Q uesto bruciaincenso è un capolavoro che ben rappresenta le arti, il pensiero e la religione del regno di Paekche. La fenice con le sue ali spiegate e la figura del drago che sostiene il corpo del loto fiorito sono stati creati in modo così squisito che sembrano quasi veri. Il bruciaincenso di Paekche fu trovato nel 1993 nel sito di un tempio a Nŭngsan-ri, non lontano da Puyŏ, l'ultima capitale del regno di Paekche. A Nŭngsan-ri vi è un sito con almeno sette tombe, che si pensa siano di membri della famiglia reale risalenti alla metà del sesto o del settimo secolo. Si ritiene che una delle tombe sia il sepolcro di re Sŏng (r. 523-554) che spostò la capitale di Paekche da Kongju a Puyŏ.
Tesoro nazionale numero 287. Il bruciaincenso è costituito da due parti principali: il corpo e la parte superiore. Questa comprende il coperchio e una protuberanza, mentre il corpo comprende la parte principale e un sostegno. Queste quattro parti furono tutte prodotte separatamente e poi assemblate. La protuberanza è sormontata dalla figura di una fenice con una perlina magica infilata sotto il mento e le ali distese come se stesse per spiccare il volo. Nell'area pettorale della fenice vi sono due fori attraverso i quali sfuggiva il fumo proveniente dall'incenso che stava bruciando. Il coperchio decorato in modo intricato comprende 33 picchi montani che si sovrappongono, i quali racchiudono 16 figure umane e 39 animali. Le figure comprendono un cacciatore a cavallo, una persona che sta pescando e un asceta immerso in profonda meditazione, oltre ad animali come tigri e cerbiatti rappresentati come nella vita reale, e una varietà di creature alate mitologiche. In cima ai picchi montani si trova la figura di un immortale che sta suonando uno strumento musicale e un'oca col collo completamente esteso. Fuori di vista, dietro le montagne, si trovano vari fori fatti in modo piuttosto rozzo, evidentemente aggiunti in seguito in modo che il fumo potesse uscire più facilmente dal bruciaincenso. Il corpo principale del bruciaincenso presenta tre strati di foglie di loto, con otto foglie in ogni strato. Sistemati al centro delle foglie e fra le foglie vi sono le figure di 2 esseri umani e di 26 animali, fra cui pesci, gru e animali sconosciuti. Il sostegno ha la forma di un drago con la testa sollevata in alto e una posa rappresentata in una forma così realistica che sembra che il drago si contorca rivolgendosi verso l'alto, nel cielo. Complessivamente la composizione del bruciaincenso riflette un bilanciamento dello yin e dello yang, simboleggiati rispettivamente dalle figure della fenice e del drago. A un'analisi più accurata, si può notare che il drago , simbolo del mondo sotterraneo, ha in bocca un fiore di loto, simbolo della terra, rappresentando così la propria ascensione al cielo attraverso il mondo degli immortali. La composizione rappresenta vividamente una combinazione dei principi taoisti e del pensiero buddista. Secondo il taoismo, i cui immortali ricercano l'eterna giovinezza, esiste un paradiso magico noto come Boshan al centro dell'oceano dove gli immortali vivono con le creature sacre. Molti bruciaincenso che rappresentano questo tipo di tema furono prodotti in Cina dopo il periodo degli Stati guerreggianti. Questi bruciaincenso a forma di montagna furono chiamati boshanlu. Attorno al quarto o al quinto secolo fu adottato un nuovo tipo di rito, che comprendeva l'atto di bruciare incenso di fronte alla statua del Budda, portando ad un uso esteso dei bruciaincenso nei templi. I bruciaincenso boshanlu, che rappresentano il mondo degli immortali, rivelano anche caratteristiche buddiste, come il fior di loto. Il più importante capolavoro di questo stile è proprio questo bruciaincenso di Paekche. Il bruciaincenso di Paekche, il prodotto finale di una lunga tradizione di bruciaincenso che combinavano una varietà di elementi, è probabile che sia stato creato per ordine reale all'inizio del settimo secolo dal più dotato degli artigiani del tempo. Allora, quando le offerte al Budda erano considerate sacrosante, questo venerato bruciaincenso sarà stato usato in cerimonie tenute in memoria dei re del passato. Mentre una solenne cerimonia veniva condotta ad un altare buddista, il fumo dell'incenso saliva serenamente dal petto della fenice e dal profondo delle valli fra le montagne. |
Tratto da “Appreciating the Brilliance of Baekje Art”, in Koreana, vol.18, n.3, autunno 2004. Testo originale di Kim Seung-hee. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana. |
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