I tesori della Tomba del cavallo celeste

L'autore di questo articolo, Kim Seung-hee, è il curatore del Museo Nazionale di Kyŏngju, e quindi persona competente. Oltre alle notizie che ci fornisce sui reperti rinvenuti nella Tomba del cavallo celeste, sono per noi di grande interesse gli accenni finali ai rapporti di tipo commerciale che sembra esistessero allora fra Silla, un regno meridionale della Corea, e gli stati settentrionali (Manciuria, Cina settentrionale e Mongolia), fatto provato dagli oggetti in vetro provenienti addirittura dalla Roma antica trovati nelle tombe coreane di quel periodo.

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li artigiani del regno di Silla svilupparono un'abilità insuperabile nella produzione di oggetti in metallo. Una chiara evidenza di questo fatto si ricava osservando l'elaborato copricapo d'oro, la corona e gli ornamenti della stessa che sono venuti alla luce durante gli scavi della “Tomba del cavallo celeste”, chiaramente la tomba di un re di Silla.

Kyŏngju (Gyeongju), cittadina posta nella parte sudorientale della Corea, fu la capitale del regno di Silla (57 a.C. - 935 d.C.) per circa un migliaio d'anni. A tutt'oggi restano nella città grandi tumuli funerari, simili a colline tondeggianti, la maggior parte dei quali furono creati nel quinto e nel sesto secolo. Gli scavi di queste tombe hanno fornito una quantità di artefatti notevoli, fra cui copricapi d'oro, elaborate corone e ornamenti decorativi delle corone. Una delle tombe che risale a questo periodo è la grandiosa “Tomba del cavallo celeste” (Ch'ŏnmach'ong) che misura 12,7 metri in altezza, con un diametro di 47 metri alla base.

Per gli archeologi le tombe di grandi dimensioni costruite in questo periodo sono “tombe accatastate con camera in pietra e legno”. Per costruire questo tipo di tomba, la bara, gli arredi della tomba e gli oggetti appartenenti al defunto venivano posti all'interno di una camera di legno, che era poi coperta con grandi quantità di pietre e terra in modo da creare un grosso tumulo. Siccome la camera funeraria era coperta da tali quantità di pietre e di terra, il contenuto raramente veniva rubato o distrutto da vandali. Soprattutto ciò che queste tombe avevano in comune era la gran quantità di oggetti funerari che venivano interrati con il defunto. In effetti, nella tomba del cavallo celeste sono stati rinvenuti circa 15.000 oggetti separati, fra cui la falda di una sella decorata con un disegno di ch'ŏnma o cavallo volante, che ha suggerito il nome di “Tomba del cavallo celeste” per questo sepolcro.

La corona e il copricapo d'oro

La struttura di questo tipo di tombe è simile a quella delle tombe costruite dalle tribù nomadi che si spostavano a cavallo nelle regioni settentrionali della Siberia, dei monti Altai e della Mongolia. Per questo motivo, gli studiosi pensano che queste tombe riflettano un'interazione con le popolazioni nordiche e con la loro cultura attorno al periodo in cui queste furono costruite. Un buon esempio che sembra avvalorare tale teoria è la corona d'oro trovata durante gli scavi della tomba del cavallo celeste. La corona presenta ornamenti a forma di corna ramificate, mentre l'area centrale è decorata con il carattere cinese ch'ul (), che costituisce il punto focale della corona. Il carattere ch'ul è foggiato come un albero, mentre la parte interna della corona ha la forma di una betulla argentata, un albero sacro per le popolazioni settentrionali.

La corona d'oro rinvenuta nella tomba del cavallo celeste.

Fin dall'antichità, ben prima del quinto o sesto secolo, i coreani rispettavano gli alberi per il potere che avevano di collegare fra loro il cielo, la terra e gli esseri umani. Questa era la credenza legata all'ujusu (우주수 ), o “albero dell’universo”. Gli ornamenti che si trovano sopra il bordo della corona sono immagini stilizzate dell’albero dell’universo e delle corna a palco, con funzione di antenne. La corona ha la forma di un elaborato copricapo, ma non si sa se venisse effettivamente indossata. Di recente è stato suggerito che la corona sia stata creata come oggetto funerario per essere posta nella tomba del defunto. Quando si effettuarono gli scavi della tomba, la corona fu trovata sopra il volto del defunto, il che sembra avvalorare la teoria che questa corona fosse un oggetto rituale, piuttosto che servire come simbolo del proprio stato nel corso della vita.

