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I nomi Il timbro Settimane Scrivere la data Contare Età Bagni pubblici Altre pagine di informazioni che hanno attinenza con l'argomento “Usi e costumi” si possono raggiungere selezionando uno dei titoli seguenti.Giochi e passatempi Di che anno sei? Capodanno lunare Abiti trapuntati I coreani amano il bianco Gli abiti da lavoro di Cheju-do Riti per la pioggia I riti legati alla festa di Chusŏk Sottae: i pali degli spiriti Sposati da 83 anni Orticoltura da week-end La cultura e la cerimonia del tè Una casa da tè tradizionale Il fascino dell'ondol, il pavimento riscaldato Hanji: la carta tradizionale della Corea Come si conta alla coreana Proverbi Buone maniere I coreani e i fiori Fuochi per l'anno nuovo La cerimonia del tè Ondol: il riscaldamento tipico delle case 2005: anno del gallo Aquiloni L'abbigliamento tradizionale per il matrimonio nel periodo Chosŏn T'ojŏng Pigyŏl, il libro degli indovini coreani Una scuola di buone maniere Chukpuin, ovvero la moglie di bambù Il pino, simbolo tradizionale di forza e di vita Hwaro: il braciere Sŏllal, il capodanno lunare Il Festival dell'orizzonte di Kimje Le piantagioni di tè a Hadong sul monte Chirisan Vecchi e nuovi pojagi Una boutique di abiti tradizionali “Hanbok” Giochi e usanze tradizionali del capodanno lunare Una stuoia per dormire freschi d'estate Il timbro personale, un oggetto indispensabile Poggiatesta di legno... comodi? Chorong, lanterne con candela 2008 anno del topo I movimenti Slow Food e Città Slow anche in Corea Esperienze alimentari estreme Il festival del fango: a Boryeong ci si diverte a impiastricciarsi di fango Chuseok, giorno del ringraziamento 2009, anno del bue Il pettine tradizionale Zucche come recipienti Cognomi coreani Alla ricerca del tè verde L’inchiostro rosso che ha fatto funzionare il governo coreano 2010, anno della tigre Il vino di riso torna allo scoperto Janggi, gli scacchi coreani Gyeyeongbae: un oggetto molto curioso 2011: anno del coniglio 2012: Celebrazione del nuovo anno Il pioniere dello “Slow Food” loda la “Slow Life” della Corea 2013, anno del serpente Scritte di buon augurio per il nuovo anno L’anno del cavallo nella tradizione coreana Il drago danzante Festeggiare insieme il capodanno lunare Gogu, l'inizio dell'anno agricolo Sanggang, il primo arrivo del gelo Mostra per celebrare l'anno del gallo rosso |
![]() PassatempiUn gruppo di anziani intenti al gioco del changgi (janggi Un altro dei giochi più tradizionali è il paduk (baduk Questi sono giochi prettamente maschili. Normalmente i due sessi sono separati nei giochi e nei passatempi. Esistono giochi a cui si dedicano quasi esclusivamente gli uomini e altri a cui si dedicano quasi esclusivamente le donne. Si notino i ventagli, usati in Corea anche dagli uomini. |
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![]() Cura dei bambiniI bambini piccoli vengono portati sulla schiena dalle madri o dalle sorelle maggiori. Qui a sinistra un bambinetto è portato a spasso dalla sorella maggiore che si prende cura di lui. Il fiore nazionaleA destra il “fiore nazionale”, ibisco o rosa altea, in coreano mugunghwa ( |
Le abitazioni
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Curiosità |
I nomi |
In Italia tutti abbiamo un cognome formato da una o più parole, e uno o più nomi, di cui normalmente viene usato solo il primo. Sia il nome che il cognome sono di solito formati da più sillabe. È molto raro trovare cognomi formati da una sola sillaba, mentre i nomi sono formati da un minimo di due sillabe. In Corea come regola generale le persone portano un nome composto da tre caratteri cinesi, che si pronunciano quindi complessivamente con tre sillabe. Il primo di questi caratteri (una sillaba) è il cognome, mentre gli altri due costituiscono il nome. Ad esempio il nome Kim Yŏng-ja è formato dal cognome Kim e dal nome Yŏng-ja, e si ha la certezza che si tratta di un nome femminile, perché l’ultimo carattere usato (“ja”, pronunciato“già”) è tipico dei nomi di ragazza (corrisponde al “ko” dei nomi femminili giapponesi, come in Yukiko). Una cosa curiosaQuando sui nostri giornali troviamo un nome coreano trascritto in lettere latine non sempre siamo sicuri che il cognome e il nome siano effettivamente quelli indicati. Possono infatti sorgere dei problemi perché chi ha trascritto il nome (lo stesso coreano oppure il giornalista italiano che ha scritto l'articolo) può aver voluto scrivere nome e cognome alla nostra maniera, mettendo quindi prima il nome e poi il cognome. E allora troviamo che un nome come Han (cognome) Yun Suk (nome) diventa Yun Suk Han, dove non si sa più quale sia il cognome e quale il nome. Casi di questo tipo non sono rari sulla stampa. |
Il timbro |
In Italia siamo abituati a firmare gli assegni di nostro pugno e ad apporre la nostra firma in calce ai documenti per autentificare che sono stati scritti da noi. In Corea ognuno possiede e abitualmente porta con sé un timbro di legno, d'avorio o di plastica dura con il suo nome inciso a mano, comunemente in caratteri cinesi. L'inchiostro che si usa per questo timbro è anch'esso diverso dal nostro comune inchiostro nero o blu: si tratta di un composto rosso, leggermente oleoso, e timbri rossi si notano spesso su dipinti, libri o altri oggetti, a indicarne il proprietario o l'autore. |
