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K imch'ŏn, una cittadina situata nella parte finale della catena montuosa Ch'up'ung-nyŏng ( Commercio significava vendita di oggetti per le strade e il mezzo per attirare l'attenzione dei passanti era l'uso di piccoli gong installati sul carrettino e percossi con un martelletto foderato di stoffa. Questi suoni di gong così tipici erano ancora comunissimi nella Corea della metà degli anni 1960, come ebbe modo di constatare l'autore di questo sito, mentre oggi purtroppo sono quasi scomparsi. Assieme ai vestiti tradizionali bianchi indossati dalla maggior parte della popolazione, rendevano l'ambiente deliziosamente “esotico” per noi occidentali. |
Un aspetto della cultura della cittadina di Kimch'ŏn, reso possibile dalla sua importanza come centro di trasporti, era dunque la produzione di oggetti di ottone, fra cui i grandi gong (chiamati ching Kim Il-ung, maestro artigiano del ching, il gong tradizionale, Tutto questo ottoname veniva prodotto mediante lavorazione al martello, una tradizione che sopravvive ancora oggi nella produzione dei piccoli e grandi gong creati nella zona di Kimch'ŏn. Le stoviglie da tavola tradizionali vengono oggi prodotte in acciaio inossidabile, per cui quelle di ottone sono praticamente scomparse, ma siccome i gong non si possono produrre che con l'ottone, vengono ancora creati con gli stessi procedimenti di un tempo. |
Il famoso artigiano Kim Il-ung di Kimch'ŏn ha continuato la tradizione della costruzione di oggetti d'ottone. Nato nel 1940, ha lavorato come fabbro con gli oggetti di ottone per 45 anni, a partire dall'età di 17 anni e ora è la massima
Il gong più grande (ching) assieme con il gong più piccolo (kkwaenggwari), con il tamburo a forma di clessidra (changgu |
Non si sa con esattezza quando il ching sia entrato a far parte degli strumenti musicali coreani. Secondo una certa teoria, lo strumento, usato dall'antichità in Cina, fu introdotto in Corea durante il regno del re Kongmin (r. 1351-1374) di Koryŏ. Fu usato dalla banda militare, oltre che per le cerimonie che si tenevano nel Chongmyo, il tempio ancestrale della dinastia Chosŏn, e per i rituali degli sciamani, ma fu particolarmente popolare nelle bande musicali dei contadini. |
Questi gong ching vengono prodotti martellando dell'ottone di qualità fino a dargli la forma desiderata. Il metodo seguito per la produzione è quello usato per creare le stoviglie di ottone. Oggi le tecniche usate per produrre ciotole di ottone sono tre, chiamate in coreano chumul, pangjja e panbangjja. Col primo metodo si fa fondere un lingotto di una lega contenente zinco o stagno mischiato con rame nel rapporto di
Per produrre un gong è necessario aggiungere oro e argento alla lega Nel metodo pangjja, invece, il metallo viene fuso per produrre un materiale chiamato padaegi. Un gruppo di fabbri scalda e batte il metallo per produrre la forma della ciotola. Con quest'ultimo metodo viene usata una lega di stagno e rame. Se si aggiungessero altri materiali, il metallo si fessurerebbe durante la battitura. Per assicurare una durata accettabile, gli strumenti musicali quali i gong devono essere fabbricati con quest'ultimo metodo. Col terzo metodo, quello del panbangjja, viene dapprima creata una parziale forma di ciotola usando il primo metodo (chumul) e poi gli orli vengono battuti e premuti per dar loro una forma concava. |
Kim Il-ung lavora come fabbro pangjja tradizionale in un'officina dall'insegna “Strumenti di L'artigiano al lavoro Kim Il-ung ha perfezionato la propria arte lavorando per sei anni ad Hamyang sotto la guida di suo nonno materno, che apparteneva a una famiglia che produceva gong da quattro generazioni. Kim e un suo cugino sono poi venuti a Kimch'ŏn dove hanno continuato a produrre gong di ottone fino ad oggi. Kim, che è stato designato “tesoro culturale umano” dalla regione Kyŏngsang-pukto, è un vero maestro in quest'arte e i suoi prodotti sono venduti in tutta la Corea. |
Kim Il-ung è convinto che l'essenza del gong risieda nel suo suono. A seconda di dove viene prodotto e del carattere del suo costruttore, il suono può essere fragoroso, incurvato ad arco, lungo, con un'eco risuonante o un crescendo verso la
Nel produrre un gong, Kim Il-ung per prima cosa crea una lega di rame e stagno nel rapporto di 160 a 45. Crea poi una massa nella forma di una sfera molto schiacciata, una “pastiglia” di 25 centimetri di diametro e spessa 7 centimetri. Lavorando questa massa di metallo, il fabbro deve fare attenzione a martellarla solo dopo che ha preso un colore rosato sul fuoco della fornace. Se la si toglie prematuramente dal fuoco, il metallo si spacca quando viene martellato. Di conseguenza gira da tempo il detto che lavorare la massa di metallo per fare il gong è un lavoro che deve essere fatto solo di notte quando si può giudicare con più accuratezza il colore del metallo caldo. |
Oggi buona parte del lavoro viene fatto a macchina da un gruppo molto ristretto di operai, ma in passato nelle officine di fabbricazione dei gong si trovava un nutrito gruppo di persone, dal capo
Si stanno dando gli ultimi ritocchi a un pezzo quasi pronto A questo punto si pongono tre pastiglie l'una sull'altra e vengono di nuovo scaldate. Quando la massa metallica ha raggiunto la dimensione prevista per il gong, i bordi vengono rialzati martellandoli. Il pezzo viene quindi di nuovo scaldato a fuoco vivo e il fondo viene accuratamente martellato in modo che il centro sia spesso, i bordi abbiano uno spessore medio e la parte intermedia sia sottile. Dopodiché il pezzo viene temperato perché abbia maggior resistenza e durata. |
L'autore dell'articolo dice che ha osservato Kim Il-ung mentre effettuava questa operazione. Dopo aver temperato un pezzo, il suono risultava buono, ma dopo aver fatto il foro e inserito la corda, il suono si era trasformato in un rumore sbatacchiante. Tuttavia, dopo vari colpi ben assestati del martello di Kim, il rumore sbatacchiante era sparito lasciando un suono maestoso che solo un gong ben fabbricato è in grado di produrre. |
Secondo Kim un gong del tipo ching ben fatto produce un suono profondo come un'eco di montagna che si prolunga e che improvvisamente si innalza alla fine come L'officina di Kim è piena di piccole masse metalliche di gong in formazione e di gong ching completati. È toccante pensare che queste masse di metallo vengono lavorate dalle mani e dallo spirito del fabbro per farne degli strumenti che hanno un così profondo effetto sulle persone. Quando i gong già pronti allineati sulle pareti dell'officina vengono colpiti, ognuno di essi produce alla fine un'eco che risuona come un muggito di bue. È un suono che un orecchio musicale non può che giudicare eccezionalmente bello e, per noi occidentali, molto molto tipico. |
Tratto da “Kim, Il-ung, the Jing Master”, in Koreana, vol.15, n.2, estate 2001. Testo originale di Lee Hyoung-kwon. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana. |
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© Valerio Anselmo