Werner Sasse
uno studioso tedesco con un profondo amore per la Corea

È con una certa emozione che vediamo pubblicata sulla prestigiosa rivista "Koreana" la notizia che l’amico Werner Sasse, arrivato alla pensione, abbia deciso di ritirarsi in Corea a studiare e a insegnare. Questo articolo ha provocato, in chi scrive, un ritorno al passato, ai lontani anni di soggiorno in quel paese e agli studi del coreano antico e medioevale intrapresi sotto la guida di illustri professori dell’Università Nazionale di Seul. Tempi bellissimi, pieni di entusiasmo, con amici e colleghi coreani sempre disposti ad aiutare.
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n una vecchia casa di Damyang, il luogo dove è nata la gasa (가사 , una forma narrativa di poesia coreana), uno studioso è così concentrato nell’esame di antichi testi da non rendersi conto del passare del tempo. È Werner Sasse, un ex-professore di Studi coreani dell’Università di Amburgo in Germania, che ha studiato la letteratura antica della Corea per quarant’anni.

I seonbi, intellettuali e persone colte del periodo Joseon, a coronamento del proprio lavoro di studiosi sceglievano uno stile di vita rivolto agli studi e all’insegnamento. Dopo aver seguito le proprie aspirazioni nel mondo reale, negli ultimi anni tornavano finalmente nel paese d’origine per dedicarsi agli studi e all’insegnamento. Werner Sasse (nato nel 1942), già professore di Studi coreani presso l’Università di Amburgo (Universität Hamburg), che ha anche ricoperto la carica di presidente dell’Associazione per gli Studi Coreani in Europa (AKSE), pochi giorni dopo essersi messo in pensione nel 2006 si è diretto verso il “villaggio natio del proprio cuore”, il luogo per cui sentiva da tempo una profonda nostalgia.

“In Germania mi sentivo come se fossi in esilio. Il mio cuore era sempre in Corea e mi sembrava che il mio vero villaggio natìo fosse nella regione Jeollanam-do. Di solito venivo in Corea una volta o due all’anno per pochi giorni, giusto per soddisfare questo mio desiderio. È una gran cosa essere finalmente a casa dopo tanti anni in ‘esilio’. Spero di continuare i miei studi in questa casa tradizionale coreana fino all’ultimo giorno della mia vita.”

Damyang: dove è nata la poesia gasa

Come si è accennato, il professor Sasse vive in una vecchia casa coreana in stile tradizionale a Damyang, nella regione Jeollanam-do. Così, ora non è più la Corea, ma è la Germania che egli va a visitare una volta o due all’anno per vedere la propria famiglia. Ha scelto di risiedere a Damyang perché questo è il luogo dove è nata la forma gasa della poesia narrativa coreana, che è il centro delle sue ricerche di studioso.

“La gasa non è una forma letteraria molto nota fuori dalla Corea. Io la sto studiando per farla conoscere al resto del mondo. Mi piacciono specialmente le poesie di Jeong Cheol (정철 ), un eminente poeta della metà del periodo Joseon. Sono stato all’isola di Bogildo, dove Yun Seon-do (윤선도 ), un noto poeta Joseon, compose la maggior parte delle sue poesie gasa. Tutte le volte che mi capita di imbattermi in qualcosa che non conosco, mi reco dovunque sia necessario per cercare un aiuto da un esperto in quel campo. Qualche volta vengono anche a trovarmi dei miei amici letterati. Ho più amici coreani che tedeschi.”

Secondo gli Analecta di Confucio, si dice che, quando un uomo virtuoso viene visitato da amici provenienti da lontano, ciò è fonte di grande gioia. In effetti, la scomodità geografica non deve essere considerata quando si tratta di far visita ad amici con i quali puoi scambiare idee e condividere il piacere di imparare.

E non vengono a fargli visita solo gli amici, ma spesso anche gli studenti coreani, a causa della sua popolarità come professore presso l’Università Nazionale di Chonnam, dove è ricercatore al Centro per la democrazia, i diritti umani e la pace. La sua profonda passione per la letteratura coreana lascia un’impressione indelebile nei suoi studenti. Vi è un grande rispetto reciproco ed egli ricorda di sentirsi euforico quando uno dei suoi studenti si ferma dopo la lezione per dirgli che ora riesce ad apprezzare meglio una poesia che aveva letto al liceo, ma che allora non l’aveva per nulla colpito.

Spargere la voce in Europa

Il professor Sasse ha fatto la sua prima esperienza coreana nel 1966. Suo suocero, che stava lavorando come consulente tecnico in una fabbrica di fertilizzanti a Naju, nella regione Jeollanam-do, lo invitò a visitare la Corea. Per due anni imparò il coreano e la letteratura coreana, mentre faceva anche traduzioni e istruiva gli studenti sui manuali tedeschi nelle scuole tecniche di Naju, Yeosu e Iksan. A quell’epoca la Corea stava ancora lottando per risollevarsi dalle devastazioni della Guerra di Corea (1950-53). Anche se il paese era povero, dovunque andasse trovava gente di buon cuore, la cui cultura e tradizioni uniche lo incuriosivano molto. Ma, quando volle imparare qualcosa di più sulla Corea e sul suo popolo, non riuscì a trovare alcun libro sulla cultura coreana. Di ritorno in Germania, si iscrisse al Dipartimento di Studi Giapponesi dell’Università della Ruhr a Bochum (Ruhr-Universität Bochum) perché in quel periodo quello era l’unico programma che avesse alcune aree collegate alla Corea.

“Imparai sulla Corea usando i libri e il materiale che trovai nel Centro di Cultura Asiatica dell’università. Il mio interesse per la letteratura coreana era così sconfinato e il coreano era una lingua così facile e scientifica che fui in grado di completare entrambi i corsi, quello universitario e quello post-laurea e di ricevere un Ph.D. in studi coreani, il tutto in soli cinque anni. La gente mi chiede spesso perché mi piaccia la letteratura coreana, ma è così difficile spiegarsi. È come chiedere a uno che ama il vino ‘Perché ti piace il vino?’ Non è un qualcosa che si possa esprimere in modo adeguato a parole. Il fatto che qualcosa ti piaccia non è legato alla ragione.”

L’argomento della sua dissertazione per il dottorato riguardava i dialetti del periodo Goryeo (918-1392) quali si trovano nel Gyerimyusa (계림유사 ), un libro scritto nella prima parte del dodicesimo secolo che descrive le usanze, la lingua e le istituzioni del regno di Goryeo. In riconoscimento dei suoi risultati accademici, l'università aprì un dipartimento separato di Studi Coreani, il che aiutò il professor Sasse a diventare la figura centrale della comunità degli studiosi di coreanistica in Germania, contribuendo anche a una maggiore consapevolezza della cultura coreana in Europa. Il Dipartimento di Studi Coreani presso l’Università di Amburgo, al quale Sasse passò nel 1992, è molto ben conosciuto in Europa e attira perfino studenti dall’estero.

Il re Sejong, grande linguista e poeta

“L’alfabeto coreano, Hangeul, è una delle più grandi invenzioni del genere umano. È un sistema di scrittura facile e scientifico. Lo sapevate che l’UNESCO offre un premio a chi contribuisce all’eliminazione dell’analfabetismo, e che, in commemorazione dei risultati ottenuti dal re Sejong, questo premio è stato chiamato ‘Premio dell’alfabetizzazione Re Sejong (King Sejong Literacy Prize)’? La maggior parte degli studenti tedeschi a cui ho insegnato riescono a imparare a leggere e scrivere in Hangeul in una settimana o poco più. Mentre insegno l’alfabeto coreano ai miei studenti, presento loro anche la filosofia, il pensiero e la cultura coreana. Per esempio, spiego le vocali positive, o frontali, come ‘’ [a] e ‘’ [o] e le vocali negative, o intermedie, come ‘’ [eo] e ‘’ [u] assieme ai principi dello yin-yang e ai cinque elementi. Penso che il re Sejong fosse non solo un grande linguista, ma anche un poeta di talento. Mi sono reso completamente conto di questo quando ho tradotto in tedesco il Worincheongangjigok (월인천강지곡 Canti dei riflessi della luna su mille fiumi). Il re Sejong aveva il dono di usare un linguaggio semplice nell’esprimere con parole facili dei concetti complicati. È lo stesso tipo di talento che si può vedere in scrittori tedeschi come Hesse, Goethe e Rilke.”