Settimane |
Da noi la settimana è un ciclo di sette giorni, e da questo ne deriva anche il nome. La settimana è in stretto rapporto con la periodicità dei mercati, che si ripetono ogni sette giorni. |
Scrivere la data |
La data noi la scriviamo partendo dal giorno, poi scriviamo il mese e infine l'anno: se poniamo di voler indicare anno mese e giorno con due cifre ciascuno, il 10 marzo 2001 sarà quindi 10/03/01. Negli Stati Uniti, per esempio, si usa invece scrivere per primo il mese, poi il giorno e quindi l'anno, per cui la stessa data sarà indicata come 03/10/01. |
Contare |
Da noi i multipli base nella numerazione sono: l'unità, la decina, il centinaio e il migliaio. In Corea, invece, vanno ancora avanti di un multiplo e, dopo il migliaio, hanno ancora la decina di migliaia. Ci sono due modi di contare: alla coreana e alla cinese. Con certe parole si usa un tipo di numerazione e con certe altre si usa l'altro tipo. Con i soldi, per esempio, si usa la numerazione alla cinese. Facciamo un esempio pratico: 2 si dice (alla cinese) i, 10 si dice sip, 20 si dirà allora isìp (due decine), 100 si dice paek, 200 si dirà allora ibaek (due centinaia: la p diventa b perché si trova fra due vocali), 1.000 si dice ch'ŏn, per cui 2.000 si dirà ich'ŏn (due migliaia), 10.000 si dice man e 20.000 non si dirà quindi isìp ch'ŏn (cioè 20 mila), ma imàn (cioè due decine di migliaia). Quando invece si parla di ore, per le ore si usano numeri alla coreana, e per i minuti numeri alla cinese. Per esempio, tenuto presente che “ora/ore” si dice si, e che 2 si dice tul o tu alla coreana, se si vuol dire che “sono le due” si dirà tusì imnida (pronunciato tuscìmnida). “imnida” è una terminazione che indica qualcosa come il nominativo del latino, ma che si traduce con “sono” in questo caso. Se invece voglio dire che “sono le due e venti”, dirò tusì isippùnimnida, dove pun significa minuti e imnidà è la solita terminazione. La base della numerazione in coreano non è il migliaio e il milione (mille per mille), ma il diecimila (man) e il cento milioni (ŏk, diecimila per diecimila). Per noi risulta a volte difficile capire a che cifra corrisponda un dato numero coreano. Se, per esempio, ci viene detto o leggiamo scritto 100 ŏk, dobbiamo pensare che ŏk equivale a 100 milioni e che quindi 100 ŏk corrispondono a 10 miliardi. Per esercitarsi a usare questa modalità di far di conto, cliccare qui. Per gli altri numeri, si veda il citato frasario. Per far di conto si usa tradizionalmente l’abaco (si veda la pagina dedicata). Ancora un'altra curiosità riguarda il modo in cui si segnano i punti o i voti man mano che vengono detti uno per volta. Se in una classe si chiede che ognuno voti per Bianchi o per Rossi e si vogliono segnare sulla lavagna i voti, da noi si scriveranno tante lineette, ma in Corea si scriveranno queste lineette a gruppi di cinque, in modo da formare il carattere chŏng (正 che vuol dire giusto, esatto), secondo quanto viene qui sotto visualizzato.
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Età |
![]() Fino a qualche anno fa, quando un giovane veniva presentato formalmente a un anziano, a casa di quest'ultimo, doveva effettuare l'inchino profondo, inginocchiato e con la fronte che va a toccare le mani unite sul pavimento, lo stesso tipo di inchino che viene usato dai nipoti il primo giorno dell'anno quando vanno a far visita ai nonni. In questa circostanza il giovane, doveva togliersi gli occhiali, anche se fosse stato mezzo cieco, perché un giovane con gli occhiali suona come un'offesa per un anziano. Data l'importanza che l'età riveste per un coreano, non deve stupire che ci venga talvolta chiesta l'età: è un fatto naturale, che va visto in rapporto al piano su cui l'interlocutore coreano si deve porre quando si rivolge a noi. |
Bagni pubblici |
Un'usanza che non ha uguali da noi, ma che è comune anche in Giappone, è quella del bagno pubblico. Il bagno pubblico è un locale simile a una piccola piscina poco profonda con acqua calda dove si va a fare il bagno tutti assieme. I bagni sono distinti per sesso: c'è il bagno delle donne e quello degli uomini. Le madri però portano con sé, nel bagno delle donne, anche i figli maschi fino a circa 10 anni d'età. MassaggiCollegati con i bagni sono i massaggi. Anche la tradizione dei massaggi rilassanti ha in Corea una lunga storia. Si viene massaggiati nei posti più impensati, ad esempio quando si va dal barbiere: di solito la conclusione di barba, capelli e shampoo è un buon massaggio vigoroso e rilassante ai muscoli del collo e delle spalle. I massaggi, quasi sempre robusti e vivaci, sciolgono i muscoli tesi dallo stress, distendono e predispongono al riposo, allontanando le preoccupazioni. |
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© Valerio Anselmo