Nel tiro con l’arco i coreani si sono sempre distinti alle Olimpiadi. Quest’arte, retaggio culturale di un lontano passato, si serve di strumenti creati con grande maestria da specialisti come Yoo Young-ki, uno dei principali rappresentanti di questo mestiere tradizionale, che qui ci parla in particolare della costruzione delle frecce. |
![]() Il mastro artigiano Yoo Young-ki verifica ognuna delle frecce che costruisce, lanciandole di persona. N ell’antichità i coreani venivano chiamati dai cinesi Tung-i (東夷), tradotto normalmente con “barbari orientali”. Volendo analizzare meglio i caratteri che compongono questo termine, vediamo che il carattere cinese 夷, passato a significare “barbaro” o generalmente “straniero”, è formato da due ideogrammi diversi, 大 che significa grande (il disegno del carattere indica una persona che allarga le braccia) e 弓 che significa arco (dove la forma del disegno ricorda chiaramente lo strumento). Ricordando che il primo carattere 東 indica l’oriente (cioè, il sole 日 che sorge e filtra fra gli alberi 木), il significato della denominazione 東夷 si riferisce, quindi, a “popolazioni poste a est della Cina, abili nell’uso di grandi archi”. Durante il periodo Joseon (1392-1910) il tiro con l’arco era un aspetto basilare della vita di ogni giorno del re e dei suoi sudditi, un esercizio che contribuiva allo sviluppo del corpo e della mente. Yoo Young-ki ( |
![]() Frecce tradizionali fatte dal mastro artigiano Yoo Young-ki. L’immagine sullo sfondo è tratta da un affresco di scene di caccia del periodo Goguryeo (37 a.C.-668 d.C.) “Quando avevo 15 anni ‒ dice Yoo ‒ scoppiò la guerra di Corea che ci costrinse a fuggire da casa praticamente a mani vuote. Ma mio padre insistette per impacchettare e portare con sé i suoi strumenti per la fabbricazione di archi e annessi. Non riuscii a capire perché facesse questo, fino a quando non fui più vecchio. Per un artigiano specializzato nella costruzione di frecce e archi, i suoi strumenti sono la sua vita. Anche se adesso ho superato i settant’anni, non sono ancora riuscito a costruire una freccia di cui sia completamente soddisfatto. Con questa cosa che chiamiamo “arco” è così facile andare troppo lontano, o non abbastanza, contrariamente a quanto il cuore lo desideri! Non posso smettere di fabbricare frecce fino a che non ne farò una che mi soddisfi pienamente.” Unità dell’artigiano e dell’arciereLa casa di Yoo nella regione Gyeonggi-do è famosa per i suoi prodotti per il tiro con l’arco fin dal periodo Joseon. Suo padre, Yoo Bok-sam, fece andare avanti il negozio di fabbricazione di frecce che aveva ereditato da suo padre, noto come uno dei migliori costruttori di archi del suo tempo, che forniva frecce ai più importanti terreni di gara di tiro con l’arco in tutto il paese. Man mano che la sua reputazione cresceva, diffondendosi spontaneamente con il passaparola, da tutto il paese vennero a comprare le sue frecce. |
![]() Vari tipi di frecce in mostra nel museo Young Jip Bows & Arrows Museum, fondato da Yoo Young-ki “Dicono che i prodotti di qualità dipendano dalla qualità dei materiali, ma questo non è tutto. Il fabbricante di archi ha bisogno di conoscere la persona che usa i suoi archi. Ha bisogno di incontrarlo personalmente e osservare il suo fisico, la lunghezza e la forza delle sue braccia e conoscere anche il suo carattere. Il corpo dell‘arco deve essere preparato su misura per le caratteristiche di un dato individuo. Quando la forza e il peso di un arco sono in armonia con l‘arciere, ciò lo aiuterà a ottimizzare la sua capacità di colpire più accuratamente il bersaglio. Un fabbricante di archi non può fabbricare un arco adatto incontrando solo una volta o due la persona che lo dovrà usare: i due si dovranno incontrare varie volte, in modo che il fabbricante di archi si familiarizzi con questo individuo. Gli arcieri che amano la vita e l’arte sono clienti preziosi. Mi aiutano a perfezionare le mie frecce e i miei archi in base ai loro consigli.” Gli arcieri che un tempo si radunavano attorno al laboratorio di Yoo erano i suoi consiglieri e i suoi amici che condividevano un reciproco apprezzamento delle loro abilità. Anche se in numero minore di prima, gli arcieri vengono ancora a fargli visita. Le loro richieste per archi con maggiore forza, o con un peso minore presentano a Yoo delle vere e proprie sfide, ma il piacere di risolvere questi problemi dà a Yoo un’immensa soddisfazione. |
