In questa estate così calda e afosa vestirsi con abiti leggeri e freschi è la soluzione più semplice e più ecologica. In Corea si ricorre a un particolare tipo di tessuto, il ramiè (chiamato in coreano “mosi”) la cui trama lascia passare l'aria. A questo tessuto, in cui la Corea eccelle fin dal più lontano passato, è dedicato l'articolo che segue. In questo sito si è già parlato del ramiè in varie occasioni, in particolare quando si è trattato del villaggio di Hansan, mentre il nome “mosi” compariva già nella pagina sul fiume Kŭmgang. |
L a vista di una donna coreana che indossa un abito di mosi ( Tipicamente, il tessuto mosi veniva impiegato nella confezione della gonna, detta ch'ima (chima Una giacchetta femminile fatta di mosi, il tessuto ramiè Siccome la tessitura del mosi è un lavoro difficile, che richiede un'abilità particolare e molta esperienza, questo tessuto era considerato prezioso, così come lo erano gli abiti fatti con il tessuto ramiè. E, mentre il ramiè era prodotto anche in Giappone e in Cina, la qualità eccezionale del mosi coreano era riconosciuta da tempo nei paesi confinanti della Corea. Secondo i testi storici, il mosi era in uso fin dal periodo di Silla Unificato (668-935). Questa tradizione fu ulteriormente sviluppata durante i periodi Koryŏ (Goryeo 918-1392) e Chosŏn (Joseon 1392-1910), rendendo questo tessuto uno dei prodotti di scambio più valutati nel commercio della Corea con altri paesi. Oggi il villaggio di Hansan, nella regione Ch'ungch'ŏng-namdo (Chungcheongnam-do), che è riconosciuto come il principale centro di produzione del mosi, è rinomato per il suo semosi ( |
Tratto da “Mosi - Ramie Fabric”, in Koreana, vol.21, n.2, estate 2007. Senza indicazione dell'autore del testo e della fotografia. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana. |
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© Valerio Anselmo