Oggigiorno in Corea è sempre più difficile trovare prodotti fatti con il “cìpero” (cyperus exaltatus), una pianta simile al giunco. E tuttavia, nonostante l’avanzata del modernismo che sembra voler relegare nel passato tutto ciò che riguarda le tradizioni secolari, Yi Sang-jae continua a seguire la passione di tutta la sua vita, la produzione di oggetti di cìpero, quasi a dimostrare che, anche con un materiale così semplice, si possono creare dei veri capolavori. |
![]() I n passato i coreani, per tessere oggetti di casa, come tappeti rotondi, contenitori per il cibo e cestini per gli attrezzi da cucito, usavano il wancho ( Ma, anche se i lavori in cìpero godettero in passato di grande popolarità, furono alla fine soppiantati da oggetti di plastica prodotti in massa, che la gente trovò che potevano servire allo scopo a un prezzo molto inferiore. Di conseguenza, gli oggetti prodotti con materie naturali passarono presto in second’ordine, mentre tradizioni di secoli venivano dimenticate. Tuttavia, nonostante le circostanze difficili in cui versa oggi questo mestiere tradizionale, si può ancora trovare qualcuno, come Yi Sang-jae, ( |
Capolavori di cìpero
Il maestro Yi al lavoro nel suo laboratorio Gli artigiani che si specializzano nella produzione di lavori in cìpero sono chiamati in coreano “mastri del cìpero” (wanchojang Secondo il Taejongsillok ( |
Mezzo secolo di dedizione
“Il cìpero era così comune nel mio villaggio natìo, Gyo-dong nell’isola di Ganghwa, che tutti i miei vicini facevano oggetti di cìpero. Penso di essere stato in grado di arrivare dove sono arrivato oggi grazie al fatto di essere entrato in contatto con l’artigianato del cìpero quand’ero ancora così giovane.” Il primo prodotto che Yi creò fu un cuscino con disegni di fiori, chiamato in coreano kkotbangseok ( “Gli oggetti prodotti con il cìpero – dice Yi – si possono usare per riporvi degli alimenti d’estate perché permettono all’aria di circolare. Inoltre, d’inverno sono in grado di assorbire il freddo servendo da isolante. Secondo me, non vi è alcun materiale che possa servire per i più vari scopi come il cìpero.” Per Yi, nonostante che sia coinvolto in questo mestiere da una vita, i pregi naturali del cìpero continuano a essere una fonte di stupore e ammirazione. |
Il processo di produzione del cìpero
Le opere di forma rotondeggiante, come il kkotbangseok e il kkotsamhap a cui si è prima accennato, sono i più rappresentativi degli oggetti di artigianato di cìpero. Per prima cosa si intrecciano otto gruppi di cordicelle (no) di fili di cìpero con delle linee orizzontali (najul) e linee verticali (ssijul). Dopo che si è completata la sezione sottostante, si inizia la fase detta samori, durante la quale vengono aggiunte delle linee verticali alle aree di intersezione come rinforzo per i lati. La fase samori comprende il procedimento detto tteumjil, con il quale vengono incorporati dei motivi decorativi o delle scritte in caratteri cinesi. “L’aspetto più importante dell’artigianato del cìpero – dice Yi – è quello di assicurarsi che i fili intessuti siano stati creati in modo appropriato e resi uniformi. Per ottenere questo, si deve applicare la stessa quantità di forza delle mani sia quando si creano righe orizzontali, che quando si creano righe verticali. Siccome un risultato ottimale si giudica solo col tocco delle mani, occorre applicare una notevole concentrazione dall’inizio alla fine.” Yi Sang-jae fa notare che le abilità fondamentali di questo mestiere, cioè la sensibilità del tocco delle mani e un’acuta percezione del peso e del bilanciamento, si acquistano soltanto mediante innumerevoli ore di pratica. Si sofferma anche a lungo a spiegare come il tteumjil, che conferisce bellezza artistica all’oggetto, sia un lavoro che deve essere effettuato con un’accuratezza estrema. Gli oggetti creati con il cìpero sono generalmente decorati con caratteri cinesi che augurano buona fortuna e prosperità (喜 e 福), ma possono anche presentare una varietà di disegni decorativi, come figure di arirang e di tartarughe. “È naturale che i prodotti che presentano tecniche decorative più avanzate siano più popolari. Ciò significa che l’artista ha pensato attentamente alla composizione dei caratteri e dei disegni, oltre che alla coordinazione dei colori. La qualità di un prodotto finito è anche in gran parte determinato dall’abilità di chi lo crea nell’applicare in modo giusto la forza delle mani quando lavora con i fili colorati, operazione che viene effettuata durante il processo del tteumjil. Siccome si devono porre i fili colorati su una superficie già intessuta, è necessario che con le mani si eserciti una forza doppia. Alla fine, la sezione decorata deve sembrare una superficie formata da un solo strato.” |
Capolavori innovativi
“È necessario molto tempo e una grande concentrazione per i compiti più difficili, come il procedimento di undu mediante il quale i lati vengono leggermente piegati verso l’alto, per il procedimento di samori con cui si unisce il fondo quadrato con i lati tondeggianti e per il procedimento di tteumjil grazie al quale, con grande precisione, si applicano caratteri cinesi e motivi decorativi per migliorare l’aspetto del lavoro finito.” Ma, per quanto possa essere difficile la creazione di un oggetto, Yi trova grande soddisfazione nei risultati del suo lavoro impeccabile. |
Il futuro dell’artigianato tradizionale“La correttezza dell’artigiano è profondamente presente negli oggetti di artigianato fatti con il cìpero dell’isola di Ganghwa, prodotti completamente a mano. Anche quando si usano degli strumenti, questi giocano solo un ruolo secondario. Ogni filo deve essere maneggiato con estrema attenzione, senza distrarsi. Non è esagerato dire che ho speso tutta la mia vita nella produzione di oggetti di cìpero. Non sono in grado di esprimere quanta sia la gioia che provo tutte le volte che creo qualcosa con il semplice materiale che fornisce il cìpero.” Come risultato dell’industrializzazione, la nostra vita è ora dominata da procedimenti di produzione meccanica. Yi, però, non crede che si riesca a sviluppare una macchina che sia in grado di stare alla pari con l’intricata abilità manuale coinvolta nella fabbricazione degli oggetti artigianali di cìpero. Di conseguenza si adopera anche per fare in modo che la tradizione di quest’arte venga mantenuta viva. “I prodotti basilari di cìpero non fanno oggi più parte del nostro quotidiano. Tuttavia sono convinto che l’artigianato del cìpero debba sopravvivere. Attualmente lavoro con due studenti e due assistenti che si sforzano con diligenza di imparare il mestiere.” Yi è molto dispiaciuto nel vedere che la generazione più giovane non prova più alcun interesse nell’artigianato tradizionale. Tuttavia, tutte le volte che qualche visitatore, e in particolare qualche turista straniero, passa a fargli visita per aver sentito parlare dei suoi lavori, il suo spirito si rallegra e allora egli guarda al futuro con rinnovata confidenza. |
Tratto da “Yi Sang-jae - Handicrafter of Sedge Masterpieces”, in Koreana, vol.21, n.4, inverno 2007. Testo di Lee Min-young, fotografie di Seo Heun-kang. Ricerche bibliografiche e su Internet a cura dell'autore del sito. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana. |
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© Valerio Anselmo