![]() La parte posteriore (impennaggio e cocca) di una freccia Nella società tradizionale di Joseon l’arte del tiro con l’arco era più di una semplice forma di arte marziale. Il tiro con l’arco ( L’antico testo cinese Liji noto come “Libro dei riti” ( In Corea, l’arte del tiro con l’arco risale al paleolitico e raggiunse una grande popolarità durante il periodo Joseon. Yoo ricorda che, fino agli anni 1960 e ancora negli anni 1970 seppure in tono minore, in ogni villaggio della Corea si tenevano competizioni di tiro con l’arco. “Si dice che, per colpire il bersaglio, sia necessario tenere una posizione eretta. Un arciere deve raddrizzare il proprio corpo e anche la propria mente, e combinare le due posture per effettuare un colpo accurato. Per coltivare il proprio corpo e la propria mente, niente è meglio del tiro con l’arco.” |
![]() Le asticciole vengono scaldate su un fuoco di legna e raddrizzate “Ho aperto un museo per promuovere il tiro con l’arco perché l’interesse in quest’arte è andato declinando. I bambini vengono qui per apprendere qualche nozione sull’arte del tiro con l’arco e alcuni di loro chiedono: ‘Qui possiamo trovare Jumong?’ Come sono adorabili e innocenti i bambini! Jumong, il famoso arciere e fondatore di Goguryeo, non può più essere con noi, ma i nostri bambini sono i suoi discendenti, il che li rende tutti Jumong. Così io dico loro: ‘Voi siete Jumong’”. Nel maggio del 2001 Yoo ha aperto il Museo degli archi e delle frecce (Young Jip Bows & Arrows Museum Una dedizione senza compromessiLe frecce tradizionali della Corea si possono raggruppare in due categorie: quelle fatte di bambù (chiamate jukjeon |
![]() Viene eliminata qualunque sporgenza per assicurare una superficie liscia Per fare una freccia tradizionale è richiesto un procedimento artigianale tedioso, che richiede molto tempo. Verso la fine di novembre Yoo passa un mese in giro per la Corea alla ricerca di bambù ideali per la fabbricazione delle frecce. Fa poi asciugare il bambù all’ombra per sette settimane. Dopo aver rimosso la pellicina dagli steli di bambù, fa asciugare le asticciole su un fuoco di carbone di legna. Infine liscia la superficie dei pezzi di bambù e poi sceglie le asticciole più adatte per farne delle frecce. “Io preferisco il bambù che cresce lungo la spiaggia, piuttosto che il bambù che cresce in montagna. Il miglior bambù per le frecce viene da piante di bambù che hanno due anni. Il bambù deve avere uno spessore uniforme e i nodi devono essere senza crepe. I pezzi di bambù selezionati vengono tagliati in asticciole da 90 centimetri che devono avere, ognuna, tre segmenti di uguale lunghezza. Sono stato in ogni angolo della Corea alla ricerca di bambù di qualità, dalla regione di Gangwon-do all’isola di Jejudo. |
![]() Si applica colla di pesce a entrambe le estremità e le si copre con strisce di tendine di mucca per evitare che si incrinino “Se dò un’occhiata a 100.000 piante di bambù, mi sembra che 5.000 siano adatte per farne delle frecce. Con ordinazioni di frecce in attesa di essere preparate, ma una raccolta insufficiente di bambù adatti, spesso sono stato costretto a girovagare tutto il giorno alla ricerca delle piante giuste. Una volta, negli anni 1970, quando avevo poco più di quarant’anni, sono stato scambiato per un infiltrato nordcoreano mentre perlustravo un boschetto di bambù lungo un’area costiera. Tuttavia, allora non mi sono mai stancato e non ho mai smesso di cercare del buon bambù. Quando scendevo dalla montagna dopo una difficile ma fruttuosa ricerca di bambù adatti, osservavo il tramonto e mi fermavo per un momento di riposo, mentre pensavo soddisfatto di non avere nient’altro al mondo da desiderare.” Dopo che il bambù è stato preparato, la freccia viene assemblata con pezzi di acciaio, tendini di mucca, parti della pianta di Desmodium penduliflorum, colla di pesce e piume di fagiano. Le parti individuali vengono prodotte separatamente nel seguente ordine: l’asticciola, la punta, la cocca per la corda dell’arco, e infine le penne che migliorano il volo corretto della freccia. Le penne di un singolo fagiano sono sufficienti per fare tre frecce. E bisogna fare molta attenzione nel far bollire le vesciche del pesce borbottone per produrre la colla che serve per attaccare le punte di freccia. Le frecce assemblate devono poi essere piallate a mano varie volte per regolarne il peso. |
![]() Una penna di fagiano viene tagliata e attaccata alla parte posteriore dell’ásticciola Attaccare la punta e lucidare le frecce sono compiti abbastanza semplici, ma col fatto che, per completare in modo appropriato la preparazione, per ogni singola freccia sono necessarie oltre 130 azioni, Yoo non riesce a preparare più di tre frecce al giorno, anche quando spende l’intera giornata al tavolo da lavoro. A causa del prevalere della convenienza e della produzione di massa dei tempi moderni, le tradizionali frecce di bambù sono state sopraffatte dalle più economiche frecce di plastica, fatte a macchina. Scoraggiato da questa tendenza, Yoo ha cercato di ripristinare vari tipi di frecce tradizionali, in una campagna personale intesa a suscitare l’interesse pubblico. Nel 1977 ha anche pubblicato un libro sulle frecce tradizionali, che spiega in dettaglio la varietà dei tipi di freccia, i processi di produzione, le tecniche, i materiali e gli strumenti usati. Fra gli esempi di frecce tradizionali in mostra nel museo di Yoo vi sono la hyosi ( |
![]() Nella parte anteriore viene attaccata una punta di freccia in base al peso e alla lunghezza dell’asticciola Yoo è stato designato «importante bene culturale intangibile numero 47», il primo onore di questo tipo mai concesso a un fabbricante di oggetti per il tiro con l’arco. Cinque generazioni nella produzione di archi e frecceL’armonia tra la forza e la flessibilità è una caratteristica distintiva dell’arco tradizionale coreano. I materiali usati per costruire un arco sono il bambù, il legno di quercia, il legno di gelso, il corno di bufalo indiano e strisce di tendine di mucca. L’impugnatura e le punte terminali dell’arco sono rispettivamente di legno di quercia e di legno di gelso, mentre la spina centrale dell’arco è fatta di bambù, in modo da fornire il massimo di flessibilità e di agilità. Gli strati di corno di bufalo indiano e le strisce di tendine di mucca vengono attaccate all’arco mediante colla di pesce preparata con la vescica del pesce borbottone. Siccome la forza adesiva della colla di pesce borbottone è meno efficace alle alte temperature, gli archi di alta qualità non vengono fabbricati durante l’estate. Yoo spiega che il bambù flessibile e il legno di quercia e di gelso, più duro, vengono combinati con altri materiali per ottimizzare la forza di tensione dell’arco. |
![]() La freccia completata viene ispezionata per scoprirne eventuali difetti e corretta di conseguenza “L’arco tradizionale coreano” – nota Yoo – “è un tipo di arco di corno, fatto con corno di bufalo indiano (bufalo d’acqua) e tendini di mucca. In termini di prestazioni appartiene alla categoria degli archi forti (ganggung “Ho dedicato tutta la mia vita a costruire frecce, ma non sono così abile a lanciarle. Ho però appreso le mie lezioni di vita dal lavorare con le frecce. Dicono che un buon arciere deve avere la postura eretta, la flessibilità e l’autocontrollo di un danzatore. Io credo che questo sia ciò a cui dobbiamo conformare anche la nostra vita.” In questo pomeriggio autunnale, ventoso e già freddo, Yoon segue la mia richiesta di tirare uno dei suoi archi, anche se afferma che è passato parecchio tempo dall’ultima volta che l’ha fatto. La sua posizione eretta (come nella prima figura di questa pagina) fa intuire un carattere schietto e naturale, molto simile a un fiume che scorre senza sforzo lungo il proprio singolare percorso. Per altre informazioni su archi, frecce e tiro con l’arco si vedano in questo sito la pagina L’arte coreana del tiro con l’arco e la sezione archi e frecce nella pagina Capolavori del mondo artigianale. |
Tratto da “Yoo Young-ki Blends Strength with Resiliency”, in Koreana, vol.22, n.4, inverno 2008. Testo originale di Park Hyun-sook, fotografie di Seo Heun-kang. Integrato con considerazioni linguistiche da parte dell’autore del sito. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull’intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana. |
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© Valerio Anselmo