bambù vengono fissate alla struttura e intessute assieme con del filo di seta. Una tenda grande può richiedere fino a duemila strisce di bambù e tre mesi di lavoro artigianale, senza contare il tempo necessario per preparare il materiale. Dall'inizio alla fine del processo, ci vuole tanta pazienza e perseveranza. | |||||||
Passione artistica Passò poi alle frasi, come “Possano avverarsi i tuoi desideri” ( Grazie alla sua straordinaria abilità artigianale, Cho ha ottenuto un gran numero di riconoscimenti prestigiosi, fra cui un premio del Ministro della Cultura per la sua tenda con il disegno di una tartaruga (1990) e un premio del Presidente della Repubblica per i suoi lavori con i disegni di tartaruga e i caratteri cinesi di “felicità” (1995). Nel 2001, infine, fu designato mastro artigiano delle tende di bambù e importante proprietà culturale intangibile. “In passato chiunque era in grado di costruire tende di bambù: erano degli elementi necessari in una casa. Ma la struttura della casa è cambiata e si stanno costruendo infiniti complessi di appartamenti. È una cosa triste che oggigiorno le tende di bambù vengano usate sempre più raramente”, si lamenta Cho. Ma, nonostante queste lamentele, Cho si rincuora vedendo che suo figlio minore, Cho Yŏng, di 29 anni sembra intenzionato a proseguire nella tradizione familiare della creazione di tende di bambù. Come molti altri aspetti della cultura tradizionale coreana, la tenda di bambù ha lottato per sopravvivere nei tempi moderni. Ma il maestro Cho si augura che una tenda di bambù creata con cura permetta ai coreani odierni di fermarsi un momento ad apprezzare la raffinatezza dei coreani del passato. | |||||||
Tratto da “Cho Dae-yong - Master Craftsman of Traditional Bamboo Screens”, in Koreana, vol.21, n.2, estate 2007. Testo di Lee Min-young, fotografie di Joo Byoung-soo. Ricerche bibliografiche e su Internet a cura dell'autore del sito. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana. |
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© Valerio Anselmo