Il copricapo d'oro, d'altra parte, era probabile che fosse utilizzato personalmente dal defunto. Questo copricapo d'oro assomiglia a quello indossato da un inviato di Silla come è illustrato in una pittura murale trovata nella tomba di Li Xian (principe reale Zhanghuai, 654-684) della dinastia cinese Tang (618-907).

Il copricapo d'oro è composto da varie piastre d'oro
decorate. Tesoro nazionale numero 189. Altezza 19 cm,
lunghezza alla base 19 cm, larghezza alla base 5,1 cm.

In confronto alla corona, che è sfarzosamente decorata e fragile nella struttura anche se pesa più di un chilogrammo, il copricapo d'oro è più piccolo e più robusto, con la sua cima puntuta che lo rende più pratico per essere indossato. Il copricapo può sembrare piuttosto piccolo per essere portato comodamente sulla testa, ma veniva preferibilmente indossato con una corda attaccata a ciascun lato e legato sotto il mento, come è ritratto nel dipinto della tomba di Li Xian.

La parte frontale del copricapo d'oro era probabilmente decorata con un ornamento per corona in forma di ali d'uccello, o forse con una lunga piuma (come è rappresentato nel dipinto della tomba di Li Xian). Nella tomba del cavallo celeste sono stati trovati molto ben conservati due di tali ornamenti per la corona, uno nella forma di lunghe ali d'uccello e un altro che assomiglia alle ali di una farfalla. L'ornamento a forma di ali d'uccello si presenta più statico ed è probabile che venisse preferibilmente usato in occasione di cerimonie, mentre quello a forma di ali di farfalla sembra più dinamico e appare più adatto per essere usato tutti i giorni.

Si pensa che l'ornamento per corona a forma di ali d'uccello
venisse indossato per gli eventi a corte e per le occasioni fauste.

Come un uomo moderno che sceglie la cravatta da indossare, l'occupante della tomba del cavallo celeste può avere indossato col copricapo d'oro l'ornamento con le ali d'uccello o quello ad ali di farfalla a seconda delle occasioni. In questo modo il copricapo dorato e questi ornamenti formerebbero un insieme coordinato.

Vestigia delle culture settentrionali

Il copricapo d'oro è costituito da varie piastre d'oro unite l'una all'altra, ciascuna riccamente decorata con una lavorazione traforata in cui i disegni sono stati formati perforando la superficie. La parte superiore del copricapo è di forma rotonda e costituita da due piastre con gran parte della superficie delicatamente decorata con fori a forma di mezzo anello. I bordi delle due piastre portano impressi dei punti che formano dei disegni traforati e sono uniti da un'ampia montatura. La parte inferiore comprende una piastra frontale e una posteriore traforate con fori rotondi e a forma di T.

A queste è unita un'ulteriore piastra frontale traforata da losanghe e una piastra posteriore con disegni di felci. Il copricapo si allarga verso la base, mentre il bordo si curva verso il basso ad entrambe le estremità per adattarsi alla forma della testa della persona. Il bordo è largo e traforato da numerosi fori e dovrebbe essere abbastanza comodo da indossare sul capo quando fosse assicurato da corde laterali legate sotto il mento.

Ornamento di corona a forma di ali di farfalla

Quali segmenti della classe più alta di Silla potevano possedere un copricapo tanto prezioso? I ricercatori sono generalmente d'accordo nell'affermare che questi manufatti risalgono a un tempo posteriore a Naemul Maripkan (내물 마립간 356-402), fondatore della famiglia reale Kim di Silla. Il periodo in cui furono costruite le tombe di questo tipo, nel quinto e sesto secolo, è noto come “Era Maripkan”. “Kan” () era il titolo concesso ai sovrani delle regioni della savana a nord.

Sembra che i regnanti della penisola coreana a quel tempo fossero molto influenzati dalle culture settentrionali. Questa cultura della “Strada delle steppe” aveva rapporti addirittura con l'antica Roma e non è casuale che un certo numero di tratti culturali di quella civiltà esistessero a quel tempo nella società di Silla. Il fatto che dagli scavi effettuati nelle tombe di questo periodo siano venuti alla luce molti pezzi di cristalleria romana è un'evidenza di tali scambi culturali.


Tratto da “Epitome of Silla Metal Craftsmanship”, in Koreana, vol.19, n.2, estate 2005. Testo di Kim Seung-hee. Foto: Museo Nazionale di Kyŏngju. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo