Il rituale buddista Yŏngsanjae

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


Y

ŏngsanjae (영산재 ) è il rituale buddista più famoso e al tempo stesso un raro evento artistico. Nel cortile del Taeungjŏn (대웅전 殿), il padiglione principale del tempio, le offerte di cibo sono disposte su un altare di fronte a un grande dipinto del Budda.

Una parte della processione: un monaco suona il piffero.

È stato creato un grandioso luogo sacro all'aperto, decorato con fiori di carta, dipinti e scritte. Per tutto il giorno vengono eseguite danze solenni e si levano i canti dei sutra. Questo rituale religioso ha luogo ogni anno al tempio Pongwŏnsa (봉원사 ) a Sinch'on (신촌 ), Seul, nel giorno della festa del Tano (단오 ), il quinto giorno del quinto mese del calendario lunare.

Questo rituale, che comprende non meno di 148 diverse cerimonie eseguite nell'arco di tre giorni, fu ricreato in modo appropriato nel 1968. In seguito nel 1987 fu designato Importante proprietà culturale intangibile numero 50 il Pongwŏnsa Yŏngsanjae, una versione abbreviata dell'intero rituale che viene eseguita in un solo giorno.

La danza del tamburo eseguita da
un monaco è solenne e accattivante

Il rituale esemplifica l'essenza della filosofia buddista, che fu il sistema religioso dominante dal regno di Silla (57 a.C. - 935 d.C.) fino a tutto il periodo Koryŏ (918-1392).

Il rituale consiste di canti dei sutra buddisti, pŏmp'ae (범패 梵唄), che ricordano in un certo modo il canto gregoriano, e di danze eseguite dai monaci mentre suonano una varietà di tamburi, cembali e gong. Si tratta della danza delle farfalle, namibu, della danza dei cembali, paramu, e della danza dei tamburi, pŏpkomu.

Paramu, la danza dei cembali

Siccome questo rituale è stato ripetuto negli anni, i monaci che presiedono alla sua esecuzione sono diventati degli specialisti nei canti dei sutra, nelle danze buddiste e nella produzione dei necessari ornamenti. Uno dei monaci del tempio Pongwŏnsa è stato designato tesoro nazionale vivente: si è specializzato nella pittura del grande dipinto che viene appeso nel corso della cerimonia del Yŏngsanjae. Ma apprendere tutti i particolari del rito non è facile: ci vogliono più di dieci anni solo per imparare a preparare e disporre le offerte di cibo.

L'inizio della cerimonia viene segnalato da cinque colpi battuti su una campana alle nove del mattino. Il primo passo è una processione che passa attraverso il portale principale del tempio e torna portando le immagini del Budda e dei Bodhisattva per la cerimonia. La banda musicale che suona le cennamelle, le persone che portano le bandiere e i monaci che eseguono la danza delle farfalle passano tutti attraverso il portale del tempio e ritornano.

Il trasporto del palanchino con le
immagini del Budda e dei Bodhisattva

Nel frattempo vengono cantati inni in onore del Budda e vengono eseguite la danza delle farfalle e la danza dei cembali al suono degli strumenti musicali. Questa è una cerimonia di benvenuto, per richiamare la presenza del Budda Sakyamuni con offerte di tè, danze, cibo e spargendo petali di fiori.

L'immagine del Budda che deve essere posta dietro l'altare ha varie centinaia d'anni ed è così grande che ci vogliono parecchie persone per trasportarla. Lo spostamento di questo dipinto fuori dal tempio è uno dei compiti importanti del rituale. Di tutte le nazioni buddiste, la Corea è l'unica che usa appendere una tale immagine buddista all'esterno per le grandi cerimonie. Il dipinto rappresenta sei Budda, fra cui Sakyamuni, Amithaba, Prabhutaratna e Avalokitesvara.

Namibu, la danza delle farfalle, nella quale i monaci
con le lunghe estremità delle maniche si muovono e
girano per creare l'immagine delle farfalle

Di fronte all'altare, decorato di bandiere di seta con i cinque colori, sventolanti al vento, i monaci eseguono la danza delle farfalle, quella dei cembali e quella dei tamburi, che hanno 24 movimenti diversi. Anche se eseguita da uomini, la danza delle farfalle è molto bella. I danzatori indossano un vestito con cinque colori al di sopra dei loro abiti buddisti, un grosso cappuccio a punta sulla testa e tengono dei grandi fiori in entrambe le mani.

Nella danza dei tamburi, che viene eseguita tenendo dei tamburi in mano, e in quella dei cembali, nella quale vengono tenuti dei cembali con entrambe le mani, il movimento risulta potente e nello stesso tempo riverente: sono entrambe esecuzioni di grande effetto.

Il cappuccio a punta e il vestito bianco
creano un effetto sorprendente

Nel corso delle varie cerimonie vengono cantati centinaia di inni in onore del Budda. La maggior parte di questi, però, sono scritti in caratteri cinesi o sono in linguaggio tantrico, per cui anche per un coreano sono molto difficili da capire quando li si ascolta. Due dei monaci li hanno tradotti in coreano moderno e pubblicati nel 1997.

Tutte le liriche sono poetiche e filosofiche nell'espressione e sono state scritte da monaci molto devoti e di alto rango. Nel contenuto i canti sono un invito rivolto a tutti i Budda, per servirli e per accompagnarli poi di nuovo quando se ne vanno.

I monaci cantano sutra e poemi filosofici
scritti da devoti monaci del passato

Seguendo questo rituale eseguito da monaci che sono stati istruiti nelle varie cerimonie per decine d'anni, ascoltando i canti cantati con voci chiare, udendo i suoni cristallini e potenti degli strumenti musicali e osservando le danze brillanti e le bandiere di seta colorata che sventolano, si cade in una specie di trance e si viene come trasportati in un altro mondo.

Il coronamento del rito è la cerimonia nella quale le offerte di cibo vengono consumate dai monaci. Di fronte a ognuno di essi viene posto un set di posate di legno composte da un cucchiaio e dai bastoncini, avvolti in un tovagliolo bianco. Tutto attorno si sente il suono delle campanelle, dei sonagli di legno a forma di pesce e dei tamburi, mentre altri monaci danzano. Tutti i monaci si alzano in piedi, cantano i sutra e meditano sul significato del condividere le offerte con gli altri. Poi, mentre consumano il riso e le altre cibarie da una grande ciotola, non dicono più una parola.

Tutti i monaci che prendono parte al rito camminano in processione cantando le sacre scritture

Verso la fine per tutto il tempio si sente il canto di un inno buddista noto a tutti. Al crepuscolo, il rito ha termine quando tutti i begli oggetti che sono stati usati durante il giorno come decorazione vengono bruciati. Ciò è in linea con la filosofia buddista che tutte le cose alla fine diventano nulla.


Tratto da “Yeongsanjae”, in Pictorial Korea, aprile 2002. Testo originale di Choi Dae-han, fotografie di Park Bo-ha. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

Torna all'inizio della pagina
© Valerio Anselmo