Nel 2002 il professor Sasse ha dato alle stampe una traduzione in tedesco del Worincheongangjigok dopo cinque anni di ricerche rigorose. In particolare, spera che questo possa aiutare gli studenti tedeschi ad apprendere il coreano antico in un modo facile e interessante. Dopo essersi reso conto delle limitazioni dell’apprendere la lingua solo dai testi di grammatica, cercò un’opera letteraria che potesse tradurre e usare come risorsa di riferimento. Poi scoprì il Worincheongangjigok che è formato da più di 500 poesie scritte dal re Sejong nel 1449 per lodare le virtù del Budda. Il professor Sasse pensò che le poesie narrative, che comprendevano delle vivaci descrizioni e storie sull’antica cultura coreana, potessero stimolare l’interesse dei suoi studenti.

“Molti coreani mi hanno aiutato nel portare avanti questa traduzione. È stata per me un’opportunità di apprezzare di nuovo quanto siano generosi e gentili. Siccome il lavoro era enorme e la traduzione richiedeva una conoscenza profonda del buddismo, ho dovuto studiare le scritture buddiste come il Sutra del Loto e il Sutra Avatamsaka, oltre al sanscrito. A causa della mancanza di annotazioni per chi non conosce il coreano, qualche volta ho perfino analizzato il testo sezionando le parole fino al livello dei morfemi. Inoltre, nel riferirmi a materiali rilevanti, ho cercato di assumere un approccio analitico piuttosto che descriverne semplicemente il contenuto. Naturalmente, questo mi ha richiesto più tempo, ma il procedimento mi ha dato una grandissima soddisfazione.”

Ora Sasse sta traducendo il Yongbieocheonga (용비어천가 Canti dei draghi che volano nei cieli), una sorta di panegirico dei risultati della dinastia Yi di Joseon. Pubblicato nello stesso anno del Worincheongangjigok, è uno dei due libri che furono per primi scritti in alfabeto coreano.

Poesie, canti e amici

Nei giorni in cui non sono previste lezioni all’università, si rifugia nel suo studio. Le pile di carte sulla sua scrivania e lo scaffale che straborda di libri rivelano il suo insaziabile appetito per la conoscenza. Sta attualmente lavorando a vari progetti diversi, fra cui una ricerca sulla poesia gasa, vari lavori di traduzione e libri sull’antico sistema di trascrizione idu (이두 ). La sua giornata di lavoro, che di solito inizia alle 7 del mattino, spesso continua fino a notte fonda. Ora, a metà tra i sessanta e i settant’anni, come trova l’energia per fare tutto questo lavoro? A questa domanda, scoppia in una fragorosa risata e fornisce una risposta arguta. “Se non si studia abbastanza intensamente, ci si ammala. Io non trovo il tempo di ammalarmi perché ho così tante cose di cui mi voglio occupare... Quando sono immerso nei miei studi, mi sento felice. E le persone felici raramente si ammalano.”

Quando sente il bisogno di rilassarsi, legge ad alta voce le poesie e i saggi preferiti, dipinge un paesaggio orientale, o semplicemente fa un bel respiro profondo per rivitalizzare la propria energia. Suona anche la chitarra, un mezzo per rilassarsi che usa da molto tempo, strumento con il quale esegue le sue canzoni preferite che comprendono “La rugiada del mattino” (achim-iseul 아침 이슬) e “Lettera autunnale” (gaeul-pyeonji 가을 편지) che, dice, gli riempiono sempre il cuore di calore.

Nelle notti estive in cui la brezza rinfresca e la luna brilla chiara in cielo, si incontra spesso con gli amici per bere e godere del loro cameratismo. Si tiene naturalmente in contatto con vari amici di ambienti diversi, fra cui un medico, un professore, uno scrittore e un ceramista. Il professor Sasse pensa ai deliziosi momenti che passa con gli amici come a doni preziosi. Nel pomeriggio il suo amico ceramista lo chiama per invitarlo a fargli visita. Dopo avere accettato, si fionda fuori di casa, raggiante di gioia come un ragazzino che abbia appena finito l’ultima lezione a scuola, prima del fine settimana.


Tratto da “Werner Sasse, Blue-eyed Scholar with a Profound Love of Korea”, in Koreana, vol.21, n.4, inverno 2007. Testo di Park Hyun-sook, fotografie di Ahn Hong-beom. Ricerche bibliografiche e presentazione dei nomi coreani e cinesi ideate da parte dell'autore del sito